Era il 5 novembre 2001 quando, sintonizzati su Italia 1, tantissimi ragazzini italiani persero la testa per un nuovo cartone animato: All’arrembaggio. Molti di essi ignoravano cosa fosse un anime e che il reale titolo della serie fosse One Piece, ma poco importava. L’unica cosa che contava, al di là di nomi e definizioni, era scoprire quali avventure si sarebbe ritrovato a vivere il giovane pirata protagonista insieme alla sua fedele ciurma. Da allora sono passati ventidue anni e più di mille episodi e il manga da cui l’anime è tratto (e che ne costituisce una copia fedelissima) è diventato una delle opere più influenti del XXI secolo, raggiungendo un grado di popolarità a livello mondiale da far girare la testa. Ma oggi non siamo qui per parlare di One Piece in quanto fenomeno globale, ma bensì per inaugurare una rubrica in cui vi andiamo a parlare nel dettaglio dei suoi suoi singoli e fantastici archi narrativi, così da farvi viaggiare all’interno dei suoi momenti più iconici e speciali, pezzi intramontabili di storia della serialità che continuano a divertire i fan storici e al contempo a calamitarne su di sé di nuovi. Insomma, un lungo viaggio, certo, anzi lunghissimo, forse un po’ folle, ma comunque meraviglioso. Ma prima di iniziare con la nostra analisi/recensione a posteriori, vi lasciamo ai disclaimer del caso.
Attenzione: per la nostra retrospettiva abbiamo scelto di considerare la versione originale della serie, quella giapponese, non perché avessimo qualcosa contro il doppiaggio italiano, ma per poter avere una visione quanto più fedele possibile al materiale di partenza senza stravolgimenti nell’adattamento.
Vi avvisiamo poi che nel seguente articolo troverete spoiler sui primissimi episodi della serie anime di One Piece e dei corrispettivi capitoli del manga.
“Ricchezza, fama e potere. Gold Roger, il “Re dei Pirati”, aveva ottenuto tutto ciò che il mondo aveva da offrire. Le parole che pronunciò poco prima della sua morte spinsero molte persone verso il mare. – Il mio tesoro? Potete averlo, se solo lo volete… Cercatelo. Lì ho lasciato tutto ciò che questo mondo ha da offrire! – Fu così che partirono in massa verso la Rotta Maggiore per inseguire i propri sogni! Il mondo entrò nella grande “Era della Pirateria”.
Romance Dawn
Il primo arco narrativo di One Piece (facente parte della famosa Saga dell’Eat Blue) è Romance Dawn, che ricopre i primi quattro episodi e gli avvenimenti legati all’iniziale approccio tra Luffy (o Rufy se preferite, ma, per favore, per favore, non Rubber) e Coby (o Kobi), nonché il primo incontro con il protagonista e Zoro, oltre a mostrare il primo e indimenticabile flashback della serie, quello relativo al passato di Rufy e al sacrificio di Shanks. Questa prima tranche di episodi si rivela fondamentale non solo per presentare il mondo di ambientazione della serie, ma anche per settarne le atmosfere, capaci di oscillare da quella dell’avventura divertita a quella della profondità contenutistica in pochissimi istanti, ma senza risultare mai incoerente a causa di ciò. Ma proviamo ad andare con ordine.
Dopo il famosissimo incipit in cui assistiamo alla storica esecuzione di Gold Roger, conosciuto come Re dei Pirati che diede inizio alla grande epoca della pirateria, la narrazione comincia in medias res mostrandoci, a differenza di quanto avviene nel manga, le imprese ladresche di quella che un giorno inizieremo a chiamare Nami e il tanto famoso Cappello di Paglia uscire inaspettatamente da un barile sequestrato dai pirati della temibile Alvida. Ci è bastato poco per comprendere che quella a cui avremmo assistito non sarebbe stata la classica storia di pirati: dopotutto, con un protagonista come Monkey D. Luffy, dotato di un versatile corpo di gomma, tutto è possibile e siamo stati ben lieti di constatarlo. Se il manga e l’anime in questione hanno avuto il successo che ora possono vantare lo si deve, infatti, proprio al giovane Cappello di Paglia, un protagonista straordinario, eletto come uno dei personaggi più amati e influenti di sempre, non solo nel panorama degli anime, ma, in generale, della serialità tutta.
