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Come Jason Bateman ha dato vita a un Marty Byrde unico e inimitabile

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Nel panorama attuale delle serie tv è spesso difficile trovare una produzione di alta qualità che riesca a mantenersi su un livello eccellente nel corso delle sue varie stagioni, senza calare e senza deludere gli spettatori con scivoloni o inciampi: Ozark è una sorprendente eccezione. Dal suo esordio su Netflix nel 2017, questa serie statunitense ha saputo colpire, coinvolgere, emozionare e stupire sempre più gli spettatori grazie alla miscela di ingredienti davvero efficaci. Innanzitutto, il pilot di Ozark è perfetto, è un biglietto da visita che davvero mostra tutte le potenzialità del prodotto che presenta: una trama accattivante che si snoda con un ritmo particolare, non necessariamente serrato, ma funzionale a ciò che succede; un sistema di personaggi interessante, che mostra come anche la famiglia in apparenza più normale del mondo possa nascondere vari scheletri nell’armadio e ritrovarsi in situazioni impreviste; una fotografia eccellente, accompagnata dal caratteristico filtro azzurro, e potremmo stare qui a elencare molto di più. Ma una serie di questo calibro non potrebbe mai funzionare senza una figura centrale carismatica, di livello altrettanto alto e in grado di muoversi in questi scenari ben costruiti. Se Ozark è quello che abbiamo descritto, il merito è anche di Jason Bateman, che è stato in grado di dar vita a un Marty Bryde unico e inimitabile. Come? Scopriamolo insieme!

Jason Bateman, classe 1969, ha iniziato a recitare negli anni Ottanta e ha lavorato con costanza e determinazione, spaziando su molti generi e costruendosi una grande esperienza che si pone alla base dell’interpretazione di Marty Byrde. Vestire i panni del protagonista di Ozark non è per niente facile, perché ci troviamo davanti a una figura sfaccettata e complessa, spesso in conflitto tra quello che dovrebbe essereun normale padre di famiglia, consulente finanziario – e quello che è in realtàun uomo che ricicla denaro sporco. Tra questi due poli opposti ci sono tantissime gradazioni che emergono a seconda della situazione in cui il personaggio si trova e per saperle mostrare tutte al pubblico serve un talento particolare.

Jason Bateman riesce benissimo nella sua interpretazione ed è stato lui stesso a raccontare qualche segreto a riguardo in alcune interviste.

Jason Bateman

Un trucco interessante che l’attore utilizza quando si trova sul set – come ha svelato a IndieWire – è quello di immaginarsi osservato da altri colleghi attori, meglio se i più bravi. Bateman è molto autocritico e, nonostante i grandissimi traguardi raggiunti, si riferisce a questo escamotage come al modo per “non essere un attore terribile”. Secondo lui, gli attori sono le persone con l’occhio più attento quando si tratta di giudicare dei colleghi e l’idea che i grandi del cinema lo stiano guardando permette a Bateman di concentrarsi al massimo per essere il più credibile possibile: se convinci gli attori, sei a metà dell’opera.

Un altro aneddoto svelato dallo stesso Jason Bateman, sempre nella stessa intervista, è che in realtà quando recita nel ruolo di Marty Byrde… cerca di non recitare. Per lui, l’aspetto fondamentale del suo lavoro è quello di far apparire un personaggio come reale. Il pubblico non deve notare il lato artefatto di un’interpretazione, non deve accorgersi che quello sullo schermo non è Marty Byrde ma un attore. Ecco perché Bateman ha cercato di rendere il suo personaggio il più vicino possibile a sé stesso, adattandolo alla sua personalità. Una teoria che il volto di Byrde tiene ben presente anche quando ricopre il ruolo di regista: Bateman ha dichiarato di lasciare tantissimo campo libero agli attori e intervenire con pochi tocchi nelle loro interpretazioni, la spontaneità è ciò che conta davvero.

