Caro lettore, io non ti conosco (non di faccia direi, ma se sei su questo articolo ci accomuna la passione per le serie tv di qualche anno fa) ma una cosa la so: appena hai guardato l’immagine di copertina, hai sorriso. Magari non da farlo vedere a tutti, ma quel sorriso del cuore, quel sorriso dentro, che se nasce è perché in fondo non s’è mai spento e non si spegnerà mai. E Steve Urkel di Otto Sotto un Tetto (Family Matters, nella versione originale, coi vari titoli per il mercato estero che si divertono a mantenere le allitterazioni, come nello spagnolo Coses de Casa) fa proprio questo effetto, e ce lo farà sempre. Ma si può spiegare un sorriso? Beh, noi in questo articolo ci proviamo. Azioniamo la macchina del tempo e… venite con me!
America, canale ABC, settembre 1989. Dalla longeva serie Perfect Strangers (in italiano Balki e Larry – Due perfetti americani, andata in onda nel nostro paese anche su Odeon, se non vi sentiste ancora abbastanza vecchi dopo essere arrivati fin qui) nasce uno spin-off destinato a durare, girare il mondo e avere una fortuna perfino maggiore del suo originale: Family Matters, che nelle intenzioni vuole raccontare le avventure e disavventure di una famiglia allargata di Chicago. Il punto d’incontro tra le due serie è il personaggio di Harriette Winslow, ascensorista al Chicago Chronicle – giornale immaginario in cui lavora uno dei protagonisti della serie – nella terza stagione di Perfect Strangers. Harriette piace tanto al pubblico che la ABC decide di creare uno spin-off legato alla sua vita familiare, aiutata dal fatto che nella serie madre era già apparso anche il marito dell’ascensorista, il poliziotto Carl. E così prende vita uno dei capisaldi seriali dell’infanzia di un’intera generazione, che non può prescindere dalla sua iconica sigla
Notate qualcosa di strano? Ebbene sì: non c’è Steve Urkel. Questo perché, quando è nata Otto Sotto un Tetto, lui, semplicemente, non era nei piani. Volete la riprova? Contate gli “otto” del titolo: Harriette, Carl, i tre figli, la madre di Carl, la sorella di Harriette (che vive con loro dopo aver perso il marito) e suo figlio. Steve entra negli “otto” solo dopo la sparizione dell’attrice che interpretava la figlia più piccola, Judith (vicenda molto triste, ve ne parliamo qui) e l’addio dei suoi genitori, che vanno in Russia lasciandolo solo.
Jaleel White (l’attore che interpretava Steve Urkel) infatti doveva fare una sola apparizione, nell’episodio 1×12, nel ruolo del vicino di casa goffo e stralunato ma perdutamente innamorato di Laura, figlia secondogenita dei Winslow. Peccato che appena finito l’episodio, la redazione della ABC fu inondata di lettere (eh sì, allora si usava così!) di spettatori che avevano adorato Steve e volevano assolutamente il suo ritorno della serie. Gli sceneggiatori, sbalorditi, dovettero scrivere una storia del personaggio di punto in bianco, partendo dai pochi elementi della 1×12, e addirittura, alla fine della prima stagione, furono rigirate alcune cold open (se non sapete cosa sono, ne abbiamo parlato qui) per un inserimento più graduale di Steve Urkel, che diventa non solo regular ma decreterà la fortuna della serie per tutte le nove stagioni e un ricordo sorridente ancora adesso.
