Attenzione: evita la lettura se non vuoi imbatterti in spoiler di Nudes
Troppo oscurata da serie tv dal successo incredibile come Mare Fuori e Doc, Nudes è un piccolo gioiellino che potete trovare su RaiPlay (qui abbiamo indagato come potrebbe andare al di fuori della piattaforma). I più distratti si aspettano dalla Rai dei prodotti un po’ scontati, perlomeno non divisivi. Che facciano, insomma, poco parlare di loro. Nudes, in questo panorama, si distacca per tanti motivi da questo stereotipo (e come lei, molte serie italiane lo fanno). E aiuta, quindi, a distruggere questo falso mito.
Dalla regia di Laura Luchetti, Nudes è un prodotto antologico che racconta delle storie straordinarie ma anche fin troppo quotidiane. Il lavoro che fa la regista è un lavoro sui dettagli, sulle storie personali che diventano facilmente universali. Parliamo, nello specifico, di tre ragazzi (un ragazzo e due ragazze), che si ritrovano a dover affrontare uno scandalo legato al revenge porn. Ognuno a modo suo chiaramente, ognuno in modo completamente slegato dagli altri. Ognuno con le sue responsabilità e con le sue paure.
Attraverso lo sguardo di Vittorio, Sofia e Ada, Laura Luchetti ha modo di spiegare senza giudicare, di far intendere i punti di vista senza che siano stranianti.
Nudes riesce benissimo nell’intento di lanciare un messaggio importante, e lo fa parlando un linguaggio comprensibile a tutti. Dai diretti interessati, ai loro genitori.
Anche se Nudes non vuole essere un prodotto didattico, ha insito un messaggio importante e necessario. Il revenge porn, una pratica nata e cresciuta sui social e con l’uso smodato di internet, è trattato in maniera molto viscerale. Ma anche molto severa e diretta. Questo facilita il compito di chi guarda, che non deve stare troppo a ragionare su cosa sta vedendo. E il messaggio, come si diceva, arriva immediato.
Il bello di Nudes è che è esente dal giudizio, o almeno da quello scontato.
Si apre con la storia di Vittorio, ragazzo in gamba impegnato a scuola e nel sociale. Ha una bella cerchia di amici e una ragazza. Insomma, quello che all’apparenza può sembrare un semplice bravo ragazzo. E forse lo è. Ma preso da una rabbia incontenibile (che nella serie non viene per nulla giustificata) fa un video a due ragazzi intenti in una situazione intima. E lo diffonde sui social. A questo punto, il mondo gli crolla addosso. Comincia, con la denuncia e il rischio della prigione, a capire quanto le conseguenze delle sue azioni siano state sottovalutate. Nudes fa proprio questo, racconta molto bene di come sia molto facile, per la generazione che nasce su internet, non pensare alle conseguenze e alle responsabilità.
La seconda storia è quella di Sofia. Anche questa volta vediamo una ragazza qualunque, con un bel gruppo di amiche affezionate, una cotta per un ragazzo della sua scuola, tante feste a cui divertirsi. Questa volta, però, è la protagonista ad essere la vittima del video che viene fatto circolare. Sbalordita e confusa, ferita e amareggiata, non sa cosa fare per evitare che questo possa compromettere la sua vita. Il punto di vista, questa volta, è femminile ed è soprattutto quello della vittima. Nudes ci fa percepire benissimo tutte le sfumature delle emozioni di Sofia, facendoci gelare il sangue e facendoci comprendere molto bene la rabbia e lo smarrimento.
Ma fa tutto questo, parlando un linguaggio semplice, immediato e diretto. E soprattutto senza cadere mai nel qualunquismo. Rischio che, con un tema così complesso, non era da sottovalutare.
Sofia, per esempio, passerà dall’essere vittima ad essere quasi artefice di cose altrettanto gravi. E anche questa volta, si noti quanto è centrale il tema della presa di coscienza delle proprie azioni. Ma anche un certo tipo di narrazione che non verte per forza sul lieto fine, che non incaselli i personaggi in stereotipi inutili. E che faccia comprendere quanto le persone, anche quando sono vittime, possono essere complesse.
