Ozark è una serie pazzesca. Pazzesca. Non so se abbia titoli a stare lì dove sono le più grandi. Forse sì, forse no. Quel che è certo è che quando ci si immerge nelle acque blu del lago di Ozark, poi in genere si fa fatica a riemergere come se nulla fosse. Ci sono momenti, in una serie tv, che ci fanno pensare una sola cosa: ma dove diavolo sei stata tutto questo tempo, per la miseria?
Momenti topici, ma non solo. Perché poi un capolavoro si distingue soprattutto per le piccole sfumature, per quei frammenti di ordinaria narrazione che si infiammano all’improvviso, piccoli schizzi che impreziosiscono tutta la tela.
Ozark è piena di momenti così.
A cominciare dal pilot, che passa con disinvoltura da un plot twist all’altro senza lasciarci il temo di respirare. Ma anche la fine di Ben, la morte degli zii di Ruth, l’uccisione dell’agente Petty da parte di Cade Langmore, l’incidente che spazza via la mamma di Sam, Wendy che ordina l’omicidio di Cade. O anche passaggi più intimistici che mettono in mostra il lato più vulnerabile dei personaggi.
Sono tanti i momenti che hanno fatto grande Ozark. Dovendo però fare una scelta, ecco che il campo si restringe a questi cinque.
1) Il cliffhanger della terza stagione
Inutile dire che la scena con cui ci siamo lasciati alla fine dell’ultima stagione sia uno di quei momenti cruciali che ci fanno desiderare una serie ancora e ancora. La tensione è portata al suo picco massimo. Mentre a casa Jonah trova le ceneri di suo zio Ben, Marty e Wendy salgono sull’aereo per il Messico. E noi non abbiamo idea di quello che sta per succedere. Sappiamo solo che l’irreparabile è vicino, molto vicino.
Davanti alla tenuta di Navarro la macchina si ferma, i Byrde scendono insieme ad Helen e il boss si avvicina per i convenevoli. Neanche il tempo di un saluto e un colpo improvviso, deciso, netto, manda Helen Pierce al creatore. Senza un preavviso, senza troppe smancerie. Senza neppure il tempo di realizzare.