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Ripercorriamo le saghe di One Piece: Thriller Bark, la sinfonia della vita

One Piece
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“Ricchezza! Fama! Potere! C’è stato un uomo che ha conquistato tutto questo: Gol D. Roger, il re dei pirati. Il mito del tesoro che avrebbe lasciato alla sua scomparsa ha spinto molti a salpare. – “Il mio tesoro?! Prendetelo pure se volete. Cercatelo! Chissà se qualcuno di voi lo troverà.” – Gli uomini si spinsero alla volta della Grand Line. Il mondo entra così nella grande Era dei Pirati.”

– Il Narratore

One Piece è un viaggio. “Beh su questo non ci sono molti dubbi”, direte giustamente voi. D’altronde la premessa della storia scritta da Eiichirō Oda (che recentemente ha annunciato la seconda stagione a modo suo) è molto chiara e lineare e viene descritta, dai primi istanti, come un viaggio per mare alla ricerca di un leggendario tesoro. Quando siamo bambini tendiamo a rimanere talmente affascinati dai colori, dai suoni e dai disegni da non riuscire a cogliere perfettamente le mille sfumature che si possono nascondere dietro quel quadro. Né tantomeno i mille significati che porta con sé una parola apparentemente innocua come “viaggio”.

Il termine “viaggio” deriva dal francese antico veiage, a sua volta derivato dal latino viatĭcum, che in tempi antichi non aveva solo il significato più comune di spostamento da un luogo all’altro ma indicava anche ciò che portiamo con noi durante il viaggio stesso. Il significante, allora, sta a indicare che non tutti gli spostamenti sono da considerarsi per forza dei viaggi ma solo quelli che ci chiedono un investimento personale. C’è chi si sposta per necessità, chi per amore, chi per dovere. Il viaggio diventa anche una questione di fede e si fa pellegrinaggio. Oppure rimane nella sfera dell’intangibile e siamo in grado di muoverci in lungo e il largo solo grazie alla nostra fantasia, pur rimanendo con i piedi saldamente ancorati a terra.

One Piece è un viaggio in tutti i sensi possibili.

È passato un po’ di tempo dall’ultima volta che abbiamo messo piede nella nostra biblioteca. Ma basta uno sguardo a quegli scaffali amati per ricordarci del viaggio compiuto finora e sentire montare in noi la voglia e l’entusiasmo di tornare a solcare i mari con Rufy e la sua ciurma. La biblioteca, ormai, è sempre più luminosa. Come se, addentrandoci tra i suoi scaffali, le stessimo ridando vita ed energia. Sentiamo che il viaggio sta per raggiungere un punto di svolta e che l’avventura si trasformerà ben presto in qualcosa di molto più serio e decisivo. Superiamo lo scaffale che ci ha portati prima tra i canali di Water Seven e poi oltre i cancelli dell’isola-tribunale della Saga di Enies Lobby.

Con il primo libro abbiamo testato il legame della ciurma e trovato un nuovo alleato. Con il secondo abbiamo salvato un’amica, detto addio a un’altra e dichiarato guerra al Governo Mondiale. Il nostro sguardo deve adesso affilarsi un po’ per riuscire a scorgere i contorni del nuovo volume che ci attende. Il libro in questione è di un color viola prugna ma dobbiamo trattenerci dal lasciarlo cadere per terra quando ci rendiamo conto del materiale di cui è veramente fatto. Carne rappezzata insieme. Decisamente inquietante.

Come un mostro di Frankenstein ma in forma di libro, rigiriamo il volume tra le dita per leggerne bene il titolo: “Saga di Thriller Bark”.

