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La quarta stagione di Orange Is The New Black ci ha distrutto nel profondo. E non si torna più indietro

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La realtà è triste, è cruenta, violenta e menefreghista. E così anche Orange is The New Black.

Attenzione: se non avete ancora visto la quarta stagione questo articolo è pieno di spoiler, andate avanti a vostro rischio e pericolo.

Dopo una terza stagione a dir poco sottotono temevo che Orange is the new black avesse perso la sua violenta brillantezza: le lacrime, le risate e le storie di quelle donne non erano più così reali da farci soffrire per loro, sempre più vicino ad una soap opera, sempre più lontano dallo stile alla “netflix”.
Temevo che questa quarta stagione avrebbe continuato a percorrere questa stessa strada, che continuasse a scavare da sola la tomba di una serie ormai consumata.
Beh, non avrei potuto sbagliarmi di più.

Orange Is The New Black S4
La quarta stagione ci ha colpito con così tanta violenza che ora riprendersi sarà veramente dura.
Grandi tematiche sono state affrontate: la xenofobia, la violenza ingiustificata, il perdono, l’emarginazione, le due facce della follia. Ma procediamo per gradi.
L’inizio è stato decisamente lento. Per le prime buone cinque puntate ho seriamente pensato si trattasse di un brodo allungato, non succedeva quasi nulla, poche novità sostanziose, tanti quesiti aperti e continuamente rimandati.

Le Neonaziste: quando la violenza diventa comicitànazi

L’introduzione delle nuove detenute poteva essere gestita decisamente meglio, sopratutto per quanto riguarda il gruppo delle white nazi. Sono state usate come un triste espediente comico, tentando una breve redenzione nelle ultime puntate, fallita miseramente anch’essa.
Certo, altre storie dovevano essere raccontate, ma 10 minuti per spiegarci chi sono queste donne, cosa le ha spinte a covare un odio così profondo, perché la xenofobia è così radicata nelle loro anime e come sono finite in prigione potevano trovarli. Invece hanno preferito usarle per rendere alcune scene più leggere.
Non sono totalmente d’accordo con questo approccio: giusto riuscire a ironizzare anche su tematiche delicate, ma deve esserci una contestualizzazione a priori che in questo caso non è stata trattata. In ogni caso penso che nella quinta stagione sarà dedicato loro più spazio.

Maria e le latine: uno sviluppo insensatomaria

Altra cosa che non mi è piaciuta è il nuovo sviluppo delle latine, in particolare del personaggio di Maria. Strizzo un occhio ai fan di Lost dicendo che Maria è diventata la persona che ha odiato per tutta la sua vita. Proprio come Sawyer ha combattuto a lungo contro suo padre, contro gli ideali e la vita che lui perseguiva, trovandosi tuttavia a diventare esattamente come lui.
La cosa che mi ha disturbato non è tanto il cosa ma il come. Come Maria ha deciso di diventare il capo di una gang? Con quale scopo? In quanto tempo? Non si può gestire una trasformazione del genere in due puntate. Certo, ha colto la palla al balzo vedendo l’esponenziale aumento delle detenute latine Ma creare un gruppo unito e forte per potersi imporre di più nelle dinamiche della prigione è un contro, creare una gang di spaccio un altro. 
Maria ha subito un’ingiustizia, ma la colpa non è veramente di Piper, è solo sua. 
In anni e anni di prigione come puoi non aver ancora capito che in prigione nessuno deve favori a nessuno? Che ognuno pensa prima di tutto a se stesso? 
Se ci teneva davvero a riabbracciare presto la sua bambina poteva pensarci prima di inimicarsi Piper tentando di rubarle il commercio.Blanca
Bello invece è stato lo sviluppo di un personaggio incompreso come Blanca, che si è rivelata essere la donna più forte della prigione, con un’ incredibile forza d’animo e testarda fino all’inverosimile. Insomma, una persona ben diversa dalla “satanista” che abbiamo conosciuto nella prima stagione.
Finalmente viene anche dedicato più spazio ad uno dei miei personaggi preferiti: Maritza.maritza
Fino alla scorsa stagione la coppia delle migliori amiche Flaca e Maritza sembrava prendere la prigione più come una continuazione del liceo, non venivano mai coinvolte nelle faccende più drammatiche, ridevano e scherzavano su tutto e venivano loro riservati pochi secondi in ogni puntata. Tuttavia il pubblico si è affezionato molto a queste due ragazze così la produzione ha deciso di donare loro più spazio in questa stagione, mettendo probabilmente le basi per un ulteriore sviluppo nella prossima .
La tortura subita da Maritza, la sua ribellione nei confronti della dittatura impostale da Maria e la spinta data a Humps ci raccontano una storia ben diversa da quella a cui eravamo abituati, che, per quanto triste, ci fa ben sperare per la prossima stagione. Forse Maritza e Flaca si staccheranno dal gruppo delle latine? Riusciranno a distruggere dall’interno il potere di Maria?

