Ebbene sì, se per distrazione o scarsa pubblicità vi siete persi la serie Netflix (qui la trovate in streaming) On my Block, avete fatto un discutibile errore! Lanciata nella piattaforma nel 2018, si è conclusa nel 2021 con un’inaspettata quarta stagione destinata a dare un respiro sul futuro dei nostri protagonisti. Monsé, Cesar, Jamal, Ruby e Jasmine infatti non si erano lasciati molto bene alla fine della stagione precedente. Era dunque necessario un pretesto per farli riunire, appianare i contrasti intestini e le distanze che inevitabilmente sarebbero nate.
Ci troviamo di fronte ad una serie che si differenzia dalle altre per svariate ragioni e che risulta essere molto coinvolgente per chi guarda. Questo accade per le linee narrative percorse, per la caratterizzazione dei personaggi, per la scrittura e non per ultima l’ambientazione. È Freeridge la vera chiave di ogni episodio della serie. Se fosse stata ambientata altrove non sarebbe mai esistita probabilmente.
Ma adesso bando alle ciance! Se non avete un’idea chiara sul motivo per cui iniziare On my Block, eccone 5 che di sicuro vi faranno cambiare idea.
1) On my Block: un “Teen Dramedy” diverso dagli altri
Leggendo la trama della serie abbiamo subito l’impressione di trovarci di fronte al classico dramma adolescenziale, che alterna piccoli problemi di cuore a ostacoli scolastici, per poi passare da problemi familiari o relazionali dei protagonisti. Beh, siete fuori strada! Siamo infatti di fronte ad una narrazione con protagonisti cinque ragazzi ancora minorenni che hanno avuto la sfortuna di nascere nel lato sbagliato della città. Freeridge, è infatti un quartiere fittizio di Los Angeles, dove vige il monopolio di diverse gang afroamericane ma soprattutto latine, che si fanno la guerra tra di loro.
E proprio l’aspetto criminale e a tratti malfamato del “block” ad essere tanto invadente nelle vite dei giovani ragazzi. Purtroppo non si inserisce soltanto in maniera circostanziale nelle loro vite e in quelle dei familiari. Basti pensare a Cesar, uno dei ragazzi della compagnia. Difatti lui è fratello di Oscar, capo della banda dei Santos, una delle più attive e prepotenti della zona. Lui vivrà un conflitto interiore perenne. L’eterna indecisione tra il desiderio di cambiare vita, andare via da lì e tradire così la sua famiglia e le sue origini, oppure ereditare ciò che secondo le regole della sua gente gli spetterebbe come diritto ma soprattutto dovere. I suoi amici si dedicheranno alla sua causa in tutte le quattro stagioni, poiché dopo tanto tempo e bene, possono reputarsi sicuri di conoscere la scelta che Cesar vorrebbe perseguire. Oppure si sbaglieranno, chissà.
Ma non è tutto
A causa delle lotte fratricide tra gang, i nostri ragazzi dovranno fronteggiare la perdita di persone care e assistere alle vittorie dei cattivi, che erano soliti festeggiare sulle pelle di qualcun altro. Di questo si parla e di molto altro, come anche di malattia e genitori egoisti o forse soltanto deboli. Non tutti infatti sono in grado di liberare i propri figli da ciò che potrebbe rovinare tutta la loro esistenza.
Quindi alcuni diventano complici di quel sistema corrotto, mentre altri scelgono la via dell’abbandono e dell’assenza a loro pensiero riparatrice. Tutto il dramma di On my Block è però raccontato attraverso i sublimi toni della comicità (qui ne parliamo). Freschi e leggeri, come l’età dei cinque protagonisti. Già la sceneggiatura ha l’obiettivo di confezionare anche il momento più tragico con un’ironia arguta senza diventare dissacrante. Non arriva mai ad essere inappropriata o peggio irrispettosa dei momenti più delicati.