Ancora più inquietante di prima. Le lettere nere in stile gotico si distinguono poco, in contrasto con la copertina. La vera sorpresa, però, avviene una volta sfogliate le prime pagine. Una musica inizia a risuonare per tutta la libreria e una allegra melodia ci riempie il cuore di gioia. Sorridiamo curiosi e iniziamo a capire, come ci ha ormai insegnato spesso One Piece, che le prime impressioni non sono quelle che contano e che Thriller Bark è molto più di una storia spaventosa (lo dimostra il fatto che faccia parte dei 30 disagi dei fan della serie). Sulla nave-isola, Rufy e gli altri dovranno affrontare nuovi tipi di nemici misurandosi con le loro stesse paure. Ma anche nell’oscurità più tetra è possibile scorgere una luce di speranza. Un piccolo miracolo che uno scheletro di nome Brook non si sognava più di vedere realizzato.

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Thriller Bark

“Anche se vi lasciassi continuare il vostro viaggio… al vostro livello, troverete solo la sconfitta! Non siete minimamente pronti per il Nuovo Mondo! Ti può sembrare di aver radunato dei validi compagni, ma li perderai tutti!”

– Gekko Moria

Arrivati nel Triangolo Florian (che ricorda molto da vicino il “nostro” Triangolo delle Bermuda), Rufy e gli altri si ritrovano intrappolati dentro un’enorme ragnatela ma non prima di aver fatto una curiosa conoscenza in quel banco di nebbia fitta. Sulla misteriosa isola sui cui decidono di sbarcare, ben presto si renderanno conto che niente è come sembra. Lì abita infatti Gekko Moria, uno dei membri della Flotta dei Sette che, insieme ai suoi fedeli subordinati, sta mettendo su un esercito di zombie.

Ci ritroviamo così di colpo dentro una storia gotica dell’Ottocento se non fosse che, alla fine, si tratta pur sempre di One Piece e la paura non fa veramente novanta. Più continuiamo a leggere più quell’iniziale spavento che avevamo provato nell’aprire il libro si trasforma in ilarità. Thriller Bark è un’isola-nave, la più grande al mondo, dove i morti tornano in vita e le anime sono la benzina per alimentarli.

Ci sono gli zombie, i fantasmi, i vampiri e persino strani umani dai tratti animaleschi. In fondo, però, non riusciamo a prendere sul serio niente di tutto questo.

Abbiamo anzi la sensazione che questo povero volume, lasciato a prendere polvere sullo scaffale, non sia stato apprezzato fino in fondo. Nelle sue reali intenzioni, Thriller Bark non ha mai voluto proporsi come la storia horror di questa lunghissima saga ma bensì come la storia camp a sfumature horror. Se siete d’accordo con noi, fate un cenno con la testa e lo sapremo. La nostra lettura prosegue, tra battaglie insensate e matrimoni falliti. Absalom è un povero uomo invisibile pervertito in epoca pre me too. Perona è una principessa dei fantasmi, facilmente impressionabile. Hogback è un dottor Frankenstein che non ci ha creduto abbastanza. E che dire del povero zombie gigante Odr? Tanto enorme quanto stupido. Inserirgli l’anima di Rufy è stato lo sbaglio più grosso che Gekko potesse compiere.

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Gli zombie di Thriller Bark

“Ficcatevi in testa che non c’è nessuno al mondo… che possa battermi in quanto a negatività!”

– Usopp

Come la quiete prima della tempesta, la “Saga di Thriller Bark” ci regala un’avventura inaspettata e sfortunatamente sottovalutata del mondo di One Piece. Tempi davvero bui ci attendono in futuro, ne abbiamo la consapevolezza anche se per ora preferiamo non pensarci. Thriller Bark è come quei film slasher di un tempo. Quei Venerdì 13, Chucky e Nightmare in cui l’elemento comico e horror andavano perfettamente a braccetto senza mai volersi prendere sul serio.

Allora, la carne in copertina non ci fa più ribrezzo al tocco ma sembra trasformarsi sotto le nostre dita in pezze di vecchi peluche rattoppati insieme.

