Attenzione: evitate la lettura se non volete imbattervi in spoiler su Olive Kitteridge
“Sprazzi di luce in mezzo al buio” era tutto ciò che mi veniva in mente quando leggevo Olive Kitteridge, la raccolta di racconti strutturata in forma di romanzo della scrittrice statunitense Elizabeth Strout. Perché sprazzi di luce in mezzo al buio? Il libro si sofferma su uno dei dolori più cocenti dell’esistenza: la depressione e tutti i traumi che essa si porta dietro come una macchina che trascina l’oblio. Ma nel buio oscuro legato all’avanzare della malattia esiste comunque un bagliore che illumina la scena: la protagonista Olive, con il suo sguardo disincantato e cinico, lotta a denti stretti con la paura della morte.
Qualche anno dopo l’uscita dei romanzi, HBO ha prodotto una miniserie televisiva suddivisa in quattro parti che riporta sugli schermi la stessa e magnetica aria dei libri. Olive Kitteridge è un affresco struggente e allo stesso tempo piacevole sui contorni dell’esistenzialismo e sull’importanza di accettare la vita che ci è stata assegnata senza inganni o illusioni con il proprio ego. La serie HBO non lascia scampo e con una presa diretta ci trascina in un vortice di emozioni contrastanti che spaziano dalla felicità alla mestizia in pochissimi minuti: sprazzi di luce in mezzo al buio.
Una serie che parla di tutto quello che c’è nel grandissimo e potente frullatore che chiamiamo vita: Olive Kitteridge é un omaggio sincero alla vita.
Olive Kitteridge segue le vicende della protagonista Olive, un’insegnante di matematica che vive nella cittadina balneare di Crosby con suo marito Henry, un ottimo farmacista e padre premuroso. Attraverso salti temporali e flashback che rinnovano la delicatezza dell’opera, Olive Kitteridge propone al pubblico un viaggio tridimensionale in cui i personaggi affrontano le logiche ambigue della vita e i paradossali richiami dal passato. I quattro episodi fotografano, con un’attenzione continua e scrupolosa, l’animo della protagonista: Olive é una donna caustica e mordace che usa il sarcasmo come fosse un’arma e al tempo stesso una liberazione. In un mondo schiavo e preda della rassegnazione, Olive cerca di allontanare i fantasmi interiori con la forza del cinismo e il peso di una volontà che si fortifica proprio con il superamento degli ostacoli più duri.
Olive Kitteridge ha un ritmo compassato che aiuta lo spettatore a prendere ogni particolare come fosse la parte più importante e veritiera di un racconto che si poggia sull’importanza dei dettagli. Tra passato, presente e futuro, la serie si pone come obiettivo quello di presentare il ritratto della caducità umana attraverso le fragilità insite nella natura. Nella sua lotta contro i propri traumi, Olive raccoglie tradimenti, lontananze e depressione come momenti di alienazione che servono a toccare con mano la felicità derivante dal superamento della rassegnazione. Con un leitmotiv chiaro e struggente, l’opera segue la vita della professoressa di matematica nell’insieme delle occasioni sfumate, nella rottura con suo marito e nella difficoltà di inserirsi in un contesto sociale che fa fatica ad accettare il suo carattere. Ma Olive non si macchia del dramma della rassegnazione e continua a sfidare, dichiarando guerra, quel mondo che la fa sentire sempre più estranea e a disagio.
I dialoghi della serie HBO sono emozionanti quanto il coraggio della protagonista e ci invitano a riflettere sul senso stesso dell’esistenza: non bisogna mai dimenticare di accettarsi per quello che si è. Olive Kitteridge usa una serie di carezzevoli metafore per incantare lo spettatore con un racconto che sembra aver preso e fatte proprie le sfumature del cinema d’autore: la storia riflette la personalità degli autori e i pensieri genuini della scrittrice del libro cristallizzandoli in un’odissea di delicatezza. La serie affronta contenuti complessi e lontani da quelli che siamo abituati a vedere nel campo del Mainstream, dando meno peso all’intrattenimento e più spazio alla riflessione. Una riflessione che porta lo spettatore a indagare e scavare a fondo nei tormenti della propria anima come se dinanzi ci fosse un libro da imparare.
Olive é interpretata da una straordinaria Frances McDormand, un’attrice che vede nella sua bacheca personale ben quattro premi Oscar. La donna riesce a consegnarci un personaggio memorabile e iconico, una figura che rifugge la piattezza ma che ci sbatte in faccia momenti divertenti e sarcastici segnati da una malinconia di fondo: con la McDormand si passa da un registro all’altro in pochissimi minuti, provando rabbia e tenerezza tra una scena e l’altra. La bravissima attrice del film di culto Fargo, porta nelle nostre case tutta la tristezza di una donna che non riesce a godersi la vita come vorrebbe, e tutto il peso che si nasconde negli occhi stanchi della depressione.
Tra le tantissime e bellissime serie tv legate a HBO, Olive Kitteridge è una di quelle meno discusse ma, indiscutibilmente, una delle migliori. Poche altri prodotti in circolazione hanno saputo omaggiare la vita come Olive Kitteridge. Pochi altri prodotti in circolazione lasciano lo spettatore con un’inquietudine che toglie il respiro anche dopo tanti anni dalla prima visione. La forma narrativa audiovisiva scelta dalla serie non è come tutte le altre e si evince dal confezionamento degli episodi: non solo i salti temporali ci aiutano a capire le vicende della protagonista e degli altri abitanti della cittadina, ma vengono proposti come ponti fondamentali che aiutano il pubblico a mantenersi in equilibrio. “Sprazzi di luce in mezzo al buio” era tutto ciò che mi veniva in mente quando leggevo Olive Kitteridge, la raccolta di racconti strutturata in forma di romanzo della scrittrice statunitense Elizabeth Strout. Oggi, dopo la visione della serie tv dedicata a quelle pagine così commoventi, ho capito che gli sprazzi di luce di questa storia sono ancora più abbaglianti: Olive mi ha insegnato ad assaporare la quiete del mio coraggio.
ελπίδα vuol dire speranza
Elpida viene dal greco antico ἐλπίς ( elpis ), che, nella mitologia greca, era la personificazione della speranza, spesso raffigurata come una giovane donna che fa finalmente ri-trovato il gusto della felicità. Olive ha vinto l’ombra del suicido restando ancorata alla speranza. La serie di chiude con un cambio di rotta rispetto all’incipit del primo episodio: non è più autunno e le foglie non sono stese di fianco alla terra stanche e annoiate. Sembra che nell’ultimo episodio della serie ci sia finalmente primavera e un nuovo slancio di vita che spetta a chi ha vinto la morte. Olive ha vinto la morte. Olive Kitteridge ha donato attimi di vita.