Cerca però di infiltrarsi sempre nei discorsi e nelle attitudini dei ragazzi
Ognuno ha un carattere diverso e un altrettanto lato umoristico, senza però apparire soltanto involucri, come volutamente si presentano alcuni personaggi comici. Il messaggio che si vuole trasmettere è orientato a evidenziare quanto siano maturi e comunque grati alla propria esistenza questi giovanissimi ragazzi. A differenza della maggior parte dei loro coetanei che fanno di tutto un dramma. Nel loro caso si tratta infatti di bazzecole, problematiche che guardate dagli stessi diventati adulti provocano loro non poco imbarazzo.
Qui invece avrebbero tutti i motivi del mondo per cadere nel burn out, recriminare ai genitori di aver permesso di crescere tra quelle strade e sentirsi perennemente demotivati a migliorarsi. Ciò nonostante questo non accade, perché è anche l’autoironia a farla da padrona, oltre alle sue tinte luminose vengono proiettate sull’esterno. Laddove altrimenti tutto resterebbe nell’ombra. Non a caso infatti, dove può nascondersi facilmente, il male diventa più forte e deciso a regnare su bene e giustizia.
2) Per gli amanti dell’avventura, RollerWorld fa al caso vostro
A conferma del fatto che On my Block non finisce mai di stupirci, di certo non poteva mancare nella trama anche l’elemento fantastico. Tanto metaforica e divertente è infatti la ricerca di questo fantomatico tesoro in monete d’oro per cui tra tutti, vede tanto più coinvolto un Jamal del tutto fuori dalle righe. Dopo aver intercettato questa leggenda del quartiere, decide infatti di dedicarsi per tutta la durata della prima stagione a seguire le piste che lo avrebbero condotto al tesoro (ecco un articolo per voi). Non sarà da solo a farlo. Riceverà infatti lo spontaneo e coinvolgente supporto di abuelita, l’energica nonna di Ruby. Interessante sarà il suo contributo in questa che poi diventerà un’avventura corale di tutti i protagonisti. Sarà lei infatti a dirigere i lavori tra un segreto mantenuto con i genitori di Ruby e qualche spinello ogni tanto.
Gli indizi e le varie storie satellite di RollerWorld porteranno Jamal e i suoi amici a disturbare personaggi bizzarri che non sempre sembrava avessero buone intenzioni. Ricordiamo tra questi Frankie e la sua appariscente ragazza, il quale secondo i racconti, sarebbe dovuto essere l’autore del furto. Scopriranno inoltre che Frankie fosse il migliore amico di Li’l Rickey, che sentiremo nominare spesso nelle stagioni successive poiché si scoprirà essere fondatore della gang dei Santos. Le piste però li condurranno al sociopatico giardiniere Chivo con l’ossessione per gli gnomi! Goliardicamente trash a tratti ma senza alcuna sbavatura, risulta dunque questa tanto sentita ricerca per Jamal. Non vuole più giocare a football infatti, con la delusione del padre e dell’allenatore. L’avventura ha preso ormai il posto dell’obiettivo principale di quell’anno.
Appare evidente soltanto alla fine della vicenda…
…Quanto in fondo fosse simbolico questa scelta narrativa. In una realtà difficile infatti come quella fortemente presente in On my Block, non poteva bastare una banale e usuale via di fuga. Ovviamente oltre il già singolare taglio comedy. Per riuscire davvero a estraniarsi un po’ dagli spari, dalle risse e dalle brutte notizie quotidiane, serviva qualcosa di molto impegnativo e altrettanto intrigante che portasse i ragazzi lontano da tutto questo. Geniale è stato infatti Jamal, a farsi carico di questo percorso. Dovendo inoltre barcamenarsi tra l’iniziale scetticismo dei suoi amici, le innocenti bugie da raccontare ai genitori e le incognite sulla veridicità o meno della leggenda.
Alla fine dei giochi però quando troverà il suo tesoro, Jamal dimostrerà a tutti che la caparbia il più delle volte ripaga in termini di soddisfazione personale e anche economica, in questo caso. E anche il modo in cui impiegare questo denaro è stato ovviamente oggetto di qualche discussione e freddura nel gruppo. Non dobbiamo dimenticare infatti che stiamo parlando comunque di ragazzi di circa 14 anni, che seppur una spanna in alto rispetto ad altri coetanei, restano pur sempre degli adolescenti. Lo screzio per non essere d’accordo su una scelta anche banale o spesso scontata è all’ordine del giorno a quell’età. A sostegno di questo c’è il grande realismo che nonostante non venga mai appesantito, emerge e fa da sfondo a ognuna delle linee narrative.