Grazie a un gioco di squadra gli Straw Hats mandano al tappeto Odr e Rufy sconfigge Moria usando la sua stessa magia. Mentre l’isola-nave viaggia verso il confine del Triangolo Florian, il capitano giace svenuto e stanco. Non abbiamo neppure il tempo di capire che cosa stia succedendo che ecco spuntar fuori Orso Bartholomew, misterioso e stoico membro della Flotta dei Sette. A nulla valgono i tentativi di Zoro e Sanji di sconfiggerlo. Il frutto Pad Pad permette a Orso di respingere qualsiasi attacco, rendendolo un avversario formidabile. Ma cosa vuole? Leggiamo avidamente per capire come andrà a finire questa storia e tratteniamo il respiro.

Orso offre uno scambio: la vita di tutti i membri degli Straw Hats in cambio di quella di Monkey D. Luffy. Stremato ma determinato, Zoro chiede di potersi sacrificare per il proprio capitano. In una sequenza di momenti tesissimi, Orso accetta ed estrae dal corpo di Rufy tutto il dolore e la fatica generati a seguito dello scontro con Moria racchiudendoli in un pad. Il giorno dopo Sanji va in cerca di Zoro trovandolo in piedi in mezzo a un lago di sangue. Nessuno saprà mai del sacrificio della mano destra del capitano.

“Cosa è successo? Non è successo niente”

– Zoro
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Brook

“Oggi è un giorno magnifico! Ho incontrato della gente! Non riuscivo a distinguere l’oggi e il domani in questo oscuro e nebbioso mare. Completamente solo su una nave con il timone fuori uso. Quanti anni ho vagato! Mi sono sentito veramente solo, solo e spaventato! Tanto che ho voluto farla finita! Ho vissuto molto, le persone sono la mia gioia! Per me, voi siete la mia gioia! Yohohoho! Se avessi lacrime, piangerei dalla felicità!”

– Brook

Scossi e ancora colpiti dallo spirito irreprensibile di Zoro e dalla fedeltà al suo capitano, siamo ormai pronti a chiudere anche questo libro di One Piece.

Eppure le ultime pagine ci riservano un’ ulteriore sorpresa. Lo scheletro Brook, pirata morto cinquant’anni fa e che da allora non ha fatto altro che vagare per il Triangolo Florian senza una meta o uno scopo, accetta l’invito di Rufy di unirsi alla ciurma. D’altronde mancava un musicista! La storia di Brook è straziante e piena di rivelazioni scioccanti ma è anche carica di ottimismo, speranza e voglia di vivere. Anche se morto, Brook non smette di ridere e di vedere il lato positivo del mondo attorno a lui. Fa perenni battute sul fatto di essere morto, ride in maniera buffa e ha i capelli afro. Lo scheletro dal cuore d’oro è appena entrato nel gruppo ma sembra quasi di conoscerlo da una vita intera. Anche lui ha un sogno: quello di mantenere una promessa fatta a una piccola balena.

A occhi sgranati ci rendiamo conto, insieme ai pirati, che quella balena non è altri che Lavoon e che Brook è stato un membro dell’equipaggio che l’aveva incontrata tanti anni prima. La spensieratezza contagiosa di Brook ci mette immediatamente di buonumore. La vita è bella, è brutta ma è sempre un’avventura da affrontare fino alla fine. E se riusciamo a farlo con il sorriso e una risata, forse forse quella sfida diventa meno pesante da sopportare. One Piece ci insegna anche questo e lo fa con la semplicità di uno scheletro e di una canzone suonata al pianoforte. Ancora una volta Rufy e gli altri si trovano al posto giusto nel momento giusto riportando il sole e la speranza nel cuore di chi non le vedeva più da tanto tempo. Troppo. La ciurma adesso è al completo. Viviamo, ridiamo e cantiamo. E se la One Piece di Netflix (che puoi recuperare qui sulla pagina dedicata) ti è piaciuta, ti lasciamo con le serie tv che hanno stupito nel 2023.