ATTENZIONE: l’articolo contiene spoiler su Only Murders in the Building 4×09!!
Si sta come d’autunno i personaggi in Only Murders in the Building, verrebbe da dire. Altro giro, altra corsa, altra morte. Forse prevedibile, sicuramente funzionale ai piani di quell’assassino ancora a piede libero su cui il trio non riesce a mettere le mani. Only Murders in the Building 4×09 svela un grande mistero, ma lascia anche un bel po’ di domande. Siamo sempre più vicini al gran finale, per cui molti nodi devono necessariamente venire al pettine. La puntata di questa settimana è più chiara e meno caotica delle precedenti. Attraverso dei flashback, riusciamo a ripercorrere l’esperienza di Sazz Pataki con il Progetto Ronkonkoma. La settimana scorsa, Helga aveva rivelato che Sazz stava avendo problemi con uno dei suoi allievi stuntman, il suo prediletto. E che, se le fosse successo qualcosa, la colpa sarebbe dovuta ricadere su di lui.
Il finale di puntata ci aveva spinti a credere che potesse trattarsi di Glenn Stubbins (conosciuto nell’episodio 4), che infatti figurava tra i credits del film. Ma poi ci siamo fatti due domande e abbiamo considerato che troppe cose non tornavano con Stubbins assassino. Innanzitutto, perché la controfigura di Ben Glenroy si sarebbe trovata su un lettino d’ospedale, colpito da una pallottola, se fosse stato egli stesso l’assassino? E poi – ormai ci abbiamo fatto l’abitudine – sappiamo che il cliffhanger di un episodio viene solitamente ribaltato dalla puntata successiva. Per cui sapevamo che sarebbe stato così anche per questo plot twist. E infatti, precipitatisi subito in ospedale, Mabel, Charles e Oliver ricevono le prime risposte. Non da Glenn, naturalmente, che è ancora in coma. Ma dal proprietario del Concussions, che rivela al trio che non era certo Glenn il protetto di Sazz Pataki.
No, la controfigura di Ben Glenroy era subentrata nel progetto solo in un secondo momento, quando lo stuntman scelto da Sazz aveva fatto un casino sul set.
Sull’identità di questa persona misteriosa però, nessuna ulteriore indicazione. Gli unici a conoscerlo sono Sazz (morta), Glenn (in coma) e il regista, Ron Howard, sul quale ovviamente Oliver ha un aneddoto personale da raccontare. Only Murders in the Building 4×09 si riduce quindi nel tentativo da parte del trio di avvicinare Ron Howard per chiedergli informazioni sull’identità del presunto assassino. E, in quanto a situazioni stravaganti in cui infilarsi, Mabel, Oliver e Charles si confermano insuperabili. E finiscono infatti a fare i provini per le comparse nel nuovo film di Howard, che – guarda caso – si sta girando proprio in quei giorni a New York. Gli sketch comici sono uno dei grandi punti di forza dello show. E quando riguardano solo il trio di protagonisti lo sono ancor di più.
Questa stagione di Only Murders in the Building ha creato in alcuni frangenti tanta confusione da far passare in secondo piano lo stretto legame tra i protagonisti. Non che non sia stato il fulcro anche della quarta stagione, solo che lo show si è ritagliato uno spazio notevolmente inferiore rispetto al passato per confezionarci momenti dedicati solo a loro. Only Murders in the Building 4×09 è perciò, da questo punto di vista, una gran bella puntata. Il leitmotiv a fare da filo conduttore è il tema dell’amicizia. Amicizia intesa come quel legame che spinge a comportarsi come la cosa più simile ad una famiglia. Che crea connessioni, affinità, terreni di condivisione.
L’amicizia, soprattutto a una certa età, è quella convinzione che ti fa inserire il nome di una persona tra i contatti di emergenza da chiamare in situazioni di pericolo.
È un nome sospeso tra la vita e la morte. Il contatto a cui si affiderebbero le ultime volontà. La prima persona da cercare in caso di bisogno, l’ultima da voler vedere se le cose dovessero mettersi male. Lo scambio tra Oliver e Charles, oltre che totalmente esilarante, è anche molto tenero e quasi commovente. Per star dietro a omicidi, scomparse e misteri da risolvere, ci siamo quasi dimenticati che il cuore di Only Murders in the Building è il legame d’amicizia tra i protagonisti. Nel corso delle quattro stagioni, Oliver Charles e Mabel hanno imparato ad essere necessari gli uni agli altri. Tutto il focus sulla famiglia dell’episodio precedente è servito a ricordarci che non sono i casi da risolvere il centro nevralgico di Only Murders in the Building. Non lo sono i suoi omicidi, non lo è il ritmo, la concitazione, neppure l’umorismo. È l’amicizia a muovere tutto.
Ma Only Murders in the Building 4×09 è soprattutto l’episodio che ci accompagna al gran finale di stagione. E che ci consegna un colpevole o presunto tale (tutto si deciderà nell’episodio della settimana prossima).
Mentre Charles e Oliver rinsaldano la loro amicizia festeggiando l’addio al celibato, Ron Howard piomba all’improvviso nello stesso ristorante cinese e – plot twist – riconosce davvero Oliver, avvalorando per una volta uno dei suoi bizzarri aneddoti. Il regista era l’unico, oltre a Sazz e Glenn, a conoscere l’identità dello stuntman sostituito in Progetto Ronkonkoma. Dal suo racconto – e attraverso una serie di flashback che ci chiariscono ulteriormente l’episodio dal punto di vista di Sazz – scopriamo che si tratta di Rex Bailey, un nome che così non ci dice assolutamente nulla. Ma viviamo nell’epoca in cui ogni nome può essere associato ad una fotografia.