3) In On my Block brillanti sono la caratterizzazione e la formazione dei personaggi
Sono proprio i quattro inseparabili (a parte qualche temporanea distanza) amici a cui si aggiungerà in un secondo momento Jasmine, a dare il vero valore aggiunto alla storia. Parliamo infatti di personaggi più che dinamici, i quali vengono investiti in ogni stagione da una spinta evolutiva mai scontato e una connotazione efficace e puntuale. Li conosciamo infatti come vittime delle difficoltà che porta la pubertà. La loro poi, decisamente più atipica e più impegnativa del normale. Dei giovani in procinto di iniziare il liceo, con i timori, le speranze e le aspettative che un passo del genere porta con sè.
Ognuno ha le proprie peculiarità e offre uno specifico contributo per l’armonia generale del gruppo. L’uno cerca di tutelare e completare l’altro, senza alludere ad alcun rapporto tossico o di co-dipendenza. Sono amici di vecchia data, vicini di casa e un loro tipico slogan potrebbe benissimo essere “stessa fame, stesso piatto”. Così, giusto per usare lo slang da gangster!
All’inizio della prima stagione emergono due personaggi femminili
Ci riferiamo a Monsé e Olivia. La protagonista indiscussa resta però la prima, in quanto la seconda è soltanto un’amica della famiglia di Ruby. Olivia viene ospitata a casa sua poiché i genitori erano stati tragicamente deportati. Beh, di lei Ruby si innamorerà perdutamente. E anche se troppo tardi troverà il coraggio di dichiararsi, erano finalmente pronti a viversi il loro giovane amore. Tuttavia sulla vita della ragazza e di chi la circonda piomberà uno dei più impattanti e tristi drammi di On my Block.
Tornando a Monsé adesso, siamo di fronte ad una forte ragazza afro-latina mascolina, tutta d’un pezzo e ostinata nel perseguire le sue intenzioni. È la leader del gruppo poiché sveglia e intraprendente, ma ha anche un lato tenere. Infatti è innamorata di Cesar, suo migliore amico e membro del gruppo, che ricambia sinceramente il suo sentimenti. In principio cercheranno di mantenere segreta la loro frequentazione, ma poi svariate soffiate arriveranno al resto della compagnia e saranno costretti a venire allo scoperto.
Ruben “Ruby” Martinez Jr
È il più intelligente del gruppo in quanto è un piccolo genio della matematica. Inoltre dimostra più dell’età che ha, infatti rappresenta un po’ la coscienza del gruppo quando qualcuno esce un po’ dai binari. È un ragazzo di origine messicane, molto legato alla famiglia che è sempre molto presente nella sua vita e anche in quella dei suoi amici. Anche se infatti si lamenterà di avere i genitori troppo addosso, si renderà conto crescendo di avere una grande ricchezza.
Un po’ pauroso e dalla bassa autostima si ritrova spesso in situazioni spiacevoli, sia per sfortuna sia per avere a volte poco coraggio o determinazione. Jamal Turner lo abbiamo già incontrato per RollerWorld e per il suo particolare rapporto con la simpatica Marisol (qui conoscete altri nonni). È il nerd del gruppo e in parte anche una promessa del football, nonostante preferisse fare altro. Spesso risulta un po’ superficiale e poco empatico, ma in realtà non appena risolve le vicende personali lasciate in sospeso, sa essere di grande compagnia e membro significativo del gruppo.
Cesar Diaz è l’unico che appunto fa parte di una delle gang più potenti della zona. Ed è quando il fratello Oscar esce di prigione, che si trova in quel bivio in cui si trova costretto dal fratello a “imparare il mestiere” proprio quando era appena nata la sua storia d’amore con Monsé. Viene descritto sicuramente come un ragazzo sveglio, molto sensibile e pacato, nonostante qualche volta tenda ad esplodere per le eccessive pressioni. Sa essere rispettoso e altruista con gli amici, rimanendo spesso introverso e taciturno.
