**Attenzione: evitate la lettura se non volete imbattervi in SPOILER su Only Murders in the Building, la mistery-comedy su Disney+**
A tre puntate dal finale, Only Murders in the Building si concede una tregua. Come da tradizione, la scorsa puntata ci aveva lasciato con un cliffhanger shock: Mabel è andata virale con un video in cui sembra accoltellare “la persona glitterata” con un ferro da maglia (qui trovate la nostra recensione). Ha davvero accoltellato quella persona o è stata incastrata? Vorremmo tanto sapere di più, ma il nuovo episodio, rilasciato su Disney+ martedì 2 agosto, ci porta in gita a Coney Island, dove per un intenso secondo abbiamo creduto di stare per assistere a un crossover con Mr. Robot. Stiamo aspettando la verità con la stessa impazienza con cui Oliver aspetta il test di paternità. Invece la comedy-mystery di Hulu si concede il lusso di temporeggiare con un episodio più riflessivo, a tratti riempitivo. Una parentesi che confonde le acque, aggiunge nuovi elementi e getta nella mischia un inedito Theo Dimas (James Caverly) e una spassosissima detective Williams (Da’Vine Joy Randolph), con tanto di baby-assistente al seguito. Noi vorremmo sapere solo se Oliver sia il padre di Will. Se Mabel ha lasciato Alice o cosa sta combinando l’artista-mitomane. Ci piacerebbe sapere qualcosa in più sul dipinto di Rose Cooper. Poi, chi sta cercando di incastrare il trio? Chi è la persona glitterata? Insomma tante domande, ma ancora nessuna certezza, sebbene inizi a spuntare qualche indizio solido. In fondo ci serviva una pausa narrativa introspettiva per rimettere a posto i pezzi, come suggerisce il titolo del settimo episodio settimanale: Flipping the Pieces. Nel frattempo, se il vostro piccolo Sherlock Holmes interiore non riesce proprio a starsene con le mani in mano, sul sito di Hulu potete votare quello che ritenete essere il sospettato numero uno.
Il puzzle da ricostruire
All’inizio dell’episodio, il personaggio di Selena Gomez si sveglia nell’appartamento di Theo Dimas, sorpresa tanto quanto noi. Sarà forse lui la persona misteriosa? No. E purtroppo siamo ancora molto lontani dallo scoprirne l’identità. Diretto da Chris Teague e scritto da Stephen Markley e Ben Philippe, il settimo episodio di Only Murders in the Building si prende una tregua, proseguendo il tema della paternità, arricchendolo con nuovi punti di vista. Oliver è preoccupato per l’esito del test. Intanto ci fornisce una soluzione anti-gas nel pancino a tema A Chorus Line. Abbiamo avuto l’opportunità di conoscere il figlioletto della detective. Ora sappiamo qualcosa in più sul rapporto tra i Dimas e, non da ultimo, abbiamo conosciuto il padre di Mabel.
Un susseguirsi di flashback, finalmente, ci riporta all’infanzia della protagonista. La ragazza non ha mai avuto tanta voglia di parlare di suo padre e ora capiamo il perché. A quanto pare la passione per i puzzle, per il mistero e per X-Files ha origine proprio dai pomeriggi trascorsi con lui, con il quale aveva un legame fortissimo. Nessuno però le aveva detto che era molto malato. Così, da quando il cancro allo stomaco se l’è portato via in soli sei mesi, Mabel ha paura di rimanere all’oscuro delle cose. L’aggressione in metro le ha causato un nuovo blackout, ripresentandole il conto di un trauma che non è ancora riuscita a superare.
Non pensavamo di dirlo, ma per fortuna in metro c’era Theo, il quale vedendola sconvolta l’ha portata in salvo nel suo appartamento. Dopo l’iniziale confusione – e la comprensibile e realistica incapacità di comunicare – i due scoprono di essere più affini di quanto pensassero. L’ormai sempre più papabile fratellastro di Will si offre di aiutare Mabel e l’accompagna a Coney Island. Durante l’aggressione, infatti, Theo è riuscito a raccogliere il pass che la persona glitterata ha perso mentre scappava via da Mabel, portandosi dietro anche la sua borsa (e la prova!). La gita fuori porta nel quartiere peninsulare, però, non ha ancora portato nessun risultato certo. Mabel non è riuscita a ritrovare i fiammiferi né a vedere il volto della persona (Mabel, potevi provarci!). In compenso ha trovato un indizio fotografico. Inoltre quel lavoro come guardia di sicurezza porta con sé numerose riflessioni sull’identità del sospettato. Poco importa. L’obiettivo della puntata è quello di aiutare Mabel ad acquisire una consapevolezza maggiore. Dopo tutto si è potuta confrontare con un suo simile, con il quale instaura una connessione tenerissima.
