Attenzione: evitate la lettura se non volete imbattervi in spoiler sulla quarta parte de La Casa de Papel
Avete presente quel politico che vince sempre le elezioni nonostante tutti lo odino e affermino fermamente di non averlo mai votato? Ecco, quel politico un bel po’ populista e tamarro è La Casa de Papel. Buono per tutte le stagioni, ancora di più se si è chiusi in casa a non fare una mazza. Tutti dicono di non guardarla, ma è una delle serie più viste degli ultimi anni. Tutti si indignano all’idea che un’opera del genere sia nel bene e nel male un riferimento socioculturale dell’era seriale contemporanea, ma dopo due soli giorni dal rilascio della nuova stagione tutti l’hanno già sbranata. E diciamolo: più diventa brutta, più diventa bella.
Perché il segreto è tutto qua: La Casa de Papel è brutta. Talmente brutta da essere geniale nell’esserlo. La bruttezza diventa un merito, la tamarraggine una forma d’arte e ringraziate Netflix per averla portata su questo palco. Le brutte intenzioni e la maleducazione sono lucidissime. La brutta figura di ieri sera non impedirà al mondo di attendere impazientemente la prossima stagione. Questa è La Casa de Papel, siate sinceri. Ma visto che tutto sommato anche a questo giro ha fatto un bel po’ di casini e gli autori sembrano a tratti volerci prendere deliberatamente per i fondelli, percularla a nostra volta è il minimo sindacale.
Il materiale non manca, oddio se non manca. La Casa de Papel è assurda, meravigliosamente assurda. Ha saltato lo squalo da mo’ con un salto in moto entrato nel manuale delle serie tv alla voce “locura”, eppure sa sempre superarsi. Perché dopo averlo saltato è tornato indietro e ci balla sopra da anni mentre fa il giocoliere con le palle di chi vorrebbe assistere a una storia un po’ più credibile. E in questa parte c’è stata un’apoteosi. Anche se obiettivamente da lì a vederli con la maschera di Dalì mentre il mondo intero indossa le mascherine tutto sembra un po’ più normale.
In ogni caso non siamo qua a parlare di cose serie, per una volta. Siamo a qua a dare voti, per davvero. Più o meno per davvero, a dirla tutta. Perché dopo avervi fregato indegnamente l’altra volta con delle pagelle che hanno fatto di tutto per non essere tali, stavolta ci siamo impegnati a fare delle vere pagelle, più o meno. Passeremo allo scanner tutti e daremo tanti voti, quasi veri.
Prima di tutto a lui, il vero protagonista de La Casa de Papel. La mente carismatica, il personaggio iconico. Uno che lascia il segno sempre e comunque, fino a trasformarsi in un riferimento esistenziale imprescindibile.
Bah, macché.
Grazie, Marsiglia.
L’uomo bramato da chiunque desideri un uomo. A cui fa un pensierino anche chi non ha mai desiderato un uomo in vita sua. Perché Marsiglia è il personaggio definitivo.
- Un rassicurante padre di famiglia che guida responsabilmente la macchina con un casco integrale addosso.
- Un intellettuale profondo e sensibile (“Pisciare è un sollievo, a volte”).
- Un cuoco sopraffino che conosce bene la dieta perfetta per portare a casa il piano criminale imperfetto (“Faccio i ravioli, servono energie”).
- Un poliglotta al quale perdoneremo che non parli il “berbero”, per ora. Capace di girare negli angoli più reconditi dell’Algeria per incontrare un pericoloso torturatore con la stessa leggerezza di chi porta in giro un chihuahua.
- L’anima caliente della movida pure con Raffaella Carrà nelle orecchie e una birra analcolica in mano.
Insomma, Marsiglia è Marsiglia e non riconoscerlo sarebbe un delitto imperdonabile. Ma ora iniziamo che s’è fatta una certa.
