4×22 Operation Mongoose I– 4×23 Operation Mongoose II
La quarta stagione di Once Upon A Time stravolge alcune delle situazioni che fino a questo momento erano rimaste equilibrate. Come per esempio il rapporto tra Emma e Killian, che negli ultimi istanti del finale si fa finalmente intenso e rivela tutto ciò che fino ad allora era stato solo sussurrato, serviva adesso una svolta, qualcosa che facesse capire che le sensazioni avute nella stagione erano reali, tangibili. Questo finale dà modo di riparare quelle crepe di trama che abbiamo visto nella prima parte di stagione.
La conferma arriva alla fine, quando tutto sembra veramente arrivare a una conclusione tragica, quando l’happy ending del finale della prima stagione è ormai un ricordo lontanissimo e sempre più sfocato.
Emma si sacrifica, per se stessa, per Regina, per Killian e per la sua famiglia. Ormai non ha più paura di affrontare il suo destino, di dare un nome a quello che sente nel profondo della sua anima.
In questo caso vediamo intervenire un personaggio che per la prima volta non è legato a nessun eroe e a nessuna fiaba, l’Apprendista, che si scopre essere un uomo assolutamente diverso da ogni nostra aspettativa ed esente da qualsiasi storia già sentita, dando possibilità al mondo esterno alle favole di entrare in Once Upon A Time e di farlo con stile. Ciò che l’Apprendista porta con sé è l’oggetto soggetto dell’intera Serie, un elemento che fino ad ora era rimasto nascosto come un qualcosa che c’è e che non può non esserci, ma allo stesso tempo si pensava non avrebbe avuto un ruolo di così fondamentale importanza. Ed invece eccola qui, la penna dell’Autore. Meravigliosa eppure così quotidiana, familiare.
A questo colleghiamo inevitabilmente Henry e la sua improvvisa idea di spezzarla. In realtà questa azione mi è sembrata estrema e incredibilmente giusta, in una delle poche volte in cui il bambino ha pensato prima ed agito successivamente. Significava a quel punto fermarsi lì, abbandonare ciò che era stato scritto nel passato e ricominciare da capo. Finalmente! Era quello che serviva: la distruzione per ridare vita a tutti, ricominciando in un futuro incerto ma perfetto per riscrivere la storia con le azioni e non più con le parole.