Attenzione: l’articolo contiene spoiler su Ozark. Se non avete guardato la quarta stagione, evitate la lettura
La convinzione secondo la quale ognuno nella vita ha ciò che si merita, per la famiglia Byrde è tutt’altro che corretta. Sono l’esempio di ciò che avviene quando il destino, contro ogni logica, non ti presenta il conto e continui a cadere in piedi, qualunque cosa accada. Marty e Wendy ormai sono abituati all’idea di sopravvivere: c’è sempre una via d’uscita, un modo per farcela e, soprattutto, per non pagarne le conseguenze. Lasciando che siano altri, quelli che potremmo quasi considerare come buoni o redenti, a essere sacrificati.
4 stagioni, 44 episodi disponibili su Netflix e, in realtà, il finale di Ozark non potrebbe essere più appropriato. È la chiusura di un cerchio, sicuramente non rappresenta un lieto fine, ma la degna conclusione di una storyline avvincente che è partita con il botto e si è chiusa, metaforicamente, con uno sparo. Un colpo che non lascia dubbi: il male è passato di genitori in figli e non permetterà a nessuno di sottrarsi alla sua logica.
L’allegoria dell’incidente d’auto
Per spiegare il finale di Ozark, paradossalmente, bisogna partire dalla prima puntata della quarta stagione, quella in cui vediamo la famiglia Byrde in auto. Si scambiano poche battute, ma il clima che ci trasmettono sembra rilassato e, oseremmo dire felice, come se osservassimo una famiglia normale. Così siamo portati a pensare che probabilmente i quattro stiano finalmente andando a Chicago, ma la nostra speranza dura poco: la macchina, per evitare un tir che le sta andando addosso, esce di strada e si capovolge. Non sappiamo, fino all’ultima puntata, se la famiglia è sopravvissuta all’incidente e la possibilità che qualcuno abbia attentato alla loro vita si fa sempre più concreta. Per 14 puntate la suspense è molto alta e come spettatori ci domandiamo sempre se sarà una scena piuttosto che un’altra l’ultima in cui vedremo i membri della famiglia Byrde. In realtà, nell’ultima puntata scopriamo che Marty esce fuoristrada per evitare il camion contro cui si stava scontrando perché intento a guardare i figli seduti sui sedili posteriori. Scopriremo anche che nessuno di loro è ferito gravemente o, peggio, morto. Inizialmente abbiamo il dubbio che Wendy possa non farcela, ma poi Marty la estrae dalle lamiere e la donna riprende conoscenza tra abbracci di figli e marito. Perché nessuno della famiglia è morto nell’incidente? Perché i Byrde hanno la capacità di cadere sempre in piedi.
È la stessa Wendy a esserne più che convinta. Tornati in taxi a casa, infatti, i coniugi trovano padre Benitez ad aspettarli. L’uomo le si avvicina per ammonirla: “Non è salutare avere intorno tanta morte […] quante volte ancora Dio dovrà indicarvi la via prima che ne prendiate atto? Io penso che questo incidente sia l’ultimo avvertimento.” Ma la donna, glaciale, lo corregge: “Oh no, è una garanzia: che noi ne usciremo vivi”. Sarebbe proprio il caso di dire che l’erba cattiva non muore mai.
A questo proposito, molti spettatori sembra abbiano tirato la bocca dopo aver scoperto che l’incidente non serviva come escamotage per togliere di mezzo qualche personaggio importante e l’hanno additato come ingannevole e superfluo. In realtà, simbolicamente, l’avvenimento è molto importante. In un’intervista, il creatore Chris Mundy dichiara che la scena è stata studiata a fondo per creare un senso di inquietudine nello spettatore, abituato al fatto che in Ozark tutto può succedere, e per generare suspense che lo avrebbe portato (com’è successo) a interrogarsi su chi sarebbe morto e per mano di chi. Inoltre colui che guarda, sempre secondo Mundy, dev’essere pervaso da un senso di straniamento: com’è possibile cominciare l’ultima stagione con una puntata che mostra una famiglia unita? Sappiamo che per i Byrde è più che una rarità. Inoltre l’incidente ci dimostra ciò che avevamo già intuito: la famiglia di Chicago è intoccabile. È scritto nel loro destino che sono immortali e, per questo, condannati a una vita criminale nella quale si sono fatti volutamente risucchiare, sempre di più, tanto da non avere via d’uscita.