LA CASA DE PAPEL – LE PAGELLE DELLA QUARTA PARTE
IL PROFESSORE
Gli autori si ostinano a fargli spiegare i passaggi chiave del piano nel bel mezzo delle sue sessioni sessuali, e non saremo noi a valutare la sensatezza della cosa. Ma qualcuno dovrebbe spiegarci come abbia fatto un latitante ricercato in tutto il mondo a prendere l’unica strada di campagna che collega direttamente un paesello sperduto nel nulla con la Banca di Spagna. Senza che nessuno si ponga il problema di fermarlo per un controllo nel bel mezzo di una guerra in pieno centro a Madrid.
Notevoli anche i momenti in cui deve fronteggiare un toro e, soprattutto, quello in cui pensa di essere Rocky Balboa e si allena in una scena straordinaria col solo fine di dare in pasto alla platea una scena sensuale da soap opera argentina.
Gli occhi della tigre, gli occhi del cuore.
VOTO MARSIGLIA CHE GLI PREPARA I RAVIOLI
TOKYO
Ci prova un po’ con tutti, un po’ con nessuno. E la Maserati chiude miracolosamente un’intera stagione senza scene calienti, portando La Casa de Papel a perdere il 40% del pubblico. Ma in compenso rivede i punti chiave della Convenzione di Ginevra e dimostra di avere un futuro da giurista. In un b-movie all’italiana.
Una stagione da comprimaria, ma VOTO 3000 per il fondoschiena. A prescindere.
ARTURITO
Ma esattamente cosa è passato nella testa degli autori quando hanno scritto la sua storyline per la quarta parte?
Bella Ciaone.
VOTO 0
MARSIGLIA
Visto che non siamo degni di dargli un voto, abbiamo chiesto a lui di autovalutarsi. Ci ha risposto chiedendoci di sottolineare che sia stato capace di avere tre battute in due puntate in cui non ha fatto altro che guardare con faccette sornione il Professore fare cose. E in effetti è stato meraviglioso anche in quel momento, aumentando futilmente il suo minutaggio.
Interpretare un ripetitore della Omnitel non gli bastava più.
VOTO INFINITO
PIPPO
Pippo è il personaggio a caso di cui non ricordiamo il nome che ha fatto da guardia agli ostaggi in assenza della banda. S’è fatto fregare da Arturito, quindi non dev’essere uno sveglissimo.
L’unica cosa che possiamo dire di lui è che ha la faccia di uno che si chiama Filippo.
VOTO BOH
FRANCO
Franco, al contrario, è uno che ci ha dato tantissime soddisfazioni. Leader poco carismatico dei minatori asturiani che liberano Raquel, non ricordiamo manco il suo nome ma merita tutte le nostre attenzioni. È lo zio che tutti noi abbiamo: si chiama sicuramente Franco, non cambia gli occhiali dal 1984, lo vedi esclusivamente ai pranzi di Natale, monopolizza la bottiglia di limoncello e si mette in evidenza per qualche battuta volgare del tutto fuori luogo.
Ne La Casa de Papel è un arzillo vecchietto che tutto ha meno che la faccia da delinquente. Padre di Juanito/Julia, salta fuori dal nulla e si distingue con il Vin Diesel dei morti di fame per essere la spalla ideale nel corso dello spiegone del Professore. È lo spagnolo medio perfetto, non ne becca mezza, ogni tanto fa il romantico senza la benché minima creatività (“Ogni innamorato ha girato per Parigi, vero?”) e conosce solo un mago: Harry Potter, alla faccia di David Copperfield.
A un certo punto si gasa tantissimo perché ne becca una (“Un garage è un garage”).
VOTO 30 E LODE
NAIROBI
Ci regala la scena più straziante della stagione, dopo sei puntate in cui gli autori si sono divertiti a torturarla in ogni modo e farla operare da un medico pakistano collegato dall’altra parte del mondo. Avrebbe meritato di più, ma in compenso vince a mani basse il premio di consolazione: lo Shining Award.
Detto questo: Ibiza? Seriamente?
VOTO GRAZIE LO STESSO
PALERMO
Si chiama Martin e si soprannomina Palermo, ma quando tira i rigori si ispira a Graziano Pellè. E dai.
Il Berlino di scorta, tuttavia, non è per niente male.
