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Glee – Le pagelle

Glee
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Glee, che serie magnifica. Ai suoi tempi un vero e proprio fenomeno sociale e mediatico che ha accompagnato un’intera generazione e che adesso viene riscoperto grazie all’arrivo sulle piattaforme di streaming più disparate.

Ma, come ogni prodotto che si rispetti, anche questa serie deve passare al nostro rigido sistema di giudizio basato su tre essenziali e scientifici fattori: il mio umore di oggi, quella che Albano e Romina definirono nostalgia canaglia e la simpatia o antipatia che nutrivo per ciascuno di loro. Perciò mettetevi comodi, preparate la playlist con le migliori cover del Glee Cast e godetevi questa esperienza sensoriale mentre io cercherò di incanalare lo spirito delle agguerritissime Real Housewives of Beverly Hills e nell’ordine: l’humor di Lisa Vanderpump, la schiettezza di Kyle Richards, la velenosa eleganza di Camille Grammer e la sfacciataggine di una inarrestabile e sboccata Brandi Glanville.

1) Rachel Berry

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Se la persona umanamente più orribile sulla faccia della terra avesse un corpo e un nome, sarebbe Rachel Berry. Sarà la mia propensione a detestare i protagonisti delle serie, ma questo – in particolare – mi faceva infuriare. All’inizio mi piaceva pure e agli street team dei gleek ero solita difenderla davanti alla maggioranza del gruppo che aveva perspicacemente intuito quanto fosse orribile questo personaggio. Quant’ero ingenua! Apprezzavo la sua determinazione e il suo impegno, ma col senno di poi mi sono resa conto che la cattiveria che aveva in corpo era più ingombrante di quella della mia prof di storia che assegnava cinquecento pagine da studiare per il giorno dopo e se non ti ricordavi qualcosa ti umiliava fino a farti ricoverare con la gastrite o a farti diventare dipendente dalla valeriana.

Un mostro – starete pensando giustamente e vi assicuro lo era – proprio come Rachel Berry che per ottenere ciò che voleva era disposta a qualunque cosa pur di distruggere i suoi avversari. Era disposta a vendersi il migliore amico al mercato nero e soffriva tremendamente di gelosia nei confronti dei suoi stessi compagni.

Il simbolo chiaro e puro di un irrisolto complesso di inferiorità che aveva cercato di colmare convincendosi di essere migliore di tutti. Rachel è quella che non riesce a gioire dei traguardi di Kurt, di Mercedes, di Santana, ma che sente – al contrario – di dover affossare. Rachel è quella che non riesce a contemplare nemmeno l’ipotesi di essere in errore.

Probabilmente l’unica persona peggiore di lei è Lea Michele, l’attrice che la interpretava. Dovevo immaginarlo quella volta che la vidi dal vivo e alla richiesta del pubblico di cantare qualcosa si rifiutò. Però – in mia difesa – le piaceva la mia maglietta e mi ero lasciata rimbambire da questo. Tra l’altro sulla maglietta c’era stampata la sua faccia… adesso è tutto chiaro. La mia diagnosi è confermata: egocentrismo cronico.

Per essere la protagonista della serie era piuttosto fastidiosa. Aveva atteggiamenti tremendamente infantili, era viziata, era tanto irritante quanto talentosa, sapeva essere anche una grandissima stronza ed era il personaggio peggiore di tutta Glee. Ciononostante le volevo bene e non so spiegare esattamente il perché. Le volevo bene come si vuol bene a quella stronza di tua cugina che cerca sempre di entrare in competizione con te rendendosi insopportabile, quella che ti fa venire l’orticaria se solo chiudi gli occhi e la pensi. Insomma, tutto questo per dirvi Rachel Berry mi faceva cagare.