E un altro motivo per il quale Jason Bateman ha saputo interpretare il suo personaggio in maniera così efficace è legato proprio alla direzione di alcuni episodi. Su un totale di 30 puntate rilasciate fino a ora – la quarta stagione di Ozark è in uscita nel 2022, con i primi 7 episodi che verranno rilasciati a gennaio e i restanti 7 in una data ancora non resa nota – 10 sono state dirette da Bateman in persona. Non è un caso, anzi, sembra che l’attore l’abbia posta proprio come condizione nel momento in cui doveva decidere se accettare o meno la parte. Per Jason Bateman è molto importante provare a dirigere degli episodi, perché è qualcosa che consente di avere una visione a trecentosessanta gradi sul lavoro che si sta facendo e sulla parte che si sta interpretando.

Ma non sono solo questi i motivi che hanno contribuito all’eccellente lavoro di Jason Bateman nei panni di Marty Byrde.

Jason Bateman

Se è vero che l’attore cerchi di fare il possibile per non recitare, è altrettanto vero che dubitiamo Bateman sia un criminale che si ritrovi ogni tre per due in mezzo a situazioni pericolose, minacciose e potenzialmente mortali come capita a Byrde in Ozark. La versatilità e la capacità di calarsi nei panni di un personaggio così complesso sono evidenti. Il talento di Bateman è quello di riuscire a rendere con la stessa grande efficacia sia i momenti in cui Byrde cerca di restare composto, di soffocare le proprie emozioni e agire con freddezza, sia i momenti in cui il protagonista di Ozark si ritrova a dar sfogo a tutto ciò che prova, a lasciarsi sopraffare dal dolore o dalle difficoltà. A questo proposito non è banale ricordare che in passato Bateman abbia ricevuto dei premi e dei riconoscimenti per il suo ruolo nella sitcom Arrested Development, un prodotto completamente diverso, su una scia comica che è di certo lontana dall’atmosfera di Ozark. Ci troviamo davvero davanti a un attore poliedrico.

Ma un attore non lavora mai da solo, può essere il più talentuoso al mondo, ma se non sa lavorare con i suoi compagni di set allora sarà difficile che ne esca una performance soddisfacente. Bateman non ha nemmeno questo problema: la sua chimica con gli altri membri del cast è pazzesca. Si pensi alla grande intesa tra lui e Laura Linney, interprete di Wendy, sua moglie: qualcosa di non scontato, ma estremamente funzionale alla narrazione e alla riuscita del grande numero di scene in cui i due si trovano coinvolti insieme. E, allo stesso tempo, Bateman sembra avere un’intesa altrettanto perfetta con gli attori che ricoprono ruoli minori, anche quelli con cui ha una grande differenza di età – le scene con Julia Garner (Ruth), ad esempio, funzionano alla perfezione.

E non meno importante è la capacità dell’attore di rendere piacevole e apprezzabile un personaggio che, sulla carta, potrebbe tranquillamente essere disprezzabile. Ci troviamo davanti a un padre di famiglia che compie gesti estremi per salvarsi la pelle e che talvolta si lascia trascinare dagli affari loschi che conduce, mettendo da parte il suo ruolo di genitore e marito, o anche semplicemente di persona onesta. Un comportamento spesso deplorevole, da criticare. Eppure, a chi non piace Marty Byrde, in fondo? Bateman riesce a farci capire come molte volte Byrde sia costretto ad alcune scelte, così come riesce a farci percepire il conflitto interiore del personaggio, il suo dubbio. A differenza di altri personaggi di questo genere – un esempio, seppur con tante differenze, potrebbe essere Walter White di Breaking Bad – è che Marty Byrde sa conservare sempre la sua umanità. A volte ciò è più evidente, a volte meno. E non è difficile immaginare che questa sia una delle caratteristiche che Bateman stesso ha voluto portare al proprio personaggio.

Jason Bateman

La quarta stagione di Ozark sarà l’ultima. Potrà dispiacere vedere Jason Bateman nei panni di Marty Byrde solo per un’altra volta, però conoscendo la serietà e la bravura dell’attore è molto probabile che assisteremo a una performance indimenticabile, per la conclusione di un prodotto di altissima qualità che ha avuto il coraggio di fermarsi presto, nonostante i buoni ascolti e i riconoscimenti. Siamo pronti per seguire Bateman in questo ultimo tratto e poi, chissà, magari lo ritroveremo al timone di qualche altra grande serie tv.

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