VOTO AL PROSSIMO GIRO LO METTONO INSIEME A HELSINKI. MATEMATICO
ANTOÑIANZAS
Da bussola morale della Polizia a corrotto. Nel giro di quattro minuti.
La Polizia spagnola è sempre sul pezzo, nelle serie tv.
VOTO TANIA CAGNOTTO
LISBONA
Marsiglia consola il Professore paragonandola alla sua cagnetta. E ruba la scena anche quando dovremmo dare i voti agli altri.
Comunque è una leonessa, gran personaggio.
VOTO QUESTI OSCURI MESSAGGI: L’OROLOGIO D’ORO
SIERRA
Se La Casa de Papel fosse una serie realistica, lei non avrebbe certo bisogno di un’app per appuntamenti: è del tutto fuori di testa, ma a prescindere da tutto è obiettivamente una donna cazzutissima e fin troppo attraente.
Scova il Professore senza trovare mezza guardia all’ingresso.
VOTO SCACCO MATTO, SENZA SENSO
TAMAYO
Gioca a fare quello che ce l’ha più lungo di tutti, ma si fa ingannare da un Antoñianzas qualunque che recita il copione del Professore con la stessa credibilità di Corinna Negri.
“Applico la legge quando c***o mi pare”.
VOTO MA VAF…
… LUI E PRIETO.
GANDÍA
Fuso dagli autori con l’acciaio inox delle pentole vendute da Giorgio Mastrota, si libera dalle manette dopo essersi lussato una mano (?) e sopravvive, nell’ordine:
- a diverse raffiche di mitra piuttosto ravvicinate.
- a svariate altre raffiche di mitra molto ravvicinate, schivate con una capriola.
- a Nairobi. Provateci voi.
- a una mina che lo centra in pieno.
Poi Bogotà s’è incazzato.
Pronto per lui un ruolo nella seconda stagione di Hunters.
VOTO CAMBIO SHIMANO
HELSINKI
Il ragazzo meriterebbe di più. Almeno una battuta che proprio non ci viene.
VOTO 100. PER LA FACCIA CHE FA QUANDO MUORE NAIROBI
IL GOVERNATORE
A parte che assomiglia vagamente al governatore lombardo Attilio Fontana, c’è da dire che è stato uno dei personaggi rivelazione della quarta parte. Umilia Arturito con uno sfogo degno della Olenna Tyrell dei giorni migliori.
E ha pure studiato medicina.
VOTO 30 E LODE
ÁNGEL
Il friendzonato plurivincitore del Jorah Mormont Award, soprannominato dalle donne che lo friendzonano Don Pimpón, non ha ancora capito che il suo problema principale con le donne è l’igiene personale.
E anche in questa stagione la camicia la cambiamo nella prossima. VOTO 3
DENVER
Vogliamo bene a Denver, ma in questa stagione non ci ha capito niente. Lo ricorderemo sull’altare degli scaricati con la seguente frase, diretta all’amata Monica: “Lei è una Maserati, ma non significa che tu sia una 600“.
Lo ricorderemo inoltre anche per questa: “Il piano è una m***a, meglio stampare i soldi in un internet point”.
VOTO LIVELLO DI GELOSIA: QUEI DUE SONO SCALZI
STOCCOLMA
Esaurisce ogni riserva di empatia con Rio per poi ritrovarsi ad annunciare agli operai la morte della compagna con un laconico: “Nairobi è morta, tornate al lavoro immediatamente”.
Senza mezza parola in più.
VOTO SHELDON COOPER
RIO
Stando a quanto dice Denver non è un grande esperto di automobili. Ma in compenso si fa coccolare da Monica. Chiamalo scemo.
In ogni caso non conclude nulla manco con lei.
VOTO CHIAVI IN MANO. DI CHIAV**E NON SE NE PARLA
BERLINO
Restituisce dal nulla una platea mondiale a Umberto Tozzi: un’impresa non da poco.
Meglio lui da morto che molti altri da vivi.
VOTO CIRO DI MARZIO
BOGOTÀ
La strategia del silenzio da adottare con una donna arrabbiata è una lezione di vita che ognuno di noi dovrebbe apprendere per sopravvivere nei momenti più difficili.