VOTO: generosamente 2

2) Finn Hudson

Qui mi scendono le lacrime. Adoravo questo personaggio e lo adoravo perché era completamente genuino. Ingenuo, ignaro, a tratti inconsapevole del mondo attorno a lui, Finn sembrava costantemente disorientato, un po’ goffo, tenero, bonaccione, un orsacchiotto insomma. Era l’equivalente di quel tuo amico di infanzia a cui vuoi un bene dell’anima nonostante non sia una cima, quello che sai ci sarà sempre anche se non vi sentite da un po’. Quello che puoi anche non vedere da anni, ma vi basta un secondo per tornare in armonia e sembra che il tempo non sia mai passato. Tra i tanti momenti che ho amato di questo personaggio, c’è stato uno in particolare in cui mi sono sentita tremendamente vicina a lui: quando non aveva la più pallida idea di cosa volesse nella vita.

Aveva sempre fatto ciò che tutti si aspettavano da lui fino a quando – ad un certo punto – si è chiesto: ma io che voglio fare? E la risposta non è stata chiara, non subito. Questo gli ha conferito un livello di umanità e di realismo non indifferenti, motivo per cui lo amavo alla follia. Ho sofferto come un cane quando è morto Cory Monteith e di conseguenza il suo personaggio. Da quel momento non riesco più ad ascoltare la canzone I’ll Stand By You dei Pretenders senza piangere il mio peso corporeo. Scelta necessaria e giusta, lo so, ma brutale e che ancora fa male come le cicatrici quando piove.

Alexa play Mi manchi by Fausto Leali

VOTO: 9 + una fornitura a vita di Kleenex per me

3) Kurt Hummel

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Tutto il fandom di Glee impazziva per Kurt Hummel. Io no. Ok, sì, è stato uno dei primi personaggi apertamente, fieramente LGBT del mondo seriale, ma era davvero tutto questo granché? La risposta è ovviamente no. Kurt – a parte un discutibile talento canoro decisamente inferiore al resto dei suoi colleghi – era piuttosto inutile e antipatico. Anche lui – come Rachel – soffriva di momenti di gelosia e atteggiamenti infantili che lo rendevano poco tollerabile. A lui preferivo sicuramente il suo amato Blaine e non solo per via del suo smisurato talento, ma ne parleremo al momento opportuno. Seppure la persona dietro il personaggio mi piacesse molto, (ammiro il talento creativo di Chris Colfer e ho amato alla follia il suo Struck by Lightning) Kurt Hummel mi faceva parecchio cagare. L’ho detto? Sì l’ho detto. Me ne pento? No, non me ne pento. #UnpopularOpinion

Oh e già che siamo in fase di confessioni, la sua versione di Defying Gravity faceva cagare.

VOTO: 6+, almeno ci hai provato

4) Mercedes Jones

Finalmente arriviamo ad uno dei personaggi che apprezzavo di più in Glee, Mercedes Jones. Mercedes era un vero talento. Avrebbe potuto cantare l’alfabeto, la canzone della buonanotte di Bear nella grande casa blu o la sigla dei Baby Looney Tunes e io le avrei battuto le mani per novantadue minuti, piangendo lacrime salate per l’emozione. Una voce sublime. Un talento grande come l’universo, ma che purtroppo veniva spesso messo da parte per dare spazio a personaggi che monopolizzavano – immeritatamente – la serie. Che spreco! Forse allo stesso livello di spreco di quelli che mangiano la pizza e buttano il bordo. Non si fa, Gesù non vuole.

Tra l’altro Mercedes aveva una delle storyline più interessanti di Glee e che viene accennata nella prima stagione, ma approfondita solo nella terza. Parlo del rapporto col suo corpo. Da big girl, ammetto che vedere qualcuno che mi somigliava, mi faceva decisamente piacere. Ci sono tanti modi sbagliati per esprimere concetti e prendere posizioni sul tema dell’obesità, dell’amore di sé, dell’autostima e del peso, come ad esempio si è fatto in quello obbrobrio che era Insatiable che ti fa provare solo una grande voglia di prendere a tuzzate in faccia la protagonista. In Glee, invece, è stato trattato con attenzione, con dignità. E Amber Riley è stata fenomenale nel restituire un ritratto di questa realtà estremamente umano e con cui era facile empatizzare. Ripeto: non capisco per quale assurdo motivo avesse poco spazio.