Ma perché amiamo tanto il nostro Steve? Forse ricordare la trama della 1×12 aiuterà. Nella puntata, Laura, dopo aver vinto le tenaci resistenze della madre, riesce ad avere il permesso di andare a un ballo scolastico ma le si pone davanti un problema insormontabile: non ha un cavaliere. In realtà, c’è un ragazzo che adorerebbe uscire con lei. Indovinate chi è? Proprio lui: Steve Urkel,
Davvero dovrei uscire con Steve Urkel, il mangiatopi? […] Urkel no, né ora né mai
Laura Winslow (Otto sotto un Tetto 1×12)
Ed ecco arrivare il nostro eroe, alla sua prima apparizione:
Inutile dirlo, l’aspetto dato a Jaleel White rimane immediatamente stampato nella testa dei telespettatori: occhiali enormi, camicia (poi cardigan) a quadrettoni che già negli anni ’80 faceva tanto nonno, pantalone a vita altissima “alla Fantozzi” e le evidentissime e insuperabili bretelle. Lo scopo era di rappresentare un geek, uno smanettone, un ragazzo perso nei mondi fantastici dati dagli schermi e dai libri ben prima che i nerd diventassero fighi. Insomma, Steve Urkel doveva far ridere a primo impatto, e se non fosse bastato, a rincarare la dose ci pensavano i suoi atteggiamenti: disturbante, incapace di capire un contesto e di mettere un filtro a ciò che pensa e con una fastidiosissima vocetta nasale e stridula (data da una fantastica Monica Ward nel doppiaggio) che sarebbe bastata a chiunque per renderlo semplice oggetto di derisione, ma a lui no.
Come può un personaggio così diventare il beniamino di un’intera serie tv? Proprio per quel che accade durante la puntata. Steve infatti chiede a Laura di uscire, millantando anche conoscenze illustri, ma viene prima deriso e poi cacciato in malo modo dall’amica di Laura. Lì si accende la prima scintilla: Steve non fa scenate, non si lamenta, semplicemente accetta e va via, anche se ferito nell’animo. Nel corso della puntata, per una serie di circostanze, il nostro personaggio arriva a credere di essere il cavaliere che Laura porterà al ballo e arriva a casa Winslow vestito di tutto punto.
Ma la sua eleganza è nel cravattino storto, nel pantalone a cui è stata presa malissimo la piega e mostra un calzettino bianco da orrore, ma soprattutto nei fiori raccolti dal cimitero con tanto di radici attaccate. Come detto, anche stavolta Steve riceve una delusione, che però accetta con un sorriso (anzi, la sua classica risata), fino alla beffa finale. Nell’ultima scena, Laura, Henriette e Carl parlano della serata appena trascorsa e la ragazza dice al padre: “Fammi il piacere, cancella Steve Urkel (dalla lista dei miei pretendenti ndr)” e tutti e tre rabbrividiscono per il ribrezzo.
Non sanno ancora (nessuno lo sa, in effetti) che Steve non solo diventerà parte integrante delle loro vite ma la colonna portante dello show, fino alla sua bellissima conclusione. Nell’ultima scena della 9×22, infatti, il nostro eroe torna a casa Winslow dopo aver rischiato di morire durante un viaggio nello spazio (eh già, visto che era un genio, la NASA aveva comprato alcuni brevetti delle sue invenzioni e gli aveva offerto un viaggio premio) e tutti lo accolgono con grandi festeggiamenti. Carl è orgoglioso di averlo come futuro genero, Harriette gli ha preparato un fantastica torta a tema e Laura lo accoglie col bacio più dolce del mondo, ma a una condizione: che quel ragazzo che nella prima puntata lei non aveva esitato a mandare via di casa per interposta persona, adesso non se ne vada mai più e resti sempre al suo fianco.
E Steve? Steve lo si può riassumere in una sola immagine
Quello sguardo, quel maledettissimo sguardo, che dalla 1×12 alla 9×22 non è mai cambiato: lo sguardo di chi è davanti alla persona più bella del mondo e fatica a credere di potersela meritare. Nel mezzo tante, tantissime cose (tra cui Stefan Urquelle, il clone bellissimo di Steve, di cui Laura si innamora pazzamente), ma soprattutto una: un rapporto, quello tra Steve e Laura, che è stato libero di crescere senza condizionamenti esterni. Perché in alcune puntate lui è stato davvero indelicato, e in altre lei ha sfruttato i sentimenti di Steve a suo vantaggio. Certo, atteggiamenti deprecabili, ma nient’affatto strani in due ragazzi che stanno semplicemente crescendo, cambiando e imparando ad amarsi. Oggi un rapporto del genere sarebbe molto difficile da portare sullo schermo e, senza per forza scomodare il gusto delle merendine di una volta, abbiamo la sensazione di qualcosa che ci manca.