Nella seconda stagione fa il suo scoppiettante ingresso Jasmine Flores
Compagna di classe dei quattro e inizialmente considerata da loro così come dagli altri una reietta, per via del suo essere un po’ stramba, logorroica e spesso fuori luogo. Li aiuterà però nella ricerca del tesoro e si rivelerà essere poi un’amica fidata, divertente e anticonformista. Tanta della comicità è legata al suo personaggio, soprattutto per la buffa cotta che si prenderà per Ruby. Il quale, dopo svariati tentativi di rifiuto, cederà al suo passionale e travolgente (forse un po’ troppo!) amore.
Anche gli altri personaggi che orbitano intorno ai protagonisti hanno una loro importanza e sono spesso funzionali al racconto. Pensiamo per esempio a Oscar, ai genitori di Ruby, alla madre che Monsé riesce a ritrovare, al padre Monty e infine al gangster Latrelle e Kendra, la fiamma di Jamal della terza stagione. Ci concentriamo però su quelli principali perchè notevole e il percorso di crescita che compiono dal primo episodio fino all’ultimo. Proprio per questo più che rilevante dettaglio, possiamo parlare di una vera e propria serie di formazione nonché di introspezione psicologica.
Di fatto si dà tanto valore all’analisi dell’animo e della psiche, sempre in maniera velata e senza mai prendersi troppo sul serio. È curioso ritrovarsi di fronte a dei ragazzi davvero diversi nella stagione conclusiva rispetto a quando aveva avuto inizio. Di sicuro più maturi, responsabili e inevitabilmente segnati da tutto ciò che hanno vissuto, nel bene e nel male. Tutto questo mantenendo sempre una coerenza narrativa e temporale. Nonostante la presenza di qualche ellissi e del desiderio di marcare tanto le novità e le sorprese che ognuno di loro ha riservato al pubblico ma soprattutto a se stesso.
4) Freeridge con la sua identità culturale è il sesto protagonista di On my Block
Dire dove ci troviamo in questi casi è forse un punto cruciale. L’accesa rivalità tra il quartiere più multietnico e criminale Freeridge e quello patito e nord-americano di Brentwood, manifestano al meglio il concept della storia. Non a caso il titolo della serie fa riferimento al quartiere, che in questo caso si riduce quasi ad un ghetto non poco claustrofobico, in cui ad avere potere non sono le persone comuni dalla vita ordinaria. Sono le gang che aggrappandosi quasi alle discriminazioni senza tempo della popolazione bianca, decidono di dimostrarsi mille volte peggio di come spesso vengono dipinti.
Si tratta infatti di una guerra tra poveri
In cui si arriva a non avere nulla da perdere e la violenza e l’egoismo regnano sovrani. Quest’ultimo va sottolineato perché dimostra come questa gente non pensi ai danni che arreca a coloro che hanno esattamente le loro stesse origini, che parlano la stessa lingua e hanno vissuto le loro stesse mancanze. È una guerra quella raccontata in On my Block, in cui non esiste una vera vittoria ma solo morte fisica, spirituale e solitudine. Quando invece, se i colpevoli fossero riusciti ad organizzare una società ben strutturata ed equa avrebbero potuto fare fronte comune contro l’altro vero nemico.
Per nulla casuale è il non voler calcare troppo la mano sul fattore della supremazia bianca, considerato che questa viene in realtà adombrato dal coesistente passing for white. È infatti taciuto ma sentito il desiderio di volersi quasi confondere tra la popolazione americana autoctone, per non avere più i soliti problemi e non sentirsi diversi. Sono soprattutto le giovani generazioni però a perseguire questa tendenza ad allontanarsi da origini e costumi. Questi però, insieme alla più ampio concetto di identità culturale, sono comunque implicitamente tanto radicate in questa gente.
Sono gli adulti che infatti proteggono ancora le tradizioni in On my Block
Cercando di non far uscire troppo dai binari i più giovani. Seppur sia una variabile toccata molto piano, considerato che non è così preponderante, rispetto ad altre serie simili o in ambienti diversi, l’importanza data ai mass media e soprattutto ai social. Basti ricordare il fervore legato all’organizzazione della Quinceañera messicana per Olivia o le sedute di Jamal e abuelita dalla Curandera, una sciamana guaritrice della cultura sudafricana.