VOTO: 8 + The Diva Award (quel The è pensato)

5) Artie Abrams

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Arriviamo, adesso, a quel personaggio che non era il preferito di nessuno. Praticamente era l’equivalente di Tecna quando da bambina giocavi alle Winx con le tue amiche e nessuno la voleva mai interpretare. Artie Abrams era dimenticabile. Aveva una bella voce, a volte troppo nasale, ma in fin dei conti piacevole. Che si può dire di questo personaggio? Non riesco a ricordare un suo momento memorabile. Forse quando ha ballato Scream di Michael Jackson e Janet Jackson con Mike Chang? Forse quando ha aiutato Quinn durante il suo periodo sulla sedia rotelle? Tra l’altro questa amicizia – chissà perché – è stata archiviata, cancellata e dimenticata con la stessa velocità con cui rimuovo dal mio cervello tutte le nuove informazioni acquisite nella preparazione di un esame dopo averlo sostenuto.

Aveva dei momenti di tenerezza, come quello del pettine magico con Brittany. Talvolta era leggermente maschilista ed egocentrico come abbiamo potuto vedere ogni qual volta ha ricoperto una posizione di potere (quando ha diretto West Side Story, lo speciale di Natale e quando ha cominciato la scuola di cinema). Insomma, Kevin McHale è un attore, cantante e ballerino molto talentoso, ma in Glee era semplicemente un altro di quei personaggi che si muovono sullo sfondo senza senso e di cui – ad anni dalla fine della serie – fai fatica a ricordare il nome.

VOTO: 6, ma più per gentilezza che per merito.

6) Tina Cohen-Chang

Tina Cohen-Chang era la regina degli inutili. Povera tesorina, è stata messa in panchina subito dopo il pilot in cui almeno tre o quattro battute gliele hanno fatte dire. Da quel momento tutti si sono dimenticati della sua esistenza. Sono convinta che la stessa Jenna Ushkowitz, quando vedeva arrivare a casa la sceneggiatura degli episodi si chiedeva: ‘Aspettate un secondo, sono in questa serie? Ancora?‘. Adesso immagino la sua faccia mentre leggeva le scene e realizzava – per l’ennesima volta – che avrebbe dovuto semplicemente stare sullo sfondo e reagire a ciò che gli altri facevano. Esilarante. Povera Jenna, povera Tina.

Probabilmente se andassimo su IMDB e controllassimo la sua partecipazione a Glee, accanto al suo nome ci sarebbe scritto credits only perché davvero Tina Cohen Chang era inutilissima. Il che è un peccato perché se avessero approfondito dignitosamente la questione della balbuzie non risolvendola semplicemente con unoh, il glee club mi ha curatoche era un po’ ridicolo e risultava frivolo, sarebbe potuta essere più interessante. Anche la sua storia con Mike Chang poteva essere interessante, ma è stata deludente. L’unico accenno di vitalità arriva a partire dall’orribile quarta stagione. All’improvviso, viene investita da una fiducia in sé così prepotente e ingombrante che la fa diventare insopportabile.

Tollerarla diventa difficile come dormire con una zanzara che ti ronza nell’orecchio e che sai ti morderà; sopportarla è estenuante come ascoltare per la quattrocentesima volta Musica leggerissima; è sfiancante come tentare di capire la matematica quando non sai fare nemmeno le divisioni a due cifre. E poi c’era una cosa che detestavo particolarmente di lei: se l’egocentrismo e le manie di protagonismo di Rachel Berry erano dichiarate sin dal primo istante, Tina è rimasta nell’ombra ed è esplosa solo quando i pezzi grossi (Rachel, Mercedes, Santana) sono andati via. Come diceva quello spot dei gratta e vinci e qui spero di non tentare nessun ludopatico lì fuori: ti piace vincere facile? Anche per questo, Tina Cohen-Chang non mi piaceva.