Orange Is The New Black S4
Passiamo a Daya, un personaggio che invece non ho mai amato particolarmente. Anche in questa stagione ha dimostrato quanto sia forte l’ingenuità dei suoi 24 anni, una volta sfuggita dal controllo della madre le bastano poche puntate e una manciata di battute per impugnare una pistola contro una guardia. Daya parliamone. Ti rendi contro di cosa stai facendo? Davvero dopo le delusioni e i dolori delle scorse stagioni le basta ascoltare i discorsi infervorati di Maria per due puntate per dimenticare tutto? Impugnando quella pistola ha già allungato la sua condanna di molti anni, figuriamoci se sparasse, ma ha completamente dimenticato la sua bambina? Non vuole tornare in libertà per riscattarsi e dimostrare di poter essere migliore della madre che l’ha fatta soffrire per anni? Come nel caso di Maria, lo sviluppo di Daya è completamente insensato.

Piper e Alex: il vuoto dell’essere protagoniste mancate

Ammetto di avere un problema, odio Piper dalla sua prima apparizione. Se fosse per me, Orange is the new black filerebbe molto più liscio senza di lei.
Purtroppo è la protagonista.
Il suo personaggio ormai ha terminato il suo decorso naturale, e ogni sviluppo ci sembra una forzatura. La terza stagione è stata affossata principalmente dal suo credersi la migliore del mondo. Per fortuna adesso l’hanno fatta volare basso sin dalle prime puntate, l’unico momento veramente interessante a livello di trama (per quanto orribile e violento) è stata la tortura del marchio inflittole dalle latine. piperDa simbolo nazista a finestra.
Una finestra che le ha permesso di aprire la mente, rendendosi conto di quanto siano inutili queste lotte tra gang tra detenute, lotte che offuscano la mente riguardo all’identità del vero nemico. Una nuova consapevolezza che ha salvato il personaggio di Piper quando ormai sembrava completamente perduto, quando è salita su quel tavolo accanto a Blanca ho trovato una speranza in lei che temevo fosse insistente.
Troppo poco spazio è stato dedicato invece al Alex, soprattutto per quanto riguarda la sua redenzione e la decisione di confessare. La storia dei bigliettini è stata gestita malissimo, buttandola velocemente nell’ultima puntata per farci capire quanto ancora Alex sia spezzata dentro, quanto sia ancora forte il suo stress post traumatico.alex e piper
La soluzione ai problemi di queste due donne sembra ancora una volta essere l’amore.
Ed ecco che la magia si spezza. Proprio quando speravo di vedere una nuova Alex e una nuova Piper ecco che si torna indietro. Forse, come ha detto Alex, sono davvero destinate a stare insieme, ma temo che la loro relazione sia troppo autodistruttiva per poter concretizzarsi.
Fino a quando non saranno in pace con loro stesse, con le decisioni prese nella loro vita e con la condizione attuale, difficilmente ci sarà pace nel loro rapporto.
Il vero problema di questi due donne è che noi le vedremo sempre come “le protagoniste”  anche se ormai sono diventate personaggi marginali.

