2) Queer as Folk
Tra le prime serie a sventolare la bandiera arcobaleno, Queer as Folk si fa portavoce di una realtà ancora poco discussa nei primi anni 2000. La serie, remake dell’originale britannica, si volge a Pittsburgh e ruota intorno alle vicende di una comunità gay locale. La voce narrante di uno dei protagonisti, Michael Novotny, ci accompagna per le cinque stagioni e ci offre uno squarcio sempre più nitido di quelli che sono gli amori e le difficoltà di questi ragazzi omosessuali. Vengono rappresentati senza veli o censure di alcun genere: non mancano scene di sesso esplicito tra uomini e argomenti delicati, come i rischi che la promiscuità comporta, primo fra tutti l’AIDS. Insomma, grandi novità per la produzione televisiva di quegli anni! E così, guardando questa serie, la comunità LGBT può finalmente trovare dei corrispondenti autentici in questi personaggi e nei loro disagi.
Tra autoironia, teneri amori e passioni a volte avventate, Queer as Folk parla di temi scottanti e lo fa senza appesantirli e senza renderli frivoli. I protagonisti si faranno forza a vicenda per superare difficoltà e pregiudizi. Emblematico è l’episodio in cui Brian trova la sua auto sfregiata da ragazzi del quartiere. Sopra vi è scritto FAGGOT in senso dispregiativo. Ma il protagonista non si scoraggia e vede in quella parola un motivo di orgoglio, facendo di quella che potrebbe essere vista come una debolezza, un punto una forza.