VOTO: 5, solo perché quella performance di Hung Up della regina Madonna Louise Veronica Ciccone era effettivamente molto valida.

7) Quinn Fabray

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E qui arriviamo a uno dei miei punti deboli, al personaggio più maltrattato di Glee, quello con più potenziale di tutti, ma che è stato brutalmente declassato e allontanato come se portasse al collo il campanello dei lebbrosi. Parliamo ovviamente di Quinn Fabray, interpretata dalla straordinaria Dianna Agron. Quinn Fabray nasce come la classica stronza delle commedie alla Mean Girl, come il classico stereotipo della cheerleader cresciuta a pane e cattiveria. Ma dietro questo viso d’angelo, gli occhioni verdi e la lingua così tagliente capace di far arrossire d’imbarazzo le lame di Edward mani di forbice, nascondeva grandi fragilità, grandi problematiche personali tra cui i postumi psicologici di una gravidanza adolescenziale, un rapporto particolarmente complesso con la sua famiglia, suo padre in particolare e degli irrisolti problemi di autostima.

Tutte dinamiche in cui ci siamo potuti appena bagnare i piedi prima che Ryan Murphy, proprio come una mamma dopo pranzo al mare, ci trascinasse lontani dalla riva e ci intimasse di restare seduti a guardarla in silenzio perché per farci il bagno dovevano passare almeno due ore.

Dietro il maltrattamento di questo personaggio si nascondono delle problematiche tra Murphy e Dianna Agron che – stando al creatore della serie – ha umanizzato troppo il personaggio della Fabray. Personalmente la trovo una scusa idiota e non sono d’accordo. La Agron ha conferito uno strato di spessore in più al suo personaggio e noi spettatori meritavamo di approfondirlo. Prendiamo – ad esempio – la gravidanza di Quinn. Questo evento traumatico le ha fatto sviluppare delle problematiche che meritavano di essere mostrate: quando Quinn ha tentato di riprendersi sua figlia sicura che fosse il pezzo mancante nella sua vita. Per un attimo, nella terza stagione sono state mostrate, ma poi? Tutto si dissolve nell’aria perché Rachel è nel bel mezzo dell’ennesimo inutile dramma, gli assoli, l’università, Finn o qualunque fosse la stronzata della settimana.

Quinn finisce sulla sedia a rotelle a seguito di un incidente. Dopo cinque minuti è già in piedi e tutti si dimenticano che questo sviluppo sia mai esistito. Dal suo atteggiamento cattivo, alla ribellione punk, alla relazione con un professore e poi lo stupido Beef, tutti i suoi atteggiamenti sono una richiesta di aiuto, ma nessuno sembra ascoltarla. Perciò Quinn Fabray, il mio voto per te è alto e meritatissimo. Ti hanno trattata male e meritavi molto di più.

P.S. Vi ricordo che Ryan Murphy detestava così tanto Dianna Agron che non l’ha chiamata a partecipare alla 5×03, The Quarterback in onore di Cory Monteith e il suo Finn. L’ha invitata solo qualche tempo più tardi regalandoci cinque secondi ridicoli di Quinn e Puck davanti alla maglia commemorativa del ragazzo negli spogliatoi del McKinely. Io dico: ma tutt’appòst?

VOTO: 9 1/2 e un abbraccio che non fa mai male.

8) Santana Lopez

Sono molto debole quando si tratta di Santana Lopez. Ho amato questo personaggio dal primo istante e immediatamente ho capito che sarebbe diventato il mio preferito. Assieme a Quinn Fabray, la Lopez aveva un posto speciale e d’élite nel mio cuore. Ma se devo essere onesta, lei l’amavo un filino di più. In un periodo particolare come l’adolescenza, Santana mi hai insegnato a far sentire la mia voce. La regina di Lima Heights che con la sua particolarissima verve comica, sarcastica, devastante e tagliente non teneva mai per sé una sua opinione. Diceva sempre e comunque quello che pensava anche se qualcuno avrebbe potuto restarci male.