I due hanno molto in comune. Sia Theo che Mabel, infatti, sono perseguitati da un’insostenibile routine. Entrambi si svegliano e si addormentano con un pensiero fisso: “e se fosse colpa mia?”. Theo è tormentato dal senso di colpa per la morte di Zoe mentre Mabel, ora, deve convivere anche con il ricordo sfocato dell’accoltellamento nella metro. Perché ha ancora dei dubbi? Sappiamo che non è stata lei a uccidere Bunny. Allora perché quando Theo le ricorda cosa avrebbe fatto, Mabel risponde con quel “di nuovo”? Tutto molto sospetto. La nostra mente, però, non può smettere di pensare a quanto distante possa andare Theo con un braccialetto elettronico. Ad ogni modo, gli ultimi eventi hanno aiutato Mabel a rendersi conto che “capovolgere” la prospettiva di quello che non vuole vedere non è mai una buona tattica.
È tempo di rigirare le tessere. Tutte quante. Altrimenti non vedrò mai il quadro completo.
Mabel Mora, Only Murders in the Building (02×07)
L’umorismo meta narrativo è ancora una volta il protagonista.
Mentre Mabel e Theo prendono a pugni le talpe, all’Arconia, Oliver e Charles vengono messi sotto torchio dalla detective Williams. Dopo un’intera puntata passata a dimostrarci che non potrebbero compiere un crimine nemmeno se si impegnassero, decidono di fidarsi e consegnano alla detective il coltello insanguinato che l’assassino ha nascosto per incastrarli. Oltre ai chili di umorismo, la puntata confonde le acque con nuovi indizi e depistaggi. Oltre al trio, solo la polizia sa che i ferri da maglia non sono l’arma del delitto nel caso di Bunny (sebbene lo abbiamo visto comparire e scomparire sul cadavere nei flashback di Mabel!).
La detective troverà il DNA di Mabel sull’arma del delitto? Per esclusione, però, iniziamo ad avere qualche certezza. La persona glitterata è un uomo; il ricordo di Mabel mostra Bunny senza ferro da maglia nel petto; il colpevole è qualcuno che deve avercela davvero a morte con il trio. Non dimentichiamoci che restano ancora da analizzare le scartoffie che identificano tutti i dipendenti che lavorano a Coney Island. Insomma, il toto colpevole è partito. Sul web si affollano teorie più o meno fantasiose. C’è anche chi sospetta che Bunny si sia ferita accidentalmente mentre Poppy o Cinda sono, al momento, le sospettate più quotate. Ma Amy Schumer dov’è finita?
È il meta-umorismo, ancora una volta, a mettere a segno un nuovo punto in questa stagione che diventa sempre più raffinata. Le battute della detective sulle cringe comedy e le riflessioni sugli sceneggiatori che non saprebbero niente di come viva davvero un sordomuto sono le perle di questo episodio. Una sorta di filler episode di cui, forse, non avevamo bisogno ai fini del mistero, ma che ci è piaciuto da matti. Una menzione d’onore spetta al momento canterino della detective. Che voce! Arrivati quasi alla fine della seconda stagione di Only Murders in the Building è ormai chiaro che la sottotrama mystery sia solo un pretesto per l’esplorazione psicologica dei personaggi, anche i più marginali.
L’uomo glitterato è ferito, ma sta bene. A questo punto un omicidio in meno fa sempre piacere. Tuttavia c’è un prezzo da pagare per le buone notizie: nello zaino, al posto dei fiammiferi, c’è una foto di Charles insieme alla sua ex figlioccia, Lucy. L’episodio si chiude con un blackout e tante altre domande. Con ottime probabilità, dopo aver confuso le acque, i prossimi ci regaleranno qualche nuovo indizio per tenerci occupati fino al gran finale in cui – scommettiamo la paternità di Will – resteremo a bocca aperta. L’ottavo episodio di Only Murders in the Building ci aspetta in streaming su Dinsey+ il prossimo martedì 9 agosto.