Nicky e Morello: quando le ossessioni diventando una condanna a vita

Due delle storie più tristi di questa stagione sono sicuramente quelle di Nicky e Morello.nicky
Il ritorno della prima ci aveva fatto ben sperare, in un futuro più radioso dopo la condanna forzata della massima sicurezza, il rifiuto della droga di Stella (tornata per mezzo secondo nella serie ed è riuscita a farsi odiare ancora di più). E invece Nicky non riesce proprio a controllarsi, le sue debolezze sono più forti di lei. Ci ricade in continuazione, come se ormai la droga facesse parte di lei in modo indissolubile. Un’unica via senza ritorno. Almeno così pensa Nicky, Red invece combatte per lei come ogni madre farebbe per la propria figlia: piange davanti al fallimento che Nicky rappresenta, corrompe le guardie per fermare qualsiasi giro di droga, eppure tutto è inutile. Perché la volontà di Nicky è annullata da anni e anni di droghe che le hanno bruciato il cervello. Fino a quando Nicky non subirà un grande trauma dubito riuscirà a smettere definitivamente con la droga, perché ormai è intrappolata in se stessa.
Diversa ossessione, diversa persona, stesso risultato: Lorna Morello/Mucciomorello
Pensavamo avesse trovato qualcuno abbastanza pazzo da poter contenere e dare sfogo alla sua follia, ma non è così: Vince si rivela essere ben lontano dal principe azzurro che Lorna ha sognato per anni. Una persona che esiste esclusivamente nei suoi sogni, ma che nella realtà è assolutamente irrealizzabile: un uomo senza difetti, che ama cose decise da lei, che si comporta come decide lei. Purtroppo il confine tra pupazzo e sogno non esiste nella mente di Lorna e la gelosia la fa impazzire, spingendola ad odiare perfino il rapporto che il marito ha con sua sorella, un’amicizia che lei stessa ha spinto a creare.
Rovina il rapporto con le sue stesse mani, a causa di un’ossessione dalla quale non può guarire.
La stagione per loro si conclude in modo a dir poco amaro: un rapporto tossico tra due persone che si avvelenano a vicenda, potranno mai riuscire a risolvere i loro problemi nella prossima stagione? Lo dubito fortemente.

Boo e Dogget: il perdono è un’arma a doppio taglio

Mettiamo subito le cose in chiaro: io sono dalla parte di Boo. Mai perdonare, mai dimenticare. 
Donuts ha stuprato Dogget, non importa se quando lo faceva pensasse di amarla.
La violenza è violenza, i sentimenti non c’entrano nulla e soprattutto non sono la giustificazione per il perdono.
Ma Dogget è stata cresciuta pensando che il sesso sia una merce di scambio, qualcosa di “doveroso”, un obbligo morale che si ha nei confronti di chi ti aiuta o di chi ti da qualcosa in cambio. Ed ecco perché le basta sentire delle semplici scuse per farla tornare tra le braccia del proprio stupratore, usando la Bibbia come un pretesto per giustificare le proprie azioni.
doggetBoo, come ogni vera amica, in questa situazione è la più lucida e si rende conto di quanto la mente di Dogget sia dilaniata da una vita completamente sballata. La protegge standole accanto, accennando ciò in cui la sua amica crede, ma senza mai dimenticare cosa è successo. 
Si possono perdonare anche azioni terribili, ma bisogna porre le basi perchè non riaccadano.
 Dogget queste basi non le ha messe, anzi, ha dato nuovamente libero accesso nella propria vita a Donuts che ha subito dimostrato di aver imparato ben poco dall’ultima volta. Vediamo quanto ci metterà questo spirito violento a prevaricare sull’attuale lucidità della guardia.
Dogget è debole, per fortuna Boo è forte abbastanza per tutte e due.