L’importanza data agli spazi cammina anche oltre il quartiere in sé, facendo sì che anche gli ambienti interni diventino arene simboliche per la narrazione. Questa connotazione però viene da loro assunta grazie alla presenza dei personaggi, che diventano dei grandi fari sotto vari punti di vista. Vediamo infatti un Cesar che spesso inquieto passeggia spesso nel cortile della fatiscente villa in cui vive con il fratello e alcuni altri membri della gang. Si sente intrappolato lì ma allo stesso tempo è attratto dalla calamita della sua comunità che forse è più corretto chiamare tribù.
In quanto le sue leggi e abitudini spesso non si addicano a quelle che sono le società moderne e civili. Monsé per parte sua trascorre molto tempo nella sua stanza, dove scrive, ascolta musica o organizzi incontri fortuiti con l’amato Cesar. Il suo chiudersi però non risulta essere soltanto un luogo comune condiviso con tutte le altre ragazze della sua età. Ovviamente non è distante da questo, tuttavia cerca di farlo diventare un ambiente protetto, personale e distaccato dal resto.
È altrove che vorrebbe svegliarsi Monsé certe volte
Soprattutto anche quando le uniche cose belle, come il rapporto con i suoi amici o con il padre, si incrina per qualcosa. Spesso appartenente a quel mondo che lei vede al di là della sua finestra. La più frequentata però resta sempre la casa di Ruby, che diventa il vero quartier generale dei tutta la combriccola. In particolare di Jamal, che la vive più di casa sua e non perde occasione per presentarsi alla porta oppure entrare senza neanche bussare. Questo in base alla scottante informazione che ha bisogno di comunicare a qualcuno dei presenti.
Quella casa rappresenta l’habitat tipico di coloro che in un quartiere come Freeridge hanno scelto la strada del bene e sono conseguentemente vittime dei cattivi della storia. Diventa dunque fulcro di calorosi momenti familiari, ma anche di tragiche notizie o pessime decisioni. La costante è la forte identità messicana che permea da ogni poro, più forte di quella dei vicini africani e di coloro che piuttosto che farsi forti con la propria cultura, hanno preferito farlo con le armi.
5) Uno dei pochi casi in cui un finto finale ci ha fatto piacere
Ci troviamo al Capitolo 28 nonché ultimo episodio della terza stagione di On my Block. Dopo un’intensa e adrenalinica sessione di minacce, spasmodiche ricerche e alto rischio che qualcuno di lasciasse le penne (così come poi è successo), serviva necessariamente mettere un punto. Questo desiderio che cela un vero bisogno, si sviluppa nel momento in cui i vecchi amici, si sono trovati di fronte all’indicibile atto di uccidere. Che non sia stata farina del loro sacco sicuramente ci dà sollievo, ma è proprio appurare che è il social background il vero problema, doveva necessariamente segnare una svolta decisiva.
Assistiamo infatti ad un raffreddamento dell’entusiasmo generale ma soprattutto dei legami tra i membri del gruppo. Sono infatti cresciuti gli adolescenti in cerca di avventura e le ultime tappe sono state poco esilaranti e parecchio pericolose. Vediamo così Jamal e Ruby che sembrano avere poco da dirsi e piuttosto che rincarare il gelo nella stanza preferiscono dedicarsi così alle proprie love stories.
Tuttavia il colpo di scena in On my Block ce lo regala Monsé
La quale decide finalmente di andare via da Freeridge, spinta soprattutto dal padre e da Cesar, vedendola titubante vista l’aria che si respirava al momento nel gruppo. È giusto infatti che inizi adesso a concentrarsi sul suo futuro e a realizzarsi come persona e soprattutto come donna. Deciderà così di continuare gli studi presso la Mayfield Girls Academy e commovente, emozionante e immensamente realistico è stato l’ultimo saluto di Monsé ai suoi amici, il bacio appassionato con Cesar e il dono di una loro foto di gruppo da portare nella sua nuova vita.
