Il seguente articolo contiene spoiler su Only Murders in the Building.
Vorremmo fare una lunga introduzione, ma qua dobbiamo rimanere all’interno dei 30 minuti di podcast e non siamo minimamente bravi quanto Charles, Oliver e Mabel, soprattutto dopo questa seconda stagione.
Dopo dieci episodi che avevano stupito il mondo e proiettato la serie di Steve Martin e John Hoffman a decine di candidature e nei cuori di tantissimi fan, Only Murders in the Building ha tirato fuori una seconda annata in cui sono semplicemente riusciti a migliorare tutti i piccolissimi difetti presenti nella prima stagione. Ci siamo innamorati della serie e dei suoi protagonisti tanto da finire col fiato sospeso a osservare le loro vicende; potremmo raccontarvi per ore di cosa proviamo dal punto di vista emotivo per questa serie tv. Oggi però vogliamo uscire dal ruolo di fan e tirare fuori una visione più fredda e metodica, spiegandovi come un prodotto quasi perfetto abbia già iniziato a innalzarsi al secondo anno.
Autoconsapevolezza e autocritica
Nel reddit dove si sono riuniti i fan della serie in questi ultimi mesi, il co-creatore John Hoffman ha tenuto aperto un “Ask me anything” dal quale abbiamo scoperto varie chicche e curiosità, a partire dal fatto che benché molti degli scrittori della serie frequentino il reddit dei fan, pieno di teorie e idee, la seconda stagione era entrata in produzione mentre noi stavamo iniziando a vedere la prima in streaming. Questo fatto vuole mettere come premessa evidente che qualsiasi miglioramento sia avvenuto, sia nato solamente dalle menti dello staff stesso. Non avevano avuto modo di ottenere un responso dal pubblico o dalla critica se non le puntate in anteprima. Per i punti che andremo ad affrontare, hanno dimostrato molta maturità nel saper osservare le criticitità della propria opera.
Mabel, Charles e Oliver ci hanno fatto sentire a casa creando un trio avvolto dal mistero e condito con interpretazioni attoriali veramente sorprendenti. E per quanto fossimo molto soddisfatti della scrittura dei tre personaggi, questa aveva piccoli margini di miglioramento. Il trio fondava la propria unicità in piccoli e leggeri stereotipi attorno ai quali i protagonisti avevano imparato a danzare. Ci avevano scherzato su ed erano riusciti a farlo con intelligenza, ma questi non erano spariti. Alla chiusura della seconda stagione sono ormai impercettibili.
Partiamo da Mabel
Il personaggio di Selena Gomez è la quota giovane del trio, quella più vicina al presente e che riesce ad aggiornare il modo di pensare anche dei suoi compagni. Il tutto con qualche battuta acida di troppo e un atteggiamento quasi esasperato dalla situazione: la ragazza ha un passato oscuro e per lei è difficile fidarsi del prossimo, per cui il comportamento era comprensibile. In questa seconda stagione si sono fatti passi avanti: Mabel ha imparato ad aprirsi con le altre persone sia dal punto di vista amoroso che in amicizia. Le battute verso gli altri personaggi sono diminuite e la giovane ha iniziato a instaurare legami profondi e pieni di affetto e rispetto. È diventata il collante emotivo di Charles e Oliver, quella che riesce a farli abbracciare senza paura e timore.
Oliver aveva avuto il ruolo più leggero dei tre protagonisti nella prima stagione. È un personaggio eccentrico che di fronte a ogni situazione reagisce con battute fuori luogo e ironia quasi incomprensibile. Anche il legame che aveva con Teddy Dimas, per quanto pesante e tetro, non aveva mai portato il personaggio a finire coi piedi per terra per risolvere la situazione. Se per lui le battute non sono diminuite, rimanendo giustamente la vena comica del trio con una Mabel più sincera, la storyline legata al DNA e il figlio rivelatosi non suo hanno ribaltato il personaggio. Abbiamo visto un lato molto più realistico e timoroso di Oliver, rincorso dal suo passato e dalla consapevolezza di essere leggibile dal prossimo forse più di quanto gli altri lo siano per lui.
Per ultimo Charles, usato come valvola di sfogo per battute nella prima stagione di Only Murders in the Building e quasi mai preso sul serio (ricordiamo che nella ship Olimabel, Charles è muto), ha avuto modo di risplendere in questa stagione. L’ex attore ha ottenuto un ruolo più centrale nelle vicende riguardanti la morte di Bunny e quasi tutti i personaggi chiave sono finiti per interfacciarsi con lui: dalla figlioccia che aveva assistito al killer, a Rose Cooper che aveva dipinto il quadro raffigurante i Savage. Charles è diventato quasi il capo del trio, se non gerarchicamente quantomeno a livello visivo, con la sua figura quasi sempre centrale nelle inquadrature importanti o comunque più di spicco nei momenti clou.
I miglioramenti non si limitano ovviamente solo a loro tre
La vita dei residenti all’Arconia non è mai sembrata così realistica: abbiamo scoperto lati nascosti e momenti privati dei coinquilini sia tramite i passaggi tra le pareti, sia grazie a episodi più intimi come quello del blackout. Se a questo aggiungiamo un cast parzialmente ridotto, ma nel quale quasi tutti hanno ottenuto un maggiore screentime, possiamo notare come la voglia di dimostrarsi competenti non sia sfociata nella voglia di strafare.
C’è voluto tanto coraggio anche a concludere la stagione in modo tale da uscire dal canovaccio che tanto ha soddisfatto a posteriori i fan. Se sappiamo che le indagini sulla morte del personaggio di Paul Rudd saranno sempre centrali nella terza stagione, il cambio di location e il timeskip di un anno ci forniscono un ambiente quasi completamente nuovo al quale approcciarci. I personaggi sono diventati quasi tutti di successo in questi dodici mesi: Oliver e Charles nel mondo del teatro, mentre Mabel sembra molto più sicura di sé emotivamente. Questo ci prepara a dimaniche nuove per le quali gli sceneggiatori si sentono pronti.
Ora un vero riscontro per Only Murders in the Building lo hanno
Se all’inizio di quest’articolo abbiamo voluto specificare che la seconda stagione fosse entrata in produzione prima di qualsivoglia parere del pubblico, non volevamo semplicemente mettere le mani avanti. I cambiamenti apportati alla serie fino a ora si sono rivelati brillanti e ben mirati: le pareti macchiate da piccoli errori sono state ridipinte e ora sì che gli scrittori della serie possono interfacciarsi al pubblico per la terza stagione. In un prodotto che vuole bilanciare due generi con così tanta cura, l’occhio critico di fan ed esperti può fornire quantomeno spunti esterni sui quali fondare un ulteriore miglioramento. Opinioni dei fan come indice di apprezzamento di questo o quel personaggio, o sulla quantità di indizi a volte troppo evidenti o a volte quasi mancanti sarebbero standard perfetti per lo step successivo.
Serviranno comunque pochissimi accorgimenti alla serie, cge distinta sotto ogni aspetto dalla produzione alla distribuzione in streaming, ma il livello dell’Arconia può essere ancora innalzato. Se sopra il palazzo possiamo costruire una nuova struttura atta a rimodernizzare il condominio e portarlo nel ventunesimo secolo, anche Only Murders in the Building può ambire ben oltre il tetto che si era imposta di raggiungere durante le prime due stagioni. Vorremmo dire che il limite sia il cielo, ma sulle scale dei Led Zeppelin potrebbero passare inosservati molti killer: limitiamoci a un piano alla volta, possibilmente senza portarci dietro salse greche.