Lolly e Suzanne: un’innocua follia incontenibile

La bellezza di Orange is the new balck sta nel riuscire ad introdurre personaggi più o meno nuovi e farteli amare nel giro di poche puntate.lolly L’esempio perfetto è Lolly, una detenuta rimasta sempre in parte nelle vicende delle stagioni passate, ora diventata una delle protagoniste. E soprattutto uno dei personaggi che ci hanno fatto soffrire di più.
Conosciamo invece Suzanne ormai da quattro anni, e ci siamo affezionati tantissimo alla sua ingenuità, al suo spirito fanciullesco e alla sua creatività. 
Due menti che vengono considerate fuori dalla norma, ma che riescono a vedere e a fare cose molto più belle e genuine di chi le considera diverse.
 Due storie che parlano di una follia impossibile da gestire sia per loro stesse sia per chi le vede da fuori, pur essendo totalmente innocue: Suzanne che rapisce e uccide involontariamente un bambino solo perché voleva trascorrere del tempo con qualcuno con una mente affine alla sua, Lolly che viene messa in prigione per la propria eccentricità, perché il bastone che lei usava per allontanare le voci viene confuso per un arma.Suzanne Nessuna delle due voleva fare del male a qualcuno, anzi, si impegnavano al massimo per rendere felici gli altri, proprio perché nessuno faceva la stessa cosa con loro. I sorrisi di Suzanne ai clienti del supermarket, il caffè preparato con amore da Lolly, sono cose piccole per le persone distratte, ma gesti grandi da parte loro.
E come vengono ripagate per questo? Venendo sfruttate per questa loro debolezza mentale: Lolly uccide per salvare un’amica, viene tradita e rinchiusa nella sezione della prigione per chi è pazzo, Suzanne viene obbligata a sfogare la propria violenza, causando danni irreversibili.suzanne2
Persone buone considerate diverse condannate ad una vita terribile, piena di tristezza e rimorsi.

Le guardie: ubriacarsi di potere

Arriviamo ai veri cattivi di questa stagione, coloro che a livello qualitativo hanno fatto veramente la differenza.
Perché si sa: un cattivo ben strutturato è la chiave per una buona stagione, e di esseri così spregevoli non se ne vedevano dai tempi di Vee.
Il sistema delle prigioni è terribile: un luogo dove uomini piccoli e frustrati possono sfogarsi e avere ogni tipo di potere, la forza di poter ritenere qualcuno legalmente inferiore a te stesso è come una droga inebriante, un flusso sempre più denso e vorticoso, portando azioni piccole all’estremo. piscatellaTutte le guardie ne sono un perfetto esempio: McCullough, la bionda, che pur essendo donna riesce ad annullare completamente se stessa anche di fronte alla palese violenza subita da Maritza, Healy, che decide di farsi volontariamente rinchiudere in un istituto psichiatrico, Coates, che dietro la sua maschera da ragazzo ciambella nasconde una violenza repressa, Piscatella, un uomo che è stato represso per tutta la propria vita trova finalmente il modo di poter maltrattare gli altri come lui era stato maltrattato, Bayley, un ragazzo che per tutta la vita si è sentito debole scopre di non riuscire a calibrare la propria forza, Caputo, che preferisce giustificare la violenza dimenticandosi che il suo ruolo sarebbe quello di proteggere le detenute. 
E infine Humphrey, il vero malato. Più folle di Suzanne e Lolly messe insieme, eppure, riuscendo a camuffare bene questa follia, è riuscito ad ottenere un ruolo dominante.
Una mente irreversibilmente malata, perversa, che necessiterebbe cure immediate ha la possibilità di fare il bello e cattivo tempo con delle donne indifese.
Per fortuna la vendetta è molto vicina.

Le “Black Girls”: schiacciate del sistema

La stagione si è concentrata molto su questo gruppo etnico, e io ne sono molto lieta perché sono in assoluto le mie preferite.
Il rapporto tra Cindy e Alison è stato strutturato benissimo durante la stagione, crescendo piano piano, andando contro tutte le solite credenze sul razzismo (qui non sono bianchi che odiano neri, ma ragazze di colore che si odiano tra loro per la religione), e dimostrando come le barriere religiose siano esclusivamente nella nostra testa. Quando si ha uno scopo comune, ogni odio insensato viene meno.
Parliamo anche di Taystee, ingannata da un’illusione nelle scorse stagioni, pensa di ottenere il nuovo posto di lavoro esclusivamente in base alla meritocrazia, quando in realtà non è assolutamente così.taystee
Una nuova energia, una nuova dignità, infranta nell’esatto momento in cui viene insensatamente distrutto il suo orologio, simbolo di questo nuovo status più “umano”.
 Negli occhi dell’allegra Taystee vediamo un mutamento che non si scorgeva dai tempi del tradimento di Vee, una consapevolezza cruda e triste: affrontare ogni giorno con allegria è inutile, non ti darà giustizia, non ti darà forza, solo l’illusione di vivere in uno scherzo, quando in realtà sei la mosca nel pugno di un gigante.
Tutto questo in una frazione di secondo.sophia
Sophia, tenuta per mesi e mesi in una prigione di massima sicurezza senza un apparente motivo, gettata via e dimenticata come fosse un corpo morto.
Una donna alla quale viene strappata ogni dignità e ogni desiderio di libertà, che non smette mai di lottare.
Sophia Burset è una combattente da quando è nata, e non si da mai per vinta. Come dice lei stessa: “Non fare l’errore di pensare che io sia debole solo perché lo sembro”.