I just try to be really really honest with people when I think they suck.

Diceva piangendo nel corridoio del McKinley consolata dalla sua amata Brittany.

Ma Santana non era solo sarcasmo, non era solo la dispensatrice di verità nuda e cruda o la regina del dissing, Santana era una ragazza ferita che inizialmente aveva difficoltà a rivelare e mostrare la vera se stessa. E no, non parlo solo della sua sessualità, ma parlo proprio delle sue vulnerabilità e del suo lato più tenero che cercava di mascherare, nonostante a volte non riuscisse a farlo. Lei è probabilmente il personaggio che più di tutti ha avuto uno sviluppo, una trasformazione (qui com’è cresciuto questo personaggio nel corso della serie). È cresciuta, è maturata e allo stesso tempo è riuscita a rimanere fedele a se stessa e a mantenere quelle particolarità del suo carattere che ci hanno fatto innamorare di lei.

Naya Rivera aveva una delle voci più belle e particolari di Glee e avendo potuto ascoltarla e vederla dal vivo, posso assicurarvi che era assolutamente straordinaria. Spero che i nuovi fan e le generazioni a venire possano innamorarsi di lei e della sua Santana Lopez proprio come abbiamo fatto noi a dodici anni.

Alexa play Girl on Fire by Glee Cast

VOTO: 10 e lode + un bacio sulla fronte

9) Brittany S. Pierce

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Brittany S. Pierce non mi faceva impazzire. L’ho sempre trovata divertente, ma non rientrava nella rosa dei miei personaggi preferiti. Non la detestavo come detestavo come altri in questa lista o come tutti i nuovi a partire dalla quarta stagione e non la trovavo completamente inutile. È uno di quei personaggi che per me gravitano nel limbo. Li guardi e sei costantemente alla ricerca di qualcosa per apprezzarli, ma non la trovi. Quindi ne cerchi una per disprezzarli, ma non trovi nemmeno quella. Sono semplicemente in bilico tra il meh e il bah. Per carità adoravo vedere Brittany esibirsi, quando ballava non ce n’era per nessuno. Ma in quanto a storyline, se non avesse fatto da spalla a Santana e non fosse diventato il suo interesse amoroso, ci saremmo ricordati di lei? Penso proprio di no. Penso che avrebbe fatto la fine di Mike Chang.

Brittany viveva di luce riflessa, quella di Santana. E seppure facesse tenerezza e talvolta ti facesse divertire per via della sua stupidità, a lungo andare diventava stantia e noiosa. Quello sviluppo in cui l’hanno fatta diventare un genio era pura fantascienza. Roba che al confronto l’inserimento della magia nel Mondo di Patty non sembrava poi un’idea così folle. Se Brittany era un genio, allora aveva senso che Patty e Antonella potessero scambiarsi i corpi in perfetto stile Quel pazzo venerdì.

VOTO: 7 di cui gran merito è da attribuirsi a Lord Tubbington

10) Noah ‘Puck’ Puckerman

Ammetto: ero completamente innamorata di Puck nelle prime stagioni di Glee. Era il tipico bulletto stronzo delle serie che dovrebbe redimersi sul finale, quello che fa il cattivo ragazzo solo per nascondere le sue paure e le sue fragilità, quello intossicato dagli stereotipi della mascolinità e che speri cambi grazie all’amore di una ragazza. Puck aveva un sacco di problemi e non riusciva quasi mai a tirarli fuori, a parlarne, forse per orgoglio, chissà.

Era come se questo personaggio non riuscisse a trovare il suo posto nel mondo. Perciò decideva deliberatamente di rovinarsi la vita trovando così una giustificazione per i suoi fallimenti. Forse tra i personaggi, era tra i più credibili. Tutti noi ci siamo imbattuti almeno una volta in qualcuno che aveva delle aspettative tanto basse per il suo futuro che, per non rimanere deluso, si rovinava la vita con le sue mani prima che qualcun altro lo facesse al posto suo.

