Questo articolo contiene spoiler riguardanti gli ultimi eventi del manga di One Piece.
Occhi neri e penetranti, una risata sguaiata, delirante, che sbeffeggia tutti coloro che non credono nei sogni e nel destino. Ecco, chi è Barbanera? Lui era…è un ragazzo nato e cresciuto con una volontà, con un sogno tanto radicato nella mente e nel cuore da renderlo l’uomo che Luffy, Zoro e Nami incontrano nel caos di Mock Town. Un uomo che potrebbe sembrare buono, ma che dietro l’espressione sorridente dimostra di esser capace di ogni azione pur di raggiungere i propri obiettivi. Diversamente agisce il protagonista e Oda-sensei spiega anche perché Luffy non uccide i suoi nemici.
Marshall D. Teach è il personaggio più controverso di One Piece, infatti, le sue parole e le sue azioni definiscono un costante rapporto di affermazione e contraddizione anche tra le teorie che noi tutti possiamo elaborare su di lui. L’ascesa di questo pirata al titolo di Shichibukai e poi al titolo di Imperatore è stata lenta, spietata e sanguinosa. Eppure, quando Barbanera appare per la prima volta nel sempre più complesso intreccio di eventi che è questa storia, ci confonde facendoci credere anche per un istante che in lui possa esserci qualcosa di positivo.
Avanti, ditemi! Come può essere terminata l’epoca dei pirati sognatori?! Suvvia, gente!…I sogni delle persone non svaniscono mai!
Frasi forti che sfidano la realtà del Governo Mondiale che dopo la caduta di Roger ha piegato in due i sogni dei pirati alla ricerca dello One Piece. Almeno così si credeva.
Le parole che Teach con grande fervore pronuncia a Mock Town sono il manifesto della sua personalità, esclusivamente costruita sulla volontà di primeggiare. Questo, però, lo scopriremo più avanti nella storia. Inizialmente cadiamo nel tranello di Eiichiro Oda e speriamo che questo personaggio, poiché condivide gli stessi ideali di Luffy, che forse non avrà un lieto fine, possa far parte della cerchia di aiutanti del nostro protagonista. Invece Teach rappresenta una crepa in quella via incorrotta che stavano tracciando i Mugiwara sino a Skypea e che scopriremo, proprio grazie a questo personaggio oscuro, può essere percorsa creando alle proprie spalle un’evidente scia di cadaveri.
Così ci viene mostrata una personalità che riesce a stravolgere i valori positivi di coraggio e tenacia. Tali valori sono caratteristici di coloro che posseggono la volontà della D. ma, al contrario di Luffy, Ace o Law, nelle mani di Barbanera diventano delle armi che fomentano i suoi desideri al punto da renderlo uno spietato assassino.
Barbanera è la prova di come tale volontà, intesa come eredità tramandata da personalità decedute in passato o intesa come il naturale desiderio dell’uomo di soddisfare i propri piaceri personali, venga influenzata dalla personalità che la possiede.
Eppure, nel disordine e nella resa di una generazione di pirati ormai anziana e disillusa, Barbanera è il primo che desidera ridare vita all’Era della pirateria e combattere per i propri sogni. È disposto a morire pur di vederli realizzati o anche solo provare a renderli reali per non avere rimpianti nella propria vita terrena.
È con questo personaggio che in One Piece si attiva un gioco di luci e ombre.
Quando con Barbanera si giunge a parlare di sogno, per il pirata tanto temuto e ammirato, esso deve avverarsi durante la vita terrena. Non soltanto Teach, ma anche gli altri portatori della Volontà della D. trovano la sfera di realizzazione dei loro sogni nel mondo mortale. Le azioni che compiono avventura dopo avventura, così mirate al raggiungimento di un traguardo tangibile, allontanano l’idea per la quale agire tramite la loro Volontà abbia un qualsiasi valore trascendentale.
Dividere il mondo in buoni e cattivi non serve a niente. Per quanto tu cerchi non troverai mai una risposta! Sono solo illusioni!
Inoltre, chi lo affianca è ben consapevole che parlare di buoni o cattivi e di giustizia degli uni verso gli altri sia solo una mera illusione in questo lungo viaggio, perché secondo il suo ideale ognuno agisce per il proprio tornaconto oltrepassando la linea sottile che dividerebbe il bene dal male. Quella che Teach ammette, almeno in apparenza, è una lotta di tutti contro tutti. La verità, però, è che egli aspira a concretizzare il caos perché solo in questo modo potrebbe realizzare ciò che il destino ha voluto per lui: controllare e dominare la nuova Era dei pirati perché lui è convinto di essere il predestinato.
