Prima di raccontare come finisce Ox Tales forse sarebbe meglio chiedersi che cos’è Ox Tales? Alla vista del famoso bue con salopette rossa e zoccoli olandesi viene in mente, infatti, solo un nome: Alvaruccio! Quanto è sconvolgente il fatto che fino a poco fa non conoscessi nemmeno il nome di questa fantastica serie animata?
Ma iniziamo dal principio. La serie di cui è protagonista Alvaro non nasce da un’intuizione originale, ma è la trasposizione per la tv di una storia già esistente. Si tratta di una co-produzione nippo-olandese basata su una serie di fumetti a strisce di nome, rullo di tamburi, Ox Tales. Questi fumetti, creati nel 1985 dal disegnatore olandese Wil Raymakers, ancora oggi sono pubblicati da diversi settimanali e quotidiani. La serie animata è stata sviluppata per la tv verso la fine degli anni Ottanta da Studio Telescreen Japan, Teleimage e Meander Studio con il titolo di Geragera Būsu Monogatari. Questa andò in onda sull’emittente giapponese Tv Tokio dal 7 aprile 1987 al 29 marzo 1988, sviluppandosi in 104 episodi di dieci minuti ciascuno.
In Italia la serie è stata trasmessa su diverse reti locali – prima fra tutte su Odeon TV nel 1989 – con il nome di Fantazoo o Le allegre avventure di Alvaro.
In questo caso fu deciso di trasmettere gli episodi a coppia come fossero uno solo e quindi Fantazoo consta di cinquantadue puntate. Ma di cosa parla questo cartone animato di altri tempi? Le storie di Ox Tales ruotano attorno alle buffe e surreali vicende quotidiane di Alvaro, un bue contadino che si occupa della sua fattoria in una foresta incontaminata, abitata da animali di ogni specie. Gli amici della foresta, così Alvaro chiama i suoi compagni d’avventure, sono spesso vittime del maldestro bue che quotidianamente mette alla prova le sue capacità finendo per provocare conseguenze esilaranti. Il suo grillo parlante è la tartaruga Camilla, da lui chiamata affettuosamente Gnappetta, che non si fa scrupoli a definirlo un citrullo quando combina uno dei suoi guai.
Alvaro è un animale antropomorfo (proprio come Bojack Horseman), infatti cammina eretto e svolge lavori manuali tipici degli esseri umani, e riesce a discorrere a lungo (o battibeccare) con Camilla. Gli altri animali della serie invece si esprimono a versi o emettono solo poche parole di senso compiuto. Nell’edizione italiana si è pensato di dare una sfumatura in più a Alvaro e Camilla caratterizzando la loro parlata con un accento regionale.
Alvaro ha una forte cadenza romana e Camilla è resa particolarmente simpatica dalla gorgia toscana.
Nella versione originale, e anche in quella inglese, c’è anche un altro personaggio parlante che ha il ruolo di narratore: il tucano Towilla. In Italia, invece, questo personaggio appare solo in un episodio.
Inoltre, parlando di differenze, l’adattamento italiano dei nomi dei personaggi, tutti diversi dagli originali, è assolutamente brillante. Non troviamo solo i banali rinoceronti Rino e Rina o il tricheco Baffone; ci sono anche Righello la zebra, Borsello il coccodrillo, Technicolor il pavone e Porte-enfant la cicogna! È proprio il caso di dire che i traduttori si sono parecchio divertiti in fase di adattamento. Anche molte battute sono state modificate per rendere meglio il senso in italiano, ma questo accade sempre anche per le sit com, come ben sappiamo.
Ma come finisce Ox Tales, o Fantazoo che dir si voglia?
Non è semplice dare una risposta a questa domanda, anzi è quasi impossibile. Prendendo in considerazione le strisce di fumetti, infatti, è importante sottolineare che queste non portano avanti una trama; non procedono, uscita dopo uscita, verso una conclusione. Addirittura le strisce sono mute, cioè senza baloons destinati ai dialoghi. Sono i disegni e i gesti dei personaggi a trasmettere il significato della striscia (fine a se stesso) e a divertire i lettori di tutto il mondo. Noi italiani possiamo sfogliare le avventure di Alvaro e Camilla nei tredici albi pubblicati dalle Renoir Comics. L’ultimo albo, Fantazoo. Alvaro 10 e lode, è uscito nel dicembre 2014.
Le gag delle strisce – che vanno dal semplice slapstick (comicità elementare che sfrutta il linguaggio del corpo per generare ilarità) a uno humour più sottile, cinico e canzonatorio – si basano sugli stereotipi delle diverse specie animali e sulle interazioni tra queste. Lo humour della serie animata, invece, è meno pungente. Non sono presenti scene irriverenti e vengono sottolineati gli aspetti surreali delle interazioni del bue con tutti i personaggi e la comicità delle numerose gag (soprattutto degli scambi tra Alvaro e Camilla).
Indimenticabile l’episodio in cui Alvaro si ostina a suonare il flauto per incantare un cobra, diffondendo il malcontento in tutta la foresta a causa della sua scarsa abilità.
Tutti gli animali fanno capire al bue che farebbe meglio a smettere di suonare ma Alvaro è testardo, quindi si difendono come possono. Camilla chiude tutte le aperture del suo guscio con assi di legno, il leone si tappa le orecchie con alcuni ossi, gli scoiattoli otturano lo strumento lanciandovi dentro delle ghiande. Nonostante ciò, Alvaro crede di essere diventato un suonatore provetto, ma il cobra continua a ignorarlo. Allora il bue cambia strumento a fiato, prende quello che sembra un enorme didgeridoo, e soffia così forte da provocare l’eruzione di un vulcano! Al che Camilla esclama: Maremma!
L’ultimo episodio in assoluto di Ox Tales, Caldo insopportabile, racconta la sofferenza di Alvaro in un’afosa giornata estiva.
Mentre Camilla tenta di riparare il ventilatore, il bue va in giro per la foresta in cerca di refrigerio.
Come dice Camilla fa un caldo “terribiloso”. Speriamo che quella Gnappetta aggiusti prima di subito il ventilatore! Ah, sotto l’albero si sente meno caldo. Gagliardo! Schiaccerò un bel pisolino.
Sfortunatamente, mentre dorme arriva una giraffa e mangia tutte le foglie che gli fanno ombra! Anche tutti gli altri tentativi di Alvaro per rinfrescarsi falliscono e, quasi sciogliendosi, il fattore torna nella sua Bicocca. Camilla non solo ha aggiustato il ventilatore, ma l’ha anche reso gigantesco perché più grande è il ventilatore, più fresco riuscirà a produrre. Una logica schiacciante. Peccato che il vento sia troppo forte e faccia volare via una parete della Bicocca, Camilla e lo stesso Alvaro. Il bue urla la bellissima espressione Te possino ammazzarellatte (che si può tradurre con ti possano prendere a martellate) e i due finiscono nel lago. Con la saggezza che lo contraddistingue, Alvaro, ormai rinfrescato dall’acqua, conclude l’episodio dicendo:
Beh, comunque non tutto il caldo viene per cuocere!
Come vedete non si può parlare di una vera conclusione… ma non siate delusi! Sono sicura che quest’articolo vi ha fatto venire voglia di fare un tuffo nel passato, staccare dalla dura vita quotidiana e rallegrarsi rivedendo qualche episodio di Ox Tales. Quindi direi che anche nel vostro caso non tutto il male è venuto per nuocere!