Dopo più di un anno, e con qualche ora d’anticipo rispetto alla tabella di marcia, la Starz ha messo uno stop alla nostra estenuante attesa. Finalmente abbiamo potuto vedere il primo episodio di questa agognata terza stagione di Outlander. Noi di Hall of Series saremo felici di farvi compagnia con le nostre recensioni per tutta la durata della Serie Tv. Siete pronti a immergervi nuovamente nelle atmosfere mitiche della Scozia di tre secoli fa? Pronti a soffrire, piangere e gioire grazie ai nostri amati Claire e Jamie?
Beh il momento è giunto e questa è la recensione della prima puntata della terza stagione, The Battle Joined.
*** ATTENZIONE RISCHIO SPOILER*** Ovviamente questo articolo contiene dettagli sulla prima puntata, quindi non leggete se ancora non l’avete vista e non siete in pari con la visione di Outlander!
La bandiera scozzese sventola inesorabile sul campo di Culloden, nonostante gli squarci e lo sporco incrostato di fango e sangue, per poi essere deposta. Questa primissima immagine rappresenta perfettamente la Scozia. Come un grande animale ferito, la sua sconfitta è simboleggiata dalla montagna di cadaveri di soldati scozzesi ammassati in maniera confusa. Insomma ci serve solo una manciata di secondi e comprendiamo all’istante quello che sapevamo già perfettamente. Non si è trattato di una sconfitta, ma di un vero e proprio eccidio. In questa marea di cadaveri, tutti uguali, spicca il bel viso di uno che ovviamente riconosciamo subito e che ci fa sussultare. Jamie respira a fatica, il volto di chi ha già un piede nella fossa, e con un altro corpo contro il suo a tenerlo schiacciato a terra.
La puntata dedica ben 15 minuti a questa prima e fondamentale parte. Io l’ho amata, rabbrividendo e non poco.
Jamie, che alterna momenti di poca lucidità a incoscienza vera e propria, tenta di tenere a fatica gli occhi aperti. Da quei bellissimi occhi azzurri (che appaiono ancora più cristallini in contrapposizione alla sporcizia del viso emaciato) scaturiscono i flash-back. Per mezzo di questi si susseguono varie scene, a tratti un po’ veloci e confuse, altri molto lente e  più chiare. I pochissimi dialoghi lasciano spazio alla crudezza delle immagini della battaglia e dell’attesissimo scontro tra Jamie e Randall. Come due ultimi titani su una terra deserta, si scontrano ferendosi mortalmente a vicenda. Disposti a soccombere mentre provano strenuamente ad ammazzare il rivale di una vita, piuttosto che tentare la fuga. Ed è quanto meno emblematico che il bastardissimo e diabolico Black Jack muoia proprio tra le braccia della sua vera ossessione.
Ma in tutto questo dolore, nel freddo della notte, l’immagine che ci si palesa, seppur prevedibile, è suggestiva. Claire è una proiezione eterea che passeggia tra i morti mentre la neve cade giù, silenziosa come il campo di Culloden. Non abbiamo mai visto Jamie così rassegnato, senza speranza, tanto da pregare che i soldati inglesi lo giustizino subito. Ma, come scopriamo, ciò non avviene e il Fato farà sì che venga condotto al sicuro. Ci ha comunque spezzato il cuore dire addio a Rupert, al suo coraggio e al suo sarcasmo dimostrati fino alla fine. Non dimenticheremo mai il suo sguardo di malinconia ripensando ad Angus un’ultima volta.
Che inizio cari fan, che brividi! 15 minuti di sangue, caos e puro silenzio. La rappresentazione del post battaglia è stata eccelsa nel suo farci comprendere come la gloria non sia riservata agli sconfitti, seppur mossi da obbiettivi nobili. Perché la guerra è solo questo. Sangue, lamenti e corpi.
Se la parte di Jamie l’ho trova magistralmente lenta, facendo sì che ogni suo faticoso respiro, ogni getto di sangue che perdeva fosse quasi insopportabile alla visione, quella dedicata a Claire va spedita come un treno. Ci viene subito presentata la nostra protagonista appena giunta a Boston nella nuova casa, desiderosa di iniziare una nuova vita con Frank, e per un attimo ci crediamo anche noi. Ma l’accordo tra Claire e suo marito si sbriciola ben presto sotto i nostri occhi, e come poteva essere diverso? Non basta aver cambiato continente per far dimenticare alla donna la Scozia.
Ogni cosa, dal cibo cotto nel caminetto a un uccellino, le ricorda la terra che ha perduto. E chi ha perduto.
Però, cari fan di Outlander, cerchiamo di ragionarci su. Possiamo davvero detestare Frank per il fatto che “obblighi” Claire a tentare di chiudere con il suo passato? L’uomo ha accettato senza ‘se’ e senza ‘ma’ la moglie incinta di un altro. Facendo poche domande o nessuna, lasciando a Claire gli spazi di cui necessitava (vedi la cosa non da poco dell’astenersi dal sesso) e accettando quel bambino in grembo come fosse il suo.
Non possiamo detestarlo a prescindere perché rappresenta l’altro, il rivale del nostro Jamie, ma, anzi, è un personaggio che meriterebbe maggiormente la nostra stima e un briciolo della nostra empatia. Almeno per il momento.
E se urla a Claire di chiudere definitivamente con i suoi vecchi ricordi, non possiamo fargliene una colpa! Del resto Claire è sempre stata libera. Di scegliere di rimanere in Inghilterra, di non seguirlo e di non iniziare la vita a Boston con lui. E di non renderlo il padre adottivo di Brianna. Lei ha scelto la strada certamente più sicura per la sua bambina (garantendogli una famiglia stabile), ma più dolorosa per se stessa. Anche perché, lo abbiamo visto, è incapace di fingere passione per un uomo che non ama più. La puntata prosegue poi rapida. Proprio subito dopo la discussione tra i due, Claire entra in travaglio e, giunta in ospedale, partorisce senza grandi complicazioni.
Questa volta la bambina che aveva sempre voluto è sana, è viva ed è tra le sue braccia.
Frank si dimostra per l’ennesima volta un uomo profondamente buono e sinceramente felice per la nascita di questa piccola. L’idillio tra i due che si promettono a vicenda di voltare pagina insieme è però interrotto dall’infermiera che fa notare alla coppia i capelli rossi della neonata. Non so voi, ma io sono scoppiata a ridere. Jamie, volente o nolente, è onnipresente!
Questa nuova puntata di Outlander ha avuto dei momenti molto emozionanti e ben rappresentati, come la parte legata a Jamie. Per il resto si è mantenuta tranquilla, senza scossoni. Proprio come l’avevamo immaginata. Dobbiamo prepararci a qualche episodio forse (e ribadisco forse) a tratti meno dinamico e più di “preparazione“. Se verrà seguita la storyline dei libri ci vorrà ancora del tempo, prima di assistere all’attesissimo incontro tra Claire e Jamie. Trovo molto più coerente, a prescindere dai libri, che si dedichi ampio spazio alle vite dei due protagonisti divisi in questi vent’anni. Per scoprire cosa ne è stato di loro e come hanno affrontato una separazione così lunga. Una riconciliazione frettolosa e forzata dal punto di vista narrativo, solo per darci subito quello che bramiamo, è l’ultima cosa che vogliamo e che ci meritiamo. Voi che ne pensate?