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Only Murders in the Building è ancora tra noi (e sempre sia lodata)

Una scena di Only Murders in the building 4x06
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Avete presente il meme del cavallo disegnato con la parte posteriore del corpo ben delineata e ricca di dettagli e quella anteriore che sembra il disegno di un bambino delle elementari? Quante volte abbiamo visto applicato il concetto espresso in quell’immagine a indicare la decadenza di una serie tv nell’avvicendarsi delle sue stagioni? Tante, troppe volte. Eppure, sembra esserci, invece, una serie che sta mantenendo la sua eccellente scrittura e la sua brillantezza nel corso delle stagioni. Stiamo parlando di Only Murders in the Building, in procinto di chiudere la quarta stagione e in attesa della quinta e conclusiva.

Perché possiamo dire ringraziare che Only Murders in the Building sia ancora tra noi

La serie, disponibile su Disney+, è stata ideata da Steve Martin e John Hoffman e segue le vicende di tre appassionati di true crime e podcast alle prese con una serie di omicidi all’interno del loro palazzo, l’Arconia, nel cuore di New York. Mabel Mora (Selena Gomez), Charles Haden-Savage (Steve Martin) e Oliver Putnam (Martin Short) non potrebbero essere più diversi: la prima è una trentenne cinica e dalla battuta pronta, Charles una vecchia star della tv e Oliver è un consumato regista di teatro che non ha mai davvero sfondato. Eppure, quando l’omicidio di Tim Kono sconvolge le vite degli abitanti dell’Arconia, i tre uniscono le forze per scoprire cosa gli è accaduto. Ed è così che ha inizio la straordinaria avventura che è Only Murders in the Building.

Only Murders in the Building (640x360)
Disney+

Per 4 stagioni (con la quinta e finale in produzione), la serie ci ha accompagnato nelle vite di personaggi che, con poche battute, sono riusciti a farsi strada nel cuore del pubblico. Ironici, accattivanti e con ognuno le proprie idiosincrasie, i protagonisti di Only Murders in the Building sono il cuore della serie e ne costituiscono una componente fondamentale. Ognuno di loro diventa la voce narrante di un episodio, dando al pubblico la sensazione di essere accompagnati in un vero e proprio podcast visivo.

L’intuizione della serie, infatti, non è soltanto quella di aver fatto rivivere il binomio crime e comedy, ridonando freschezza a un genere (quello del mistery). Ma ha sfruttato l’ondata di successo che negli ultimi anni i podcast hanno avuto per renderli co-protagonisti della serie. Mabel, Charles e Oliver, infatti, per tenere traccia dei loro indizi e delle teorie sui possibili assassini iniziano a registrare tutto. In questo modo, la trama di ogni stagione diventa la trama anche del podcast stesso, creando un gioco metatelevisivo stratificato.

Inoltre, concentrando la maggior parte delle avventure dei protagonisti all’interno del palazzo dell’Arconia, con pochi spostamenti nel corso delle prime tre stagioni, la serie crea un ambiente circoscritto e raccolto, che favorisce la sensazione di intimità e famigliarità nello spettatore. Se temete di perdervi nella Grande Mela, avrete sempre un posto sicuro (al netto di assassini nel palazzo) all’Arconia, sembrano volerci dire i creatori della serie.

Only Murders in the Building
Disney+

Only Murders in the Building: una tavolozza di personaggi meravigliosi

Dicevamo che uno dei punti di forza di Only Murders in the Buildin sono i suoi protagonisti e tutte le comparse e dei personaggi secondari. Dalla meravigliosa Sazz Pataki (Jane Lynch), stuntman di Charles in Brazzos, a Loretta (Meryl Streep) che arriva nella terza stagione rubare il cuore di Oliver. Per non parlare della detective Williams, interpretata dalla bravissima Da’Vine Joy Randolph o la diabolica Jan Bellows (Amy Ryan). Per non parlare di Ben Glenroy (Paul Rudd) e i tre alter-ego dei nostri protagonisti, Eva Longoria, Eugene Levy e Zach Galifianakis nei ruoli… di sé stessi. Ovviamente, non possiamo dimenticare di citare i numerosi inquilini dell’Arconia: personaggi buffi, le cui storie sono approfondite nel corso della serie.

Insomma, la tavolozza di personaggi di Only Murders in the Building si arricchisce di sfumature nel corso delle tre stagioni. Con poche pennellate gli sceneggiatori tratteggiano ritratti autentici, divertenti e, persino tragici, regalando un campionario di umanità a cui affezionarsi e indimenticabili. La serie, inoltre, ha il pregio di non abbandonare nessuno dei suoi protagonisti. Ma li sfrutta come una sorta di deus ex machina o di ding dong per chi è in pari con l’ultima stagione.

Disney+

La trama della quarta stagione è un delizioso rompicapo da risolvere calato nel mondo del cinema

Approfondendo le dinamiche tra i suoi protagonisti, inoltre, viene offerto al pubblico la possibilità di conoscere il passato di Mabel, Charles e Oliver. Nessuno spiegone, ma indizi e frammenti disseminati nel corso degli 8/10 episodi che una volta raccolti daranno finalmente un’idea di ciò che è successo. Con la quarta stagione troviamo Mabel, Charles e Oliver a un bivio: cosa fare con il loro podcast?

La soluzione arriva da Hollywood con una proposta. Qualcuno ha scritto una sceneggiatura su di loro e sul loro podcast e la Paramount intende produrre il film! Con queste premesse, la quarta stagione – tra le più accattivanti e divertenti – sposta il focus dal mondo del podcast a quello del cinema. Così, ogni episodio diventa una disamina dell’universo cinematografico, ma anche di quello più intimo di ognuno dei suoi personaggi. La trama della quarta stagione diventa perciò un rompicapo delizioso da risolvere con incursioni nella settima arte che divertono e catturano l’attenzione. L’intento della serie è infatti sempre stato quello di parlare al suo pubbico, coinvolgendolo direttamente nelle sue trame.

Arrivata alla quarta stagione, la serie dimostra ancora di saper giocare molto bene le sue carte, creando qualcosa di familiare e nuovo al tempo stesso. Se non l’avete ancora fatto, date a Only Murders in the Building una possibilità: potreste innamorarvene. E scoprire perché ha tutto questo successo.