ATTENZIONE: proseguendo nella lettura potreste incappare in spoiler su Lioness 2.
Domenica 27 ottobre 2024, Paramount+ presenta ai suoi abbonati la prima puntata della tanto attesa seconda stagione di Lioness. Chi vi scrive, dopo aver guadagnato un’ora di sonno grazie al passaggio dall’ora legale a quella solare, si gode un momento di pigrizia a letto, sotto calde coperte, mentre fuori piove. Pronto a gustarsi la nuova avventura scritta, e in questo caso anche diretta, da Taylor Sheridan, l’uomo dalla penna d’oro, il creatore di Yellowstone (e i suoi vari spin off), di Mayor of Kingstown, di Tulsa King. E sceneggiatore, tra le altre cose, di Sicario (per il quale ha ottenuto una nomination agli Oscar come miglior sceneggiatura originale) e il suo seguito, Day of the Soldado (diretto da Stefano Sollima).
Quattrocentoventi (420) giorni di attesa e finalmente ci siamo, è arrivato il momento: di scoprire se Lioness 2 sarà all’altezza della prima stagione che ci aveva tanto colpiti.
Finalmente ci siamo! Inizia Lioness 2
Buio. Una casa di campagna sullo sfondo. Alcune figure si muovono nell’oscurità. Difficile percepirle chiaramente. Rumori ovattati, passi furtivi. In sottofondo un suono ritmato che ricorda il battito del cuore. Intervengono strumenti a corda che intonano note profonde, basse, lunghe. Il cuore si ferma e un colpo di arma da fuoco silenziato ci sorprende.
La voce di un bambino che chiama il padre: «Papà, papà?». Una luce che proietta l’ombra di un ventilatore ci dà l’idea del caldo asfissiante. Un altro colpo silenziato ci fa intendere che quella voce non la sentiremo più.
Poi il ritmo cambia, diventando più veloce. Lamenti di una donna che fugge fuori dalla casa cercando di perdersi nei campi. È inseguita e mentre viene braccata da uomini un’auto illumina la scena. Le urla della donna sono strazianti. Viene caricata di forza sulla macchina che sgomma via, imbocca una strada e sparisce nella notte. E via con i titoli di testa.
Chi ben comincia è a metà dell’opera
Luce. La scena successiva è ambientata in una cucina. Un’altra donna. Questa, a differenza della prima, la conosciamo già. Si tratta di Joe, interpretata da Zoe Saldaña. Joe è la leader del progetto Lioness, un’operazione della CIA dedita all’addestramento, l’infiltrazione e l’eliminazione di pericolosi criminali e terroristi da parte di agenti donne. Leonesse, appunto.
Joe è alle prese con la preparazione della colazione ma il risultato non sembra andare granché bene. Dalle padelle si alza un fumo nero, acre. E le cose che la donna gira con qualche difficoltà hanno un aspetto mal sano. La figlia più grande, interpretata da Hannah Love Lanier, la più piccola, Celestina Harris, e il marito, Dave Annable, entrano uno dopo l’altro esprimendo tutti la stessa perplessità: cosa stia bruciando in pentola. Prendono in giro la donna che si difende dicendo di saper fare da mangiare, smentita dai risultati, però.
Così, il padre e marito decide di offrire alla famiglia una colazione in una di quelle note catene americane, famose per i waffle. Durante la colazione Joe vede delle immagini al telegiornale. Si alza e apprende, e noi con lei, che la donna rapita è una deputa degli Stati Uniti d’America, dedita alla lotta contro i cartelli messicani della droga.
A che punto eravamo rimasti?
Le successive due scene sono molto simili. Una è ambientata sulla scena del rapimento e vede protagonista Kyle, interpretato da Thad Luckinbill. Dà l’impressione di movimento, di azione, porta avanti la trama. L’altra, invece, ci ripresenta Kaitlyn, il personaggio interpretato da Nicole Kidman, alle prese con il misterioso marito, Martin Donovan, che sembra conoscere il dietro le quinte molto meglio di lei che pure è un alto dirigente della CIA. Una scena statica ma per nulla noiosa.
Questa sorta di riassunto delle puntate precedenti, incentrato prettamente sui personaggi, ciascuno collocato in una situazione più o meno congeniale, è molto ben orchestrata perché permette di riprendere il feeling con chi ha visto la prima stagione e introduce quelli che saranno i protagonisti per chi approccia la seria per la prima volta. Sono scene veloci, ben ritmate, con dialoghi ben costruiti, girate per spiegare e non per allungare il brodo. Anche la scena familiare di Joe ha il suo perché dato che la vede inserita in un contesto che le provoca piacere e sofferenza al tempo stesso.
Un ottimo antipasto, questa prima puntata di Lioness 2
Avevamo concluso la nostra precedente recensione chiedendoci se Lioness 2 ci sarebbe stata, divisi tra il desiderio di averne ancora e la convinzione che, come unicum, sarebbe andato comunque bene. All’annuncio della seconda stagione abbiamo cominciato il conto alla rovescia con la solita apprensione: sarà all’altezza delle aspettative? Questa prima puntata ci dice che non solo le aspettative sono state realizzate ma è possibile che ci sia molto di più.