Vederlo trovare la sua strada e realizzare che effettivamente c’era un modo in cui avrebbe potuto essere utile a qualcuno, è stato soddisfacente. In divisa faceva pure la sua bella figura.

VOTO: 7, mi faceva tenerezza.

11) Mike Chang

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Who? E così potrei terminare il giudizio su questo personaggio. Mi dispiace per Harry Shum Jr. ma Glee non era la sua serie. In Shadowhunters so che è molto apprezzato. Per carità, Mike era un ballerino straordinario, ma se penso alla sua storyline non c’è molto da raccontare. Arriva con i ragazzi del football, per la prima stagione avrà detto una parola in croce. Si mette con Tina nella seconda. Fanno gli inutili insieme. Nella terza ha l’unico momento interessante quando decide di confessare ai suoi di voler diventare un ballerino. E poi basta. Fine.

VOTO: 5 perché non lo odiavo e non era tra i miei preferiti. Era sinceramente e totalmente inutile.

12) Sam Evans

Con questo personaggio non so cosa sia successo. Quand’è arrivato era normale, sì forse aveva dei capelli troppo chiari per non essere frutto di una tinta e la bocca enorme, ma – ripeto – non c’era nulla di strano in lui. Poi lo perdiamo di vista per cinque minuti e quando ritorna è più stupido di un asino. Diventa così stupido che mi sono ritrovata a chiedermi più volte: ma siamo sicuri che sia la stessa persona? Quando Sam Evans stava con Quinn Fabray era carino, dolce, ma non era stupido. Al termine della sesta stagione aveva l’intelligenza di un mulo. La mia domanda è: perché? È stato ridicolizzato a livelli estremi accettabili solo nelle sitcom. Forse Ryan Muprhy a quel punto si era stancato di questa serie e c’aveva pure ragione. Peccato che a rimetterci sia stato lui.

VOTO: 4, era così carino e dolce, ma si è trasformato nel nulla cosmico. Il che è molto probabilmente ciò che gli è rimasto nel cervello finché abbiamo raggiunto la sesta stagione.

13) Blaine Anderson

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Che dire di Blaine Anderson, è arrivato nella seconda stagione di Glee e da quel momento ce ne siamo innamorati alla follia. Personalmente lo adoravo. Mi piaceva più di quanto mi piacesse il suo fidanzato Kurt. Amavo questo personaggio perché era una certezza. Se gli veniva assegnato un incarico, lo portava egregiamente a termine senza macchiarsi di hybris. Certo, aveva anche lui un animo da diva quando voleva e ce l’ha dimostrato con quella straordinaria performance di Don’t Stop Me Now dei Queen rivoluzionando così il concetto stesso di Diva, sradicandolo dall’accezione puramente femminile e dunque distruggendo uno stereotipo di genere. Blaine era avanti e non lo sapevamo.

Ma a parte questo, non era completamente egocentrico e sconnesso dalla realtà come Rachel. L’unico problema ce l’aveva con l’abuso di gel per capelli. Da amante dei ragazzi ricci, lo apprezzavo di più al naturale.

VOTO: 8 + Charisma, Uniqueness, Nerve and Talent Award (ogni riferimento a RuPaul Charles non è casuale).

14) Will Schuester

Ah il professor Schuester, a dodici/tredici anni lo avremmo voluto tutti come insegnante. Adesso probabilmente no. Riguardando il suo rapporto con i ragazzi, sin dall’inizio, è abbastanza cringe. Sin dall’evento scatenante che lo porta a mettere in piedi le Nuove Direzioni (ovvero ascoltare Finn in segreto cantare sotto la doccia, mettergli una bustina di marijuana nell’armadietto e lo ricattarlo affinché partecipi al Glee club), è cringe.