E poi c’è Poussey.

Vi giuro che scrivendo mi scendono ancora le lacrime.
Vittima di una violenza inaudita, uccisa sotto gli occhi di tutti, anche se nessuno stava realmente guardando.
Uccisa per errore, un errore causato da tanti piccoli dettagli sparsi per tutta la stagione, facendoci rendere conto con il senno di poi di quanto sia stata ben costruita.

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Perché è colpa di Blanca, che per prima si è alzata su quel tavolo, è colpa di Piscatella e delle sue assurde punizioni, è colpa di Maria, che ha dato tanto potere alle latine da innescare una protesta, è colpa di Caputo, che ha deciso di assumere i veterani, è colpa di Maritza che non ha denunciato le perversioni di Hemphs, è colpa di Kukudio, che ha attaccato Suzanne, è colpa di tutti, perché erano così concentrati su se stessi da non vedere la tragedia che si consumava sotto i loro occhi, ma è anche colpa di nessuno. Perché è stato un semplice incidente.
Un incidente causato dall’insensato sistema delle prigioni, che giustificano ogni tipo di violenza. 
Un incidente causato dal fatto che una volta indossata quella tuta arancione si diviene legalmente facile da sottomettere.soso
Poussey era libera, pur trovandosi in prigione, pensava al futuro, non si invischiava negli affari loschi, era sincera e dolce, si trovava nel posto sbagliato al momento sbagliato a causa di un reato minore. Lei, assolutamente indifesa, sola contro un sistema che l’ha letteralmente schiacciata.
L’avvenimento più triste nella storia della serie.
Poussey aveva un futuro: una ragazza che l’amava, un lavoro una volta uscita.
Tutto finito in pochi istanti.
La decisione di regalarci un suo flashback nell’ultima puntata è stato un puro regalo per i fan, per farcela ricordare libera e felice, mentre in realtà il suo corpo marciva ignorato sul pavimento della caffetteria.
Ma noi la ricorderemo sempre con quel sorriso.poussey

La conclusione

Cosa succederà adesso? Il finale ci ha lasciato un terribile cliffhanger, e avremo molto tempo per riflettere sulle conseguenze. Come dicevo precedentemente, se Daya sparasse firmerebbe la propria condanna, non la morte, ma sicuramente l’ergastolo.
Non è una situazione di autodifesa e se sparasse la colpa ricadrebbe esclusivamente su di lei, rovinandole la vita a soli 24 anni. E per cosa? Per accontentare una folla inferocita?
Non usiamo la scusa del “vendicare Poussey”, lei sapeva a malapena chi fosse, e dubito fortemente che avrebbe approvato un omicidio in propria memoria.gun
Io ho una mia teoria, che spero sinceramente si avveri.
Nessuna detenuta sarebbe disposta ad aumentare la propria pena per salvare Daya da un momento di follia, nessuna tranne Mendoza.
Gloria ha giurato di trattare Daya come fosse la sua stessa figlia, anche nelle situazioni più difficili, fatalità è anche l’unico personaggio principale che non viene inquadrato nell’ultima sequenza.
Coincidenze? io non credo.
Penso invece che Mendoza spingerà Daya prima che questa possa sparare, rubandole la pistola dalle mani e impedendole di rovinarsi la vita.
Potrebbe perfino prendersi la colpa di ciò che è successo, potrebbe decidere di subire le conseguenze al posto della ragazza.
Questo è ciò che farebbe un personaggio maturo, consapevole della propria situazione e altruista come si è dimostrata essere Mendoza.
Questo è ciò che farebbe una madre.

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(Un saluto agli amici di Orange is the new Black Italia, Laura Prepon Italia, Orange Is The New Black – L’Arancione è il nuovo Nero e Orange Is The New Black Italian Inmates !)