Dopo un’assenza che è parsa infinita, sono tornata e pronta a parlarvi della terza stagione di Once Upon a Time. Ovvero la più bella di tutte.
Se la seconda stagione è ancora fortemente ancorata a una narrazione standard e una o due volte inciampa, la terza rappresenta, invece, la svolta ed è praticamente perfetta. Once Upon a Time si evolve, si assume delle responsabilità e traccia un cammino talvolta oscuro per i propri protagonisti. L’idea che buoni e cattivi non si nasce ma si diventa è la colonna portante in questa terza stagione, tutti possono fare degli sbagli, persino gli eroi, e i cattivi possono trovare redenzione se ci credono davvero.
È una stagione quindi più matura rispetto alle precedenti come più maturi diventano i protagonisti, ma non solo. Once Upon a Time cambia drasticamente nella terza stagione, gli autori decidono di dividerla in due blocchi, ciascuno con una propria storia e un proprio villain. Una scelta che alcuni hanno criticato ma che in realtà io apprezzai tanto dato che dava la possibilità alla Serie Tv di non cristallizzarsi. I problemi semmai sono arrivati con le stagioni successive, quando gli archi narrativi sono stati trattati malamente.
La terza stagione di Once Upon a Time vede l’introduzione di due mondi nuovi e due cattivi meravigliosi. Pan e Zelena sono due villain in piena regola che mettono alla strette i protagonisti e li costringono a prendere decisioni drastiche, se a causa di Pan Emma e Henry sono costretti ad abbandonare Storybrooke e a dimenticare tutto (salvo poi l’intervento del pirata preferito), con la minaccia di Zelenanella Foresta Incantata ai Charmings non rimane scelta se non lanciare un nuovo Sortilegio Oscuro, mettendo più che mai alla prova il proprio amore.
I due grandi villain di questa stagione sono essenziali per la crescita di Tremotino e Regina. Essi appaiono come uno specchio deformante degli ex-cattivi di Once Upon a Time.
Pan è il sociopatico per eccellenza, è il cattivo peggiore di tutta la storia di Once Upon a Time e per lo stesso motivo è il più riuscito. Un personaggio senza pietà, senza possibilità di redenzione, che pensa solo a se stesso. Il viaggio sull’Isola che non c’è e il salvataggio di Henry diventa per i protagonisti la prova più difficile. Innanzitutto quello che ci troviamo di fronte è un assortimento di personaggi molto diversi tra loro, uniti da un unico scopo e da un leader: Emma.
L’Isola è anche una prova per lo spirito dei singolo protagonisti, ognuno di loro si ritrova ad affrontare le proprie paure e i propri demoni.
La storia di Zelena è senza dubbio più complessa. È stata Cora a segnarne forse il destino, abbandonandola da neonata. E Tremotino dopo di lei a rifiutarla come amante e come pupilla. Zelena cresce così senza amore, eternamente abbandonata e l’unica persona con cui sente di prendersela è la sorella che in realtà non è che se la sia passata tanto meglio.
La terza stagione è la stagione di Tremotino e Regina. Entrambi i personaggi fanno grandi scelte, grandi evoluzioni. Si comportano da eroi e sono pronti a sacrificarsi. Piccola parentesi su Tremotino: la 3A è stato il momento più alto per il personaggio, nonostante il canto subdolo del potere, per questo fa tanta rabbia quello che è venuto dopo.
Ma è soprattutto Regina a passare definitivamente tra le fila degli eroi. La donna, senza l’influenza negativa di Cora e motivata dall’amore del figlio riesce finalmente a combattere l’oscurità e a vincere. Viene perdonata e accettata ed è proprio lei nella 3B a rompere il Sortilegio Oscuro.
E non si può certo dire che la terza stagione non sia la consacrazione dei Captain Swan. Il bacio, il recupero a New York e il viaggio nel tempo sono solo tre dei ricordi più belli di questa stagione. Hook decide di prendere posizione, dopo duecento anni di esistenza fondata su odio e vendetta incomincia un cambiamento, dimostra a se stesso e a Emma di essere più di un pirata. È l’inizio della storia. E a chi dice che i Captain Swan sono puro fan service, io rispondo che sono la cosa più vera di Once Upon a Time.
Non sono due incontratisi in mezzo ai boschi e innamoratisi senza un perché, sono due anime tormentate con il loro bagaglio di segreti, problemi e traumi che in qualche modo si trovano, scontrandosi.
Hook diventa migliore grazie a Emma perché trova finalmente qualcuno che gli da fiducia. Emma, a sua volta, si innamora di Hook perché è l’unico che la tratti come Emma e non come la Salvatrice. Emma se ne innamora più lentamente, è vero ma è anche giusto. Per il suo carattere la donna ha bisogno di più tempo, ha bisogno di una prova che arriva solo nel finale di stagione. Quando qualcuno per la prima volta in tutta la sua vita l’ha messa al primo posto.
Quindi villains, Tremotino, Regina, Captain Swan e infine senza dubbio Emma. La Emma logica e pratica lascia il posto a una Emma rinnovata e pronta ad aprirsi. Emma è un’orfana, nel corso della sua vita è sempre stata lasciata indietro. Non solo i suoi genitori ma anche Neal, August, le famiglie affidatarie e poi vedremo anche Ingrid e Lilith. Di conseguenza la ragazzina che voleva solo essere amata ha costruito intorno a se un’armatura. E quando insieme a Henry vive l’anno senza ricordi a New York quell’armatura torna più forte, perché una parte di Emma, nonostante abbia ritrovato la propria famiglia, ha sempre paura di rimanere ferita e sola.
Lontana da Storybrooke Emma non sente ancora la mancanza perché non si sente parte di quel mondo, si sente un’outsider come sempre.
Il viaggio nel tempo rappresenta quindi un passo importante per la nostra protagonista che potendo toccare con mano una realtà altrimenti solo raccontata, non solo finalmente crede ma si sente parte di quella realtà. Ecco quindi che casa non è solo un posto fisico ma finalmente una famiglia da cui poter tornare.
Casa è quindi il tema principale della terza stagione. La casa che scegliamo per noi stessi, quel luogo in cui sentirisi apprezzati e protetti, in cui l’amore non è condizionato dal sangue ma da un legame più profondo. La casa è quel luogo in cui possiamo ricominciare, possiamo essere migliori. L’Isola, Oz, l’ Enchanted Forest e New York sono così tappe necessarie prima di potersi ritrovare.