Non parliamo poi di quando per gelosia nei confronti di Carl, il fidanzato di Emma, voleva interpretare lui Rocky in The Rocky Horror Picture Show. Rocky – per chi non lo ricordasse – è la creatura del dottor Frank ‘n Furter che sta perennemente in mutande. E Will era intenzionato a interpretarlo nella versione scolastica del musical con i suoi studenti. Inquietante. Se un mio professore alle superiori avesse proposto di esibirsi in mutande con noi probabilmente avrei chiamato il telefono azzurro e sarei andata in analisi per i successivi mille anni. Non parliamo poi di quando si è esibito in una performance abbastanza stereotipata e razzista di A Little Less Conversation facendo infuriare Santana che ha giustamente dovuto insegnarli una lezione.

VOTO: 6 solo perché tra balletti inappropriati che sono accettabili se sei la Britney Spears dei primi anni duemila e discutibili metodi d’insegnamento, ha il merito di aver creato davvero uno spazio sicuro per tutti quei ragazzi che altrimenti non l’avrebbero avuto.

15) Sue Sylvester

Glee

Ultima, ma non per importanza: Sue Sylvester. Sue Sylvester è il vero punto forte di Glee e io mi ritengo sua umile discepola. La adoro. È completamente fuori di testa riusciva a farti immedesimare con lei in situazioni assurde. Le sue battute sono tra le migliori mai scritte per qualunque serie tv. Ammiro così tanto Sue Sylvester che porto sempre con me uno dei suoi monologhi più belli.

C’è una domanda che mi rivolgono spesso qualunque cosa io stia facendo, firmare autografi o salvare il mondo, la gente mi chiede: ‘Sue qual è il tuo segreto?’ Beh adesso lo svelerò, Ohio occidentale.

Sue Sylvester non ha paura di cambiare le cose che non le piacciono. Sapete sono stanca di sentire la gente che si lamenta ‘Ho questa malattia’ oppure ‘Sono in mezzo allo tsunami’; a loro io dico: provate a cambiare le cose, uscite dalle vostre scatole, anche se è lo scatolone in cui vivete.
Spesso grido ai senzatetto per strada: ‘Ehi barbone, come va senza un tetto sulla testa? Hai mai provato a non essere un senzatetto?’

Sai una cosa Ohio? Non è per niente facile mettersi in gioco in situazioni nuove, la gente cercherà di farti a pezzi, ti dirà che non dovevi nemmeno provarci. Ma lascia che ti convessi un piccolo segreto: non c’è molta differenza fra uno stadio pieno di gente che ti acclama e una folla inferocita che ti insulta senza sosta. In entrambi i casi fanno molto rumore, come prenderla dipende solo da te.
Convinciti che ti stanno acclamando, se ci riesci, un giorno lo faranno.

Sue era la villain per eccellenza di Glee, un nemico pubblico, ma ciononostante non si poteva che amarla alla follia. Le sue macchinazioni, le sue stupende e insensate polemiche e i suoi meravigliosi insulti continuano – anche adesso – a regalarci risposte perfette per qualunque situazione. Tra le sue migliori performance ricordiamo You’re A Mean One, Mr. Grinch, trasformato per l’occasione in You’re a Mean One, Sue The Grinch in cui travestita dall’omonimo personaggio assieme a Becky Jackson travestita da renna-cane, distrusse i regali e l’albero del Glee club. Stupendo, bellissimo, esilarante!

VOTO: 110 E LODE CON BACIO ACCADEMICO

Insomma, Glee ci ha regalato tante emozioni, ha accompagnato un’intera generazione ed è stata tra le prime serie a trattare tematiche importanti che oggi sono all’ordine del giorno, ma che prima erano spesso taciute e considerate veri propri tabù e i suoi personaggi hanno il grande merito di essere riusciti – chi più, chi meno – a raggiungere ciascuno spettatore e a farlo sentire rappresentato.

Once a gleek, always a gleek.