Affinché mai nessuno avrebbe potuto prendere il loro posto e la loro amicizia avrebbe superato tempo e distanza. Si trattava infatti di un legame così solido, sincero e autentico che niente e nessuno avrebbe mai potuto contaminare. Eppure sappiamo bene che in questa vita tutto può cambiare. Ci troviamo infatti proiettati due anni dopo quello struggente e memorabile saluto, in un salto temporale che aveva tutte le carte in regola per essere il finale conclusivo di On my Block.
Vediamo una Monsé felice nel nuovo campus con le sue compagne di scuola e il suo comodino pullula di foto che la sanno lunga sulle sue nuove amicizie. Quella con i 4 di Freeridge sembra ormai demodè, relegata in fondo al mobile. Jamal è tornato in campo con la squadra di football ed è incredibilmente diventato uno dei più popolari della scuola. Mentre Ruby cammina fiero con la sua fidanzata Jasmine, concedendogli solo uno sguardo spavaldo e fugace. Ma veniamo adesso a Cesar.
Come i più immaginavano e speravano non accadesse…
…Prenderà il posto del fratello Oscar nella direzione dei Santos (qui parliamo di gangster), mentre lui si prende cura adesso della famiglia che è riuscito a crearsi. Tutto questo ci ha spezzato il cuore più della partenza di Monsé, poiché in parte dà un fondamento di verità a tutto ciò che temevamo accadesse. Lauren Iungerich è qui che è dunque corso ai ripari con un’ultimissima quarta stagione volta a addolcire qualche dissapore e rivedere l’uscita in grande stile.
Il ritorno in superficie di un cadavere con lettere anonime e sinistri pedinamenti annessi, fanno inaspettatamente riunire il gruppo ormai disgregato. Tante cose sono cambiate e probabilmente non tutto tornerà come prima. Ma dell’episodio conclusivo non possiamo che uscirne comunque appagati e orgogliosi dei nostri amici. Vediamo infatti Monsé, che dopo aver scoperto la vera natura della madre che si era da poco suicidata, deciderà di prendersi un anno sabatico prima di iniziare il college e scrivere un libro sulla sua vita.
In On my Block 4 è però Jamal a sentirsi troppo diverso dal passato
E questo lo destabilizza parecchio. Ma come gli ha risposto saggiamente abuelita, troverà il suo nuovo cammino solo se crederà in se stesso. Sarà proprio lei a lasciarci in questa stagione e la sua sarà una dura e importante perdita, sia per i familiari più stretti che per Jamal e tutta la compagnia. Ruby dal canto suo uscirà vittorioso dal ballo di fine anno come promo king ma resterà umile decidendo di ballare proprio con Jasmine.
Cesar invece, dopo una pesante perdita familiare, cercherà di riavvicinarsi più volte a Monsé ma invano. Nonostante tra i due corresse comunque buon sangue infatti, la ragazza ormai diventata una giovane donna, vuole rimanere concentrata su se stessa e non farsi distrarre dagli amori adolescenziali. Sarà forse anche per questo motivo che Cesar inizierà concretamente a farsi anche lui una strada, del tutto nuovo e lontana da quel luogo che non era mai stato benevolo con lui. Arrivati a questo punto ci sembra di aver passato in rassegna più o meno tutti i personaggi, alcune comparse però hanno fatto capolino senza venire troppo attenzionate.
Durante la cerimonia di saluto alla cara abuelita, gli amici si riuniscono nel sempre presente salotto della casa di Ruby per bere in suo onore. Nel frattempo quattro ragazzi fanno capolino da dietro la siepe, spiando i “grandi” festeggiare indisturbati. Ecco che la storia si ripete, il passaggio del testimone si è appena verificato e tutti gli appassionati fan di On my Block, conosceranno meglio i quattro nell’ombra due anni dopo, in Freeridge. Si tratta del suo acclamato spin off, il quale racconterà dunque storie nuove attraverso personaggi diversi. L’unica certezza è che saranno le stesse vecchie strade a venire calpestate. Il quartiere rimane dunque eterno e con lui le mitiche leggende e gli spiacevoli ricordi.