Il ragazzo ha un sogno ben chiaro in testa, uno a cui non è disposto in alcun modo a rinunciare e grazie al quale è spinto a non mollare mai e a fare della sua più grande arma questa determinazione. Un uomo che, pur in tutta la sua ridicolaggine e in tutto il suo strambo comportamento senza filtri, è in grado di ispirare gli altri, cosa che si verifica, per esempio, quando Luffy interagisce per la prima volta con Kobi e Zoro.
Se il primo grazie a lui è in grado di ribellarsi di fronte ai soprusi patiti dalla malvagia piratessa Alvida e di lottare per il suo grande sogno, quello di diventare un marine, il secondo trova in lui un capitano degno di essere seguito e che condivide la sua grande ambizione: il momento in cui Roronoa Zoro trova in Luffy uno stimolo in più per intraprendere il suo viaggio per diventare lo spadaccino migliore del mondo sfoderando la sua iconica tecnica a tre spade, rimane ancora ora uno tra i più iconici dell’intera serie. Sebbene il villain presentato, Morgan Mano d’ascia, sia ancora lontano dal fascino di altri cattivi che avremo modo di conoscere più avanti, il suo essere un villain puro, dalle manie di grandezza e corrotto fino al midollo, si rivela funzionale sin da subito a mettere in chiaro il sistema di moralità all’interno della serie, grazie al quale non esistono linee così marcate tra bene e male e dove sono le azioni del singolo a contare più che la propria appartenenza a un gruppo (pirati, Marina ecc…).
Ma oltre al reclutamento di Zoro e all’instaurarsi del primo rapporto con Kobi, che molto più avanti nella narrazione inizierà ad assumere un ruolo particolarmente rilevante, non solo dal punto di vista narrativo, ma anche simbolico, Romance Dawn è famosa per il flashback riguardante alcuni punti fondamentale per il personaggio di Luffy, da un lato l’acquisizione del potere del Frutto Gum Gum (e la relativa spiegazione sui Frutti del Diavolo), dall’altro il celeberrimo sacrificio di Shanks e la consegna dell’iconico Cappello di Paglia, che diviene il simbolo di una promessa imperitura e che sancisce il passaggio del testimone da una generazione all’altra. Il momento in cui Shanks perde il proprio braccio per mettere in salvo Luffy e scaccia con una sola occhiata il Re del Mare è divenuto talmente celebre da imporsi nell’immaginario collettivo e da diventare leggenda.
Certo, guardare oggi i primi episodi dell’anime, abituati come siamo ad animazioni più fluide, colori più accesi e sfondi più dettagliati non è semplice. Anche il formato in quattro terzi tipico dell’epoca del suo primo rilascio potrebbe costituire un ostacolo a un nuovo spettatore o ai coraggiosi che volessero dedicarsi a un rewatch di tutta la serie. Tuttavia, siamo davvero convinti che l’impresa valga la fatica: stiamo infatti parlando di uno dei cartoni più influenti di sempre, un’opera che a livello di contenuto, emozioni e tematiche trattate vale cento volte di più di tante serie visivamente impattanti ma senz’anima che ogni anno vengono prodotte. Questo perché, sebbene ancora solo abbozzata, la trama di One Piece inizia già a lasciare piccoli indizi circa il suo complesso e sconfinato world building sin dalle prime puntate, semi che verranno raccolti molto più avanti, lasciandoci con quella soddisfazione che solo un grande senso di completezza e di coerenza possono darci.
Grande punto a favore della serie rimane poi il suo lato umoristico che ci viene presentato sin da subito: una comicità molto fisica (slapstick) e tipicamente nipponica che piace tanto ai bambini ma che ha il grande merito di far sorridere anche gli adulti grazie ad animazioni distorte, disegni caricaturali e particolarmente buffi e strambi come il peculiare character design dei personaggi.
Scene migliori dell’arco
- Luffy colpisce Coby per farlo entrare in Marina
- Zoro sfoggia per la prima volta lo stile a tre spade
- Luffy mangia in frutto Gum Gum
- Il sacrificio di Shanks e il passaggio di testimone
Frasi iconiche:
“Sono colui che diventerà il Re dei Pirati!“
“Ma Shanks, il tuo braccio!” “Ma sì, che vuoi che sia? Tanto ne ho un altro!“
“Quindi vorresti diventare più grande di noi? In tal caso… Questo lo lascio a te. Ci tengo moltissimo. Prenditene cura! E un giorno… Me lo restituirai! Un giorno, quando sarai diventato un grande pirata! È una promessa, Rufy!“