Attenzione: evitate la lettura se non volete imbattervi in spoiler sul finale di Breaking Bad
È un momento catartico. Un angolo di pace in cui raccogliere le idee, riavvicinarsi a se stessi e concepire quel che di meglio la nostra mente possa offrire. Le idee si schiariscono mentre il corpo si libera, le nubi si dissolvono e quel che era impossibile pensare in qualunque altro contesto si trasforma nell’intuizione di un singolo istante. L’artista crea, il detective capisce, il criminale in preda a dubbi amletici prende la strada a lui più funzionale.
Succede sempre, in bagno. Specie se seduti sul water, nella migliore derivazione naturale della meditazione. Una forma di evacuazione dell’anima e di riconciliazione col proprio tempio, insomma. Si scrivono dei romanzi, sul water. Omicidi irrisolti per vent’anni vengono finalmente ricostruiti nel dettaglio, le perplessità di una vita vengono dipanate. E puoi anche capire che quel sempliciotto un po’ sfigatello di tuo cognato, preso per i fondelli bonariamente per decenni, sia in realtà il tuo incubo peggiore, un pericolosissimo criminale ricercato per anni e capace di rovinarti la vita.
Non nel deserto come il maestro Leone. Non nell’epicità di un’inquadratura indimenticabile. Non attraverso una fotografia unica e irripetibile. Non è così che Breaking Bad ci ha regalato il suo momento più intenso, nonché uno tra i più iconici. Ma dentro un bagno, nel bel mezzo di una sequenza tranquilla in cui non vediamo proprio arrivare uno dei colpi di scena meglio assestati della storia recente della serialità televisiva. Perché non dimenticheremo mai gli occhi di Hank nel preciso istante in cui capisce che quel bonaccione di Walter White sia in realtà l’inquietante e imprendibile Heisenberg. E quel momento da solo sa illustrare con rara abilità di sintesi perché Breaking Bad sia Breaking Bad, una delle più grandi serie di tutti i tempi.
Ma non siamo qui oggi per parlare di Hank e delle sue interessanti letture in bagno. O meglio, non siamo qui solo per questo. Siamo qui oggi per dare dei voti. Tracciare l’ennesimo bilancio. Raccontare Breaking Bad una volta ancora, attraverso delle pagelle semiserie destinate a protagonisti e comprimari. Semiserie perché questo immenso drama è stato in fondo anche un’intelligentissima tragicommedia, e parlarne così sembra essere un ottimo modo per omaggiarla.
Iniziamo, quindi. A modo nostro, come sempre.
LE PAGELLE DI BREAKING BAD
WALTER WHITE
Se Breaking Bad fosse stata una fiction italiana, il titolo sarebbe stato qualcosa tipo “Fare brutto” (oppure “Hey, la droga fa male. Ho perso la corsa della vita con quella robaccia”) e il suo protagonista si sarebbe chiamato Giuseppe Rossi. Perché Walter White è il Giuseppe Rossi italiano, e mai un nome aveva raccontato tanto in una serie tv. Detto questo, potremmo affrontare un personaggio del genere in mille modi diversi, ma ci limiteremo a una cosa: un uomo le cui gesta ispirano una canzone come quella che segue, non può non essere uno dei migliori di tutti i tempi.
La sua lezione di vita più grande: fare la spesa completamente nudo può salvarti il matrimonio e la fedina penale – VOTO: ESSE(XY)LUNGA
SKYLER WHITE
La moglie di Walter White è una delle grandi vittime di Breaking Bad, ma nonostante ciò sta sui maroni a milioni di persone. Questo è il mistero più grande della serie, molto più dell’avvelenamento di Brock.
A un certo punto Saul Goodman la soprannomina Yoko Ono – VOTO SKYLER WITH DIAMONDS
JESSE PINKMAN
Protagonista anche di El Camino, da non confondere con la produzione Netflix “Camino per casa vostra – Fuoco crepitante da legno di betulla”, è la dimostrazione vivente della legge di Murphy. Le prende un po’ da tutti, ma per qualche motivo alla fine è uno dei pochi a uscirne sulle proprie gambe.
Non accetterà mai più un invito a cena da una coppia in crisi – VOTO SCORTESIE PER GLI OSPITI
GUS FRING
Imprevedibile quanto Mauricio Pinilla, affidabile quanto Ivan Zamorano e protagonista di un declino rapido quanto quello di Alexis Sanchez, Gustavo Fring è il cileno meno cileno di sempre, e per questo ha un cognome tedesco. Fa un pollo fantastico, ma non ci sentiamo di consigliare Los Pollos Hermanos tra le mete da visitare nel corso di un viaggio ad Albuquerque. E visto che ci siamo non consigliamo manco di fare un viaggio ad Albuquerque.
Dopo Breaking Bad diffidiamo da chiunque guidi una Volvo – VOTO A QUANDO UNO SPIN-OFF SULLE SUE ORIGINI?
HANK SCHRADER
Se le birre artigianali sono oggi uno dei fulcri della nostra vita sociale, lo dobbiamo principalmente a lui. Se vi può interessare, e con ogni probabilità non vi interessa minimamente, il suo gruppo sanguigno è O negativo.
Se avesse potuto, sarebbe diventato il migliore amico di Ross Geller – VOTO UNAGI
SAUL GOODMAN
Protagonista del miglior spin-off di sempre, Better Call Saul, da non confondere con una docuserie su Saul Niguez che prima o poi verrà realizzata con questo titolo, ha la faccia, i comportamenti e gli atteggiamenti del 35% dei parlamentari italiani. Ma nonostante ciò gli vogliamo un gran bene.
