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La tecnica di montaggio in Ozark

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In Ozark ogni singolo elemento ha il suo peso nella resa stilistica e cinematografica: le performance degli attori in primis, ma anche tutto il minuzioso lavoro di montaggio, la scelta della colonna sonora e del ritmo, sono tutti elementi fondamentali che contribuiscono a renderla un piccolo gioiello. Sia nel 2019 che nel 2020, infatti, la serie ha ricevuto molteplici nomination agli Emmy anche nelle categorie più “tecniche” come il montaggio, la cinematografia, il sonoro e così via.

Il produttore esecutivo, regista e attore del potente drama Jason Bateman (che sa già come finirà la serie) viene in tanti articoli indicato come il nucleo creativo della storia: la sua missione è rendere i singoli episodi quanto più omogenei e soddisfacenti, riuscendo a catturare con uno stile magnetico e unico i propri spettatori. Cindy Mollo, editor anche di altri prodotti come Mad Men, ha affermato riguardo lo spirito che cercavano di trasmettere:

While working with Jason on the first two episodes, we discussed an editing manifesto for Ozark: “indifferent, meditative and hard to get.

Lavorando con Jason [Bateman n.d.t.] sui primi due episodi abbiamo deciso un manifesto tecnico sul montaggio per Ozark: “Indifferente, meditabondo e difficile da ottenere.
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Il segreto del montaggio di Ozark parte, sicuramente, dalla volontà di raccontare la storia nel modo più immediato e impeccabile possibile: facendo molta attenzione ai movimenti di camera e all’esecuzione delle singole scene, l’idea è quella di fuggire dai meccanismi di editing tipici del mondo delle serie tv – dove, molto spesso, il montaggio è più narrativo ed è un elemento importante per indicare al pubblico momenti e personaggi importanti – e cercare invece di stupire con un tipo di ritmo diverso.

Indugiando su determinate scene apparentemente “vuote” la serie permette di assorbire molto dell’atmosfera creata, caricando di tensione anche i momenti più semplici e mantenendo un livello di pace spettrale il cui punto non è confortare quanto turbare lo spettatore.

Anche la scelta dei colori, una cifra stilistica che permette di riconoscere immediatamente anche i singoli frame della serie, ha una sua specifica motivazione: le scene sono desaturate e caratterizzate esclusivamente da colori freddi creando una palette che, cromaticamente, allontana l’idea del luogo di vacanza e rende più immediata la percezione della pericolosità e delle insidie che si possono nascondere in un luogo come quello di Ozark.

Le luci vengono utilizzate col fine di comunicare qualcosa e non semplicemente per rendere più belli gli attori: nelle scene della serie i personaggi risultano ancora più realistici anche per questo, dimostrando tramite questi piccoli accorgimenti la loro umanità e caducità.

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Nella creazione di scene importanti, poi, l’attenzione al dettaglio in ambito tecnico diventa ancora più alta. Ad esempio, nell’episodio “Una via di uscita” la storia raggiunge un momento di svolta cruciale non solo nella stagione, ma nell’intera serie: nell’andare a salvare sua moglie Wendy, Marty cerca di far ragionare un sempre più nevrotico Mason che, alla fine della puntata, viene ucciso. La costruzione di questo momento avviene principalmente tramite due tecniche molto importanti: il montaggio e la colonna sonora.

Nelle scene che precedono l’omicidio, il figlio neonato di Mason inizia a piangere. Questo e altri rumori di sottofondo vengono utilizzati per aumentare la tensione e il nervosismo sia dei personaggi che del pubblico: vengono così mixate le urla del bambino con la colonna sonora della serie che, momento dopo momento, inizia a prendere sempre più spazio con un volume sempre maggiore. Quando i vagiti vengono tagliati di colpo lo spettatore si ritrova completamente frastornato e confuso mentre la scena raggiunge la propria fine.

Il momento successivo, poi, non utilizza le tecniche di montaggio classico che avrebbero prediletto la visione immediata del corpo senza vita, ma si sofferma con lentezza sulla reazione di Marty e Wendy: l’uomo è completamente sconvolto e preda di un attacco di panico in piena regola per ciò che ha appena fatto, mentre la donna si ritrova a dover confortare il marito, dovendo prendere in mano la situazione con freddezza. Questo, potremmo dire, è il momento in cui avviene lo shift di potere tra i due e che pone le basi dell’evoluzione di entrambi (e, in particolare, del personaggio di Wendy).

I movimenti di camera, quindi, hanno la precedenza su un montaggio più didascalico della storia, creando un ritmo sì lento, ma anche più coinvolgente.

Ozark

Quando l’obiettivo è quello di costruire la tensione e poi farla defluire improvvisamente, Ozark sa quali elementi coinvolgere per rendere l’esperienza avvincente e originale.

Vi sono all’interno della serie, poi, momenti in cui l’effetto sorpresa non viene in alcun modo anticipato e che illustrano chiaramente le qualità di questo show: nella prima stagione, per esempio, abbiamo l’incontro a casa degli Snell con il rappresentante del cartello Camino Del Río. Per tutto il tempo Marty si ritrova nella difficile e delicata posizione di mediare tra la diffidenza di entrambe le parti, ma la scena sembra volgere al meglio nel momento in cui un accordo viene raggiunto in modo pacifico e diplomatico.

La tensione che sottopelle viaggia all’interno dell’intera parte della puntata sembra dissolversi nel nulla, ma una sola parola cambia completamente l’epilogo: la morte di Camino Del Río – e il lento movimento della macchina che passa dall’uomo appena sparato a Denise con ancora in mano il fucile – arriva in modo repentino, inaspettato, e per questo sconvolge lo spettatore.

La capacità di mantenere un ritmo di narrazione consistente è cruciale per mantenere il pubblico sempre sulle spine, incapace di predire cosa avverrà nel corso dell’episodio: quando la tensione si fa sentire sia in momenti principali che in scene secondarie, si capisce come la serie sia stata progettata nei minimi particolari e che l’idea di fondo, solida e originale, guida tutto il progetto.

Ozark non lascia nulla al caso, ma anzi ha acquisito il suo status di serie cult proprio per l’attenzione ai dettagli e la volontà di raccontare, tramite i propri personali metodi, una storia: è in questo caso il pubblico a doversi adattare e abituare ai ritmi, colori e ai meccanismi della serie richiedendo un po’ più di attenzione e coinvolgimento. In cambio, però, si ottiene un’esperienza di visione di qualità e davvero spettacolare.

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