E così scopriamo la vera identità di Marshall, lo scrittore con la sindrome dell’impostore che si è occupato della sceneggiatura del film. È lui lo stuntman prediletto di Sazz, quello che la stava tormentando e che doveva essere considerato responsabile di qualsiasi cosa di brutto le fosse accaduto. Dove c’era una chioma bionda adesso c’è un anonimo caschetto. Il viso pulito ha lasciato il posto a una barba semincolta, ma per il resto è tutto lì: Marshall (o Rex Bailey) potrebbe essere l’assassino di Sazz Pataki. È necessario allora fare un salto indietro all’episodio 5, quello in cui ci viene presentato il personaggio di Marshall. Perché, col senno di poi, tanti dettagli assumono un significato completamente diverso.
Marshall si presenta con una frase che, letta alla luce dei nuovi risvolti, assume un valore premonitore. Per lui indossare i panni dello scrittore significava “convincere il mondo della persona che sei“.
Ma che persona è Marshall? È riuscito a convincere il mondo di essere quello che non è? Nello stesso episodio, capiamo che l’assassinio di Sazz è legato al film. Era una pista che avevamo escluso, concentrati sull’ala Ovest e i suoi inquilini. Ma Bev ce lo aveva suggerito: a uccidere Sazz, è stato qualcuno che lavora al nostro film. Perché? Mabel, Charles e Oliver hanno provato a dare una risposta a questo quesito. Si sono guardati attorno, sul set, alla ricerca di un sospettato che mostrasse agitazione dinanzi alle loro domande. E Marshall incredibilmente è sempre stato in uno stato di agitazione davanti al trio. Balbettava, non riusciva a star fermo, tentava di svignarsela. Ma tutti eravamo stati indotti a pensare che fosse a causa della sua sindrome dell’impostore e dei complessi di inferiorità che provava stando dinanzi ai protagonisti reali della sua storia.
Se riguardiamo bene l’episodio 5, ci accorgiamo di quanto Marshall sia stato sfuggente dinanzi ad alcune questioni. Vi siete accorti che, alla domanda posta da Mabel su dove si trovasse la notte dell’assassino, Marshall non ha mai veramente risposto? Charles e Oliver lo hanno interrotto con le classiche osservazioni inutili su pezzi della sceneggiatura. Quando si ritorna sull’argomento, Marshall dice solo che esiste un video su YouTube di una sua performance comica tenutasi proprio la notte dell’omicidio. Guarda caso però, quando chiede se qualcuno abbia voglia di vederla, a nessuno salta in mente di verificare.
C’è dunque più di qualcosa di sospetto in Marshall, solo che non ce ne eravamo accorti.
Mabel, Charles e Oliver gli piazzano davanti la lavagna degli omicidi ed è proprio lui a far notare che la tempistica non torna, suggerendo delle riflessioni fin troppo perspicaci sulla pista dell’omicidio. Sappiamo inoltre che l’assassino si trovava agli uffici della produzione al momento del servizio fotografico e Marshall era proprio lì, attentissimo ad ogni dettaglio. Non è un caso che fosse presente ad ogni passo avanti fatto dal trio, come il suggerimento di Mabel di prestare attenzione alle impronte delle scarpe o l’illuminazione di Charles sul doppio killer. Al momento degli spari, Marshall è fuori da qualsiasi inquadratura. È molto probabile che sia stato lui quindi a sparare a Glenn.
I due personaggi, tra l’altro, si erano già incontrati e Glenn aveva accennato al nuovo look di Marshall, dimostrando di conoscerlo ai tempi in cui era ancora Rex Bailey. Ma tutti questi dettagli assumono una valenza solo in Only Murders in the Building 4×09. Tutto torna anche ai nostri protagonisti quando vedono il volto di Marshall e uniscono i puntini. Mabel, di ritorno dall’ospedale dove ha trovato Glenn Stubbins morto, è quella che bloccata sfortunatamente nel suo appartamento insieme al presunto assassino. Da una scatola di birre conservata fino a quel momento nel frigo, spunta il copione di Only Murders con la firma di Sazz Pataki alla sceneggiatura. È stata Sazz a scrivere Only Murders e a consegnarlo al trio?
È per rubarle il lavoro che Marshall l’ha uccisa?
Sono tutte domande che restano senza risposta, perché ovviamente la partita si giocherà tutta nell’episodio della settimana prossima. Non è detto che il quadro sia completo. Sicuramente Marshall dovrà rispondere di un paio di comportamenti compromettenti, ma siamo sicuri che tutti gli indizi conducano a lui? Se il profilo dell’assassino corrisponde a quello che Mabel, Charles e Oliver stavano cercando in questa quarta stagione, vuol dire che Marshall stava tenendo d’occhio il trio da prima dell’omicidio di Sazz? E perché c’è stata tanta enfasi sulla notizia del telegiornale che parlava della scomparsa di Nicky “The Neck” Caccimelio, il re del lavaggio a secco di Brooklyn che ha legami con la famiglia criminale Caputo? È un particolare rilevante per l’epilogo di questa stagione o si stanno gettando già i presupposti per la quinta?