3. Una cucina attrezzatissima che farebbe invidia a Gordon Ramsay
Tra i dettagli più inverosimili, il posto d’onore, probabilmente, se lo accaparra la cucina. Strano che uno dei fulcri del plot finisca col diventare quello meno curato in quanto a esattezza e veridicità. Prima di tutto in carcere tutti quegli utensili d’ultima generazione non esistono: è già tanto che la direzione fornisca mestoli, coperchi e pentole. In secondo luogo, la gerarchia che in Orange Is the New Black porta le protagoniste a diventare indiscusse padrone dei fornelli non la si ritrova neppure nelle prigioni più all’avanguardia. C’è sempre un membro dello staff che distribuisce ordini e direttive a cui non poter controbattere. Ultimo elemento, il cibo fresco. In un istituto penitenziario, solo l’idea di ritrovarsi ogni giorno frutta e verdura di stagione è utopia, anche e soprattutto per le difficoltà di ripartizione che comporterebbe. Tra le luride zuppe di Alcatraz e pietanze degne di una stella Michelin, ne passa di acqua sotto i ponti.