Capiamo così quanto per questo personaggio la famosa Volontà della D. non rappresenti altro che la punta dell’iceberg.
In One Piece, fondamentale è infatti il rapporto che Barbanera ha con il concetto di destino. Per Marshall D. Teach il destino è ciò che muove i fili del mondo, ciò che decide chi vive e chi muore, motivo per cui se lui morisse accetterebbe la sua fine come necessaria e inevitabile. Pur credendo ciò Barbanera è comunque convinto che il destino per lui abbia piani migliori, per due chiari motivi. Il primo è che lui stesso si considera il predestinato, colui che sconfiggerà tutti i nemici sottomettendoli al suo potere. Il secondo, strettamente derivante dal primo, è che non potrà mai perdere, e non essendo il perdente si meriterà la vittoria, dunque la vita e non la morte.
Vivere o morire…dipende solo dal cielo! I veri perdenti sono coloro che temono la morte!
Solo chi è stolto teme la morte sembra essere il palinsesto epicureo su cui poggiano le parole di Barbanera. Oda non solo riprende come un’eco tali concetti, ma interseca e nasconde tra le righe tòpoi dell’antichità realizzando una visione del mondo e del cosmo che vede questa forza superiore, il destino, al di sopra di tutto.
[…] voglio che il mondo intero lo sappia! Voi, insulsi individui che vi crogiolate nella pace! Voi, Marine! E voi del Governo! E soprattutto voi, pirati! Ora il destino di questo mondo è stato deciso. In questo preciso istante ha inizio la mia epoca!
Evidente è poi l’autocelebrazione che deriva da tutto questo e che Barbanera fa di se stesso. Una megalomania che gli fa credere di non avere dei veri limiti, né dei valori da dover rispettare. Ogni sua azione è dettata da un puro e semplice egoismo, giustificato dal destino che lui crede essere solamente dalla sua parte. Si tratta però di una visione totalmente soggettiva, perché spesso è stato costretto alla fuga o alla sconfitta dopo aver sottovalutato i suoi avversari, proprio come accade nello scontro con Magellan a Impel Down.
Tutto ciò che accade nelle diverse saghe di One Piece non deve portarci fuoristrada, perché Barbanera non è cieco né tanto meno inetto.
Possiamo definirlo sbadato o stravagante, ma assume atteggiamenti ben diversi quando si tratta di elaborare strategie per raggiungere i propri obiettivi.
Teach è un vero stratega che riesce a mescolare perfettamente ingenuità e astuzia cogliendo il momento perfetto per portare a casa le sue vittorie. A Marineford egli lascia che il lavoro sporco sia compiuto dalle altre flotte di pirati e dalla Marina, in modo tale da avere la strada spianata per rubare il Gura Gura no Mi di un Barbabianca ormai esanime. Le sue sono azioni studiate nel minimo dettaglio tanto da renderlo consapevole di non poter affrontare ancora Shanks e di dover necessariamente fuggire. Ed è qui che sorge la contraddizione alla base del suo ideale e del suo comportamento. Marshall D. Teach, nonostante creda e affermi di essere il predestinato, colui che è stato baciato dal destino, si crea da solo la sua fortuna, il suo futuro, partendo da deboli parole che tramuta in azioni forti e stravolgenti.
Per questo non possiamo negare che la sua Volontà, così oscura, determinata e totalmente umana, lo abbia reso un Imperatore.
È diventato una minaccia e al punto tale da portare il Governo Mondiale a far pendere dalla sua testa una mostruosa taglia che mai nessuno avrebbe creduto di leggere: 2.247.600.000 Berry. Ancora una volta One Piece ci sorprende riuscendo, anche nelle sue vicende più semplici e ingenue, ad approfondire le vie più oscure della mente umana attraverso la creazione di un personaggio come Barbanera, che mescola dentro di sé realtà e finzione. Lui ci dà un assaggio di ciò che, al di là della buona indole dei Mugiwara, può diventare l’essere umano se è accecato dai propri desideri e nutrito dal proprio egoismo.