Uno dei punti di forza di Nudes è proprio questo: non si cerca per forza la redenzione dei personaggi, perché spesso non c’è. Nella vita vera quasi nulla finisce con il lieto fine, né per i buoni né per i cattivi. Nudes ci mostra come, da qualsiasi punto di vista la si veda, la vita è complessa e gli errori portano a delle conseguenze.
I personaggi di Nudes non sono perfetti, né tantomeno straordinari. Sono ragazzi comuni, che incontrano per la prima volta la vita adulta, la vita delle responsabilità.
La storia forse più dolce tra le tre è quella di Ada. Anch’essa vittima del sistema di internet, anch’essa messa a nudo da una realtà che non si sarebbe mai aspettata. Un revenge porn, il suo, molto particolare, legato alle false identità online. Una storia ancora più complessa e ancora più completa (forse per questo lasciata per ultima). Ada, stavolta, è una ragazza abbastanza sola. Ha una sola amica con cui si sente a suo agio e la solitudine la porta a ricercare compagnia online. Dove non è necessario avere rapporti fisici. Quella di Ada è una storia più malinconica perché ci fa aprire gli occhi su quanto la solitudine di ragazzi giovanissimi possa portare facilmente a danni irreparabili.
Nudes (che è un prodotto di origine norvegese ma che in Italia abbiamo saputo sfruttare al meglio) non cerca il lieto fine, non forza la mano su una visione dei personaggi che devono per forza essere buoni o pentiti. Analizza sicuramente la forza delle conseguenze e della responsabilità. Ma delinea i personaggi in modo molto realistico, evitando degli stereotipi che non contribuirebbero in nessun modo a far passare il messaggio.
Quello che fa molto bene Nudes è raccontare la complessità dei rapporti che intercorrono tra i ragazzi, soprattutto quando ci sono di mezzo i social e le piattaforme sulle quali questi ultimi basano gran parte della loro vita.
Ma fa tutto questo senza mai giudicare la generazione in questione, piuttosto mettendo al centro quelle che sono le fragilità e le insicurezze che questi strumenti possono indurre. Nei ragazzi e nel loro modo di comportarsi nella vita reale. Nudes mette al centro di tutto un problema enorme legato a tutto questo: la mancanza di rispetto nei confronti dell’altro e la facilità con cui molti ragazzi preferiscono dare un’impressione distorta della propria personalità piuttosto che apparire fragili. Nudes, insomma, fa un lavoro esemplare sulla narrazione di una generazione troppo spesso lasciata andare a comportamenti non abbastanza tutelati. E il tema del revenge porn è “solo” la punta dell’iceberg da cui cominciare ad indagare.
Laura Luchetti con Nudes compie un viaggio nel tema del revenge porn. Parte da quello che, più spesso, è il carnefice, il predatore. Un ragazzo troppo insicuro per dimostrare chi è veramente, che è stato troppo abituato a mostrarsi solo forte, solo perfetto. E che sbaglia, anche parecchio, senza pensare a ciò che potrebbe succedere a lui e alla persona che ha offeso. Un ragazzo che si renderà conto di tutto solo a cose fatte, quando forse è troppo tardi. Poi il viaggio continua sulla vittima, che troppo più spesso è una donna. Una ragazza insicura che conosce solo la rabbia, come mezzo di salvezza personale. Per finire, il vero problema: il mezzo. Internet e le chat online, la sostituzione di una vera identità con una fittizia.
Il grande problema della mancanza di giudizio quando si è protetti dallo schermo.
Nudes compie un viaggio nei meccanismi di una generazione complessa, che ha troppo spesso a che fare con la perfezione forzata, ma anche con la fragilità più spiccata. E il tema delle responsabilità e del rispetto è centrale perché non può essere altrimenti. Nudes e RaiPlay (non solo Nudes, sulla piattaforma Rai ci sono tanti prodotti simili da recuperare) ci raccontano una generazione e lo fa senza giudizi affrettati, senza lieto fine. Il messaggio, per tutti, è che dovremmo cominciare davvero ad aprire gli occhi e a capire quanto i ragazzi siano parte del problema ma che non possono essere lasciati soli ad affrontare qualcosa che, in un modo o nell’altro, potrebbe riguardare tutti.