Banalmente, nessuno dei due, in questa storia, è stato costretto a essere la parte migliore e più convenzionale di sé stesso: e come Laura è cresciuta saggia, forte e indipendente, ma coi suoi momenti di debolezza in cui Steve è stato necessario (es: Otto sotto un Tetto 9×04), così Steve ha potuto lentamente diventare un personaggio straordinario, perché c’è chi con pazienza ha accettato i difetti del ragazzo per lasciar brillare i suoi pregi.
Perché sì, Steve è un personaggio goffo, maldestro, pasticcione, insistente, ma anche un amante della tecnologia, una persona incapace di mentire, un intelletto brillantissimo e pieno di inventiva e soprattutto un cuore d’oro, pronto a tutto compiacere Laura e la famiglia Winslow.
I due si lasciano il diritto di farsi male, l’uno per il bene dell’altro, e riguardando Otto sotto un tetto a decenni di distanza, non posso fare a meno di pensare che è stato questo il segreto del loro rapporto.
Ma c’è ancora una cosa da dire su Steve Urkel. Se facciamo una breve ricapitolazione sul suo personaggio, al netto dei tratti evidentemente comici (il vestiario, il tormentone, la risata, la vocetta etc.) lui è:
- decisamente inadatto alle relazioni sociali;
- incapace di capire un contesto, di qualsiasi tipo esso sia;
- con manie di protagonismo;
- amante della tecnologia (nella primissima scena in cui lo vediamo, si fa “incantare” da un cabinato, i grossi videogiochi che sono ancora presenti in alcune località di mare italiane);
- Con un modo tutto suo di ragionare (che non distingue i fiori del cimitero da quelli usati per galanteria);
- Aggiungete anche un rapporto problematico con la famiglia e la fobia dei cani…
Ecco, sommando il tutto, non vi viene in mente nessuno? Ma nessuno nessuno? E se vi mostrassi questo?
Ecco, Steve Urkel è Sheldon Cooper ma, almeno all’inizio, senza amici, senza una famiglia (i suoi genitori non appariranno mai sullo schermo) ma soprattutto nel corpo di un adolescente degli anni ’80, in un’epoca fondamentalmente incapace di capirlo ma solo, quando andava nel migliore dei modi, di commiserarlo. In pochi riflettono sul fatto che Sheldon, nel suo essere unico, sia stato sempre protetto da qualcuno che si prendeva cura di lui, prima la madre (che è causa tra l’altro della sua enorme autostima, che invece Steve non avrà mai), poi Leonard, infine Amy. E se questo non fosse mai accaduto? Ce l’avrebbe fatta a vivere da solo?
Ecco, partendo da basi molto simili, questa risposta per Steve Urkel ce l’abbiamo. Lui entra nei cuori dei Winslow e nei nostri fondamentalmente con le sue sole forze. Un brutto anatroccolo che aveva tutto il mondo contro; sarebbe potuto essere un perfetto cattivo e invece è diventato un buono che ci ricorderemo per sempre. Ha vinto la sua battaglia contro tutti quelli che non credevano in lui, fuori e dentro la serie tv, e quando un giorno tutti gli underdog seriali degli ultimi decenni si gireranno verso di lui con sguardo di lode, Steve si limiterà a dire:
Sono stato io a fare questo?
Il tormentone di Steve Urkel in Otto sotto un Tetto
E noi potremmo solo rispondere con un sorriso, un sorriso che avrà finalmente trovato la sua degna spiegazione.