La morte di Ruth
Ne “Una fine difficile” il creatore ha inserito un’altra allegoria che ci fa presagire il destino di uno dei personaggi. Ruth, infatti, vedrà i suoi defunti parenti e lo spettatore capirà che è per l’ultima volta: non si sfugge alla maledizione dei Langmore. Per quanto la ragazza sia scaltra, ambiziosa e risoluta, tanto da farsi ripulire la fedina penale, le sue decisioni sono più di pancia che di testa. Ed è proprio una di queste a costarle la vita: vendicare suo cugino Wyatt e freddare Javi Elizondo, nonostante Marty l’avesse implorata di non farlo, non permetteranno a Ruth di farla franca. La sera della festa al Missouri Bell, infatti, Camila minaccia Claire Shaw per sapere chi abbia ucciso suo figlio. La Shaw crolla e fa il nome di Ruth salvando i Byrde che, per la prima volta, non sono in grado di uscire dalla trappola della sorella di Navarro. Dovendo scegliere tra loro e la ragazza, scelgono lei. Il sangue dell’ultima dei Langmore, infatti, ricade sulle loro mani.
A questo proposito, forse sarebbe stato corretto che fosse morta Wendy: una donna crudele, avida di potere e senza scrupoli. La stessa donna e madre che ha messo a rischio, per la sua mania di grandezza, la vita della famiglia che ha sempre millantato di proteggere e che ha sacrificato la vita di suo fratello. Sarebbe stato corretto, forse. Specialmente se questa morte avesse evitato quella di Ruth. Tuttavia sarebbe stato impossibile: i Byrde sono immortali. Lo dimostrerà anche l’ultima scena, quella in cui tornano a casa dopo la festa.
Ozark è l’eterno purgatorio dei Byrde
I Byrde rientrano a casa dopo l’evento organizzato al Casino per celebrare la loro Fondazione. Un successo a livello politico che permetterebbe alla famiglia di tornare a Chicago come la più influente di tutto il Midwest degli Stati Uniti. Eppure qualcosa va storto: i coniugi notano un vetro rotto, così escono in giardino dove trovano l’investigatore Mel Sattem ad aspettarli. L’uomo ha in mano la biscottiera con la testa di capra in cui sono contenute le ceneri di Ben Davis. Il detective, moralmente discutibile ma in questi situazione incorruttibile, non accetta di essere comprato dai Byrde che, dopo aver cercato di farlo reintegrare in polizia, vogliono pagare il suo silenzio. Tant’è che l’uomo tenta di ammonirli con una frase a effetto:“La gente come voi non deve vincere”. Tuttavia, la sua risolutezza si contrappone a uno sprezzante “da quando?” di Wendy. Queste battute finali racchiudono tutto l’arco narrativo di una serie come Ozark dove sembrerebbe che il male vinca sul bene. Una conclusione amara per una constatazione altrettanto amara: la natura umana è avida, arrogante ed egoista. Lo è sempre stata e sempre lo sarà. Wendy e Marty la incarnano perfettamente, disposti a tutto pur di sopravvivere. La situazione la risolve Jonah, che nel frattempo è uscito imbracciando un fucile. I suoi genitori, nel vederlo, hanno un’espressione quasi sollevata: nessun rimorso di aver trasformato i figli da vittime in carnefici, nessuna esitazione per salvare la moralità e la coscienza di un sedicenne. Solo sollievo. In fondo, i due, sono il male in persona, anche se in abito da sera. A dimostrazione che i protagonisti di Ozark sono come il lago: all’apparenza tranquillo, nel profondo pieno di melma che risucchia chiunque nuoti più in profondità senza possibilità di salvezza.
A chiudere l’episodio ci pensa uno sparo che non lascia dubbi: il ragazzo ha ucciso l’investigatore. L’unica persona che avrebbe potuto realmente spaccare la sua famiglia denunciando l’omicidio di un parente al quale era profondamente affezionato. Tuttavia, la mela non cade lontano dall’albero, e anche Jonah sceglie il suo nucleo familiare, come la madre prima di lui. La bussola della moralità ormai è persa e la famiglia, visti i recenti avvenimenti, resta incastrata nel limbo che si è creata. Non vediamo oltre lo sparo, ma immaginiamo che il trasloco a Chicago sia rimandato perché Marty dovrà dividersi tra il Messico e il Missouri Bell per riciclare denaro al posto di Ruth. Di conseguenza, nemmeno il resto della famiglia tornerà nella città d’origine continuando a lavorare, in particolare Wendy, per arrivare a conquistare sempre maggior peso a livello politico e sociale.