Intanto perché Taylor Sheridan è sinonimo di qualità. Raramente il cowboy dalla penna d’oro sbaglia qualcosa. Poi perché questa puntata dà allo spettatore la sensazione che l’ideatore della serie abbia deciso di fare le cose in grande, concedendo alla sua creatività la maggior libertà possibile. Ce lo dimostra la scena della riunione operativa nella quale un Morgan Freeman in splendida forma disegna uno scenario geopolitico decisamente attuale. Si parla di anno elettorale e poi di Ucraina, di Russia. E di Cina.
Infine, perché tutta la seconda parte della prima puntata è dedicata alla liberazione dell’ostaggio con una operazione sotto copertura piena di adrenalina. Gli agenti incaricati del recupero, infatti, sono senza copertura e devono agire contro dei rapitori che godono, a quanto pare, dell’appoggio della polizia messicana.
Vecchi amici, nuovi amici
Joe è costretta, per motivi politici, a fare in fretta un lavoro come non vorrebbe. Si ritrova Kyle tra i piedi e sappiamo benissimo come non lo sopporti. In più non ha la sua squadra operativa e deve affidarsi a nuovi agenti che non conosce. Deve fidarsi di loro, affidargli la sua vita e confidare che non combini troppi guai. La nuova squadra, però, sembra all’altezza della situazione. A comandarla c’è Cody, interpretato da… Taylor Sheridan. Esattamente, proprio lui. Lo sceneggiatore ha deciso di scendere in campo interpretando il ruolo del vecchio soldato, come si definisce a un certo punto.
Tra lui e Joe c’è un passato, lo si evince da un breve scambio di battute, prima dell’inizio della missione. Ciononostante a fine puntata è chiaro che la donna abbia piena considerazione dell’ex militare.
Il duplice ruolo di Joe in Lioness 2
Sul finire della puntata, dopo che Joe ha dichiarato di non occuparsi di giustizia ma soltanto di vendetta, la donna va in crisi. Questo è un altro degli argomenti che Taylor Sheridan, in versione sceneggiatore, sembra intenzionato a portare avanti in Lioness 2. Joe è combattuta tra il dovere verso il proprio paese e quello verso la propria famiglia. L’impressione, a inizio puntata, è che le cose siano più equilibrate rispetto alla fine della prima stagione ma il finale puntata ci fa capire che la crisi è profonda e la frattura si sta aprendo sempre di più spezzando in due la coscienza della donna e minandone l’equilibrio.
Su questa dicotomia, madre e agente, Sheridan sembra puntare molto avendo constatato che nella prima stagione l’argomento era stato apprezzato parecchio dal pubblico. Del resto l’interpretazione di Zoe Saldaña, in entrambi i ruoli, era ed è davvero da urlo. La maniera con la quale l’attrice passa da un panno all’altro è impressionante perché si intuisce perfettamente che non sia semplicemente uno switch meccanico. La parte della madre, almeno in questa prima puntata, sembra cominciare a contaminare maggiormente quella di agente e la scena finale ne è la dimostrazione. Joe è esausta. Il lavoro è andato bene ma è stato faticoso. Più del solito. Soprattutto perché non riesce più a compartimentare bene i suoi due ruoli. Il pianto trattenuto mentre è al telefono con le figlie è straziante e l’attrice ci regala intense ma soprattutto realistiche emozioni, davvero forti.
Tante gioie e un unico dolore
Insomma, questa prima puntata ci ha davvero soddisfatti. Adesso ci chiediamo: cosa ci regalerà Lioness 2? Di certo un maggiore coinvolgimento dei personaggi politici, sperando che Martin Donovan finalmente riesca a sprigionare tutto il suo talento. Anche più azione sembrerebbe sebbene quella vista nella prima puntata, bellissima e adrenalinica, ricordi comunque quella di Sicario. A questo proposito, l’arrivo di Cody (che tanto somiglia al personaggio di Josh Brolin nel film) e l’ambientazione al confine con il Messico ci obbligano a una domanda: non sarà che Taylor Sheridan abbia deciso di sviluppare un Sicario in versione televisiva? Ai posteri, in ogni caso, l’ardua sentenza!
Da fonti certe sappiamo che ci sarà una nuova leonessa interpretata da Genesis Rodriguez e il ritorno, naturalmente, della squadra di Joe. Senza dimenticare la sua questione famigliare, il rapporto con il marito e quello che le figlie che crescono e diventano adolescenti.
Purtroppo tutto questo ci verrà somministrato una puntata alla volta. Ed è questo, disgraziatamente, il vero dramma di Lioness 2. Dover aspettare una settimana ogni volta per poco più di quaranta minuti di piacere intenso. Una situazione alla quale, purtroppo, non siamo ancora abituati.