Sconfiggerebbe Kevin Costner in un concorso per sosia di Kevin Costner – VOTO TRABALLA TRA I LUPI
MIKE EHRMANTRAUT
Ha una nipote con la sindrome di Benjamin Button e rientra nella top ten di persone al mondo che non vorremmo mai ritrovarci contro in una rissa. Nel tempo libero si dedica all’hobby che più ama: bere caffè.
Sembra sempre più vecchio di quello che è, a differenza della nipote che boh – VOTO NON CI PERMETTIAMO DI DARGLI UN VOTO
MARIE SCHRADER
Dopo venti minuti di attente analisi ci siamo resi conto che non abbia un solo pregio. Se non uno, anzi no.
Dai, uno sì: guida un’auto empatica e piena di ironia – VOTO PURPLE RAIN
WALTER JR.
Il suo sito per il padre alberga ancora oggi nei nostri incubi peggiori.
A giudicare da quello che abbiamo visto in Breaking Bad, fa colazione cinque volte al giorno – VOTO ALTRO CHE LA FAMIGLIA DELLA MULINO BIANCO
HECTOR SALAMANCA
Incutere terrore nonostante ci si trovi in quelle condizioni è impresa per pochi. Anzi, solo per uno: lui.
Din, din, din – VOTO DIN, DIN, DIN
TODD ALQUIST
Secondo i fan è un personaggio ancora più demoniaco di Hector Salamanca, e basta questo per dire tutto di lui.
Forma con Lydia la ship meno shippata dai tempi di Joey Tribbiani e Rachel Green – VOTO UN RAGAZZO DA NON SPOSARE
LYDIA
Alzi la mano chi ha smesso di usare la stevia dopo aver visto il finale di Breaking Bad. Ma a proposito: qualcuno ha mai usato la stevia?
Le piace indossare tacchi alti Louboutin con la suola rossa, ma questa vi interesserà ancora meno del gruppo sanguigno di Hank – VOTO ZUCCHERO DI CANNA RULES
TUCO SALAMANCA
È diventato un maestro di chimica nel tempo di un’esplosione. O comunque ha imparato benissimo cosa non sia la meth.
Non inviterà mai più a pranzo una coppia di colleghi di lavoro – VOTO SCORTESIE PER IL PADRONE DI CASA
KRAZY-8
Condivide con Aureliano di Suburra un 8 nel suo destino, e questo sapete cosa vuol dire? Assolutamente niente.
Si fa chiamare krazy, ma è meno krazy dell’85% dei personaggi di Breaking Bad – VOTO FORSE È ORA CHE TE LEVI DAR C***O, SAMURÀ
GALE BOETTICHER
È stato più presente e rilevante in Breaking Bad da morto che da vivo.
Ogni tanto chiunque abbia guardato la serie canticchia a caso Crapa Pelada sotto la doccia – VOTO OOH, OOH, OOH, OOH
I GEMELLI SALAMANCA
La classica coppia di cugini che vedi solo a Natale e fai di tutto per evitare.
Non si vedevano degli stivali tanto pacchiani dai tempi di Ted Mosby – VOTO HEY, LI CONOSCI LEONEL E MARCO?
HUELL
Denver della Casa di Carta chi?
Esiste uno spin-off fake intitolato “Le regole di Huell”, nel quale si ironizza sul fatto che attenda ancora oggi all’interno del rifugio in cui Hank e Gomez non sono più tornati. E noi pretendiamo di vederlo per davvero – VOTO SURVIVOR
SKINNY PETE E BADGER
Ci hanno regalato più emozioni in pochi secondi di El Camino che in sei stagioni di Breaking Bad. Ma nonostante ciò sono iconici, a modo loro.
Lo Skinny Pete di El Camino è in realtà il padre dello Skinny Pete di Breaking Bad – VOTO ME PARI TU’ ZIO
TOTO SPIN-OFF
Visto che Better Call Saul sta andando come sta andando e il mondo non è ancora pronto a dire addio all’universo narrativo di Breaking Bad, noi ci proviamo. Vogliamo offrire cinque ottimi suggerimenti a Vince Gilligan per un nuovo spin-off e sperare ancora nella sua capacità di osare: perché no, anche con opere distopiche capaci di cambiare gli eventi della serie madre. Il migliore sarebbe un bel prequel sulle origini di Gus Fring, ma ne abbiamo già parlato abbondantemente in un approfondimento di qualche tempo fa. Questi, invece, non li troverete mai da nessun’altra parte. E meno male.
Hector & Chuck
Nato sulla falsariga di Grace and Frankie, un ex avvocato di successo pieno di fobie, nonché fratello di Saul Goodman, e un ex criminale d’altissimo profilo che può comunicare solo attraverso un campanello e delle faccette fenomenali, si ritrovano a convivere in una casa di riposo. Si riderà a crepapelle o si creperà e basta, ma anche no.
Breaking Bad – Altro che caffè
Mike decide di dare una svolta decisa alla sua vita e ordina un tè al posto del caffè: la conseguente reazione a catena lo porterà a condurre Sanremo.
Mosquito
Una zanzara s’infila nella macchina di Walter White e… lasciamo perdere.
The Dinner
Jesse viene invitato nuovamente a cena da Walter e Skyler, ma visto che piuttosto preferirebbe buttarsi in un camino con un fuoco crepitante di legno di betulla, racconta di esser già invitato alla cena di un sanguinario cartello messicano: pur di non rischiare niente ci va davvero, e non si pentirà della scelta.
In the Bathroom
Hank si fa prendere la mano dopo aver scoperto la verità su Walter e riscrive totalmente le teorie sull’evoluzionismo nel tempo di una pisciata. La sua vita cambierà totalmente.
Antonio Casu