VOTO SE SON ROSE VERRANNO SPARATE DRITTE IN FRONTE
GLI OPERAI
Spariscono quasi del tutto nonostante abbiano un ruolo decisivo.
VOTO RIVOGLIAMO IL SIGNOR TORRES
L’INFORMATICO IMPACCIATO
Nella prima parte ci aveva regalato dei grandi momenti. Nella seconda si dissolve per sei episodi per poi riuscire nell’impresa di farsi sgamare da Pippo.
VOTO TI TELEFONO O NO? NO.
JUANITO/JULIA
Grandissimo potenziale, è un personaggio che si si farà. Denver.
VOTO 1000 PER IL PADRE CHE SI RITROVA
La Casa di Carta Awards – I premi del Banco
Messi da parte i voti, passiamo ai premi. Pochi perché andiamo un po’ di fretta, ma ambitissimi da tutti.
- IL BUGOEMORGAN AWARD
Premio dedicato alla litigata più memorabile della stagione, consistente in un’intera settimana di quarantena in compagnia di Morgan, con annessa canzone denigratoria personalizzata.
Candidati:
- Rio e Denver
- Arturito e il Governatore
- Il Professore e Marsiglia
Consegna il premio: Bugo.
Vincono ovviamente il Professore e Marsiglia, protagonisti di una scazzottata meravigliosa molto poco credibile e del tutto illogica.
- L’ARTURITO AWARD
Una volta denominato Jon Snow Award, è il premio dedicato al personaggio più minchi*ne della stagione, consistente in un corso motivazionale di sei mesi curato da Arturito.
Candidati:
- Arturito che si fa disarmare in dieci secondi netti nonostante abbia un mitra carico tra le mani.
- Arturito che telefona alla Polizia.
- Arturito che molesta la segretaria dopo averla drogata. E qua non c’è niente da ridere.
Consegna il premio: Jon Snow.
Vince a mani basse Arturito, l’unico al mondo che potrebbe apprezzare il premio e decidere di riscuoterlo.
- IL BURIONI AWARD
Premio dedicato al miglior esperto di medicina della serie tv, consistente in un’ospitata da Fabio Fazio.
Candidati:
- L’intera banda, grazie all’intervento che ha salvato la vita a Nairobi.
- Arturito, lo spacciatore di calmanti.
- Il chirurgo pakistano che opera da remoto.
Consegna il premio: Roberto Burioni, mantenendo le distanze di sicurezza.
Vince l’intera banda, protagonista di un’operazione miracolosa. Se facessero un ulteriore corso accelerato di 30 minuti sarebbero capaci di creare il vaccino che in questo momento desideriamo tutti in mezza giornata.
- IL PREMIO DELLA CRITICA
Premio dedicato alla migliore prestazione canora della stagione, consistente in una settimana di quarantena in compagnia di Bugo. Mentre insulta Morgan.
Candidati:
- Ti Amo – Berlino feat I Frati
- Centro di gravità permanente – Berlino feat I Frati
- Canzone popolare spagnola di cui non riusciamo a trovare il titolo – Gandía feat La Banda Sotto minaccia.
Consegna il premio: Marsiglia. Sicuramente canta benissimo.
Vince Centro di gravità permanente, una delle cose migliori che abbiamo sentito in questa quarta parte de La Casa de Papel.
- IL MARSIGLIA AWARD
Premio dedicato al Marsiglia più Marsiglia della stagione, consistente in un festino in macchina con Marsiglia.
Candidati:
- Marsiglia mentre cucina i ravioli.
- Marsiglia mentre guarda il Professore fare cose.
- Franco mentre è Franco.
Consegna il premio: Marsiglia.
Vince a sorpresa Franco, un Marsiglia talmente convincente da essere più Marsiglia di Marsiglia!
- LO SHINING AWARD
Il premio speciale viene vinto automaticamente da Nairobi, visto quanto si è “divertita” a citare l’iconico film di Kubrick.
Prima così:
E poi così:
La Casa di Carta – Le questioni irrisolte
L’ultima parte riguarda le questioni irrisolte che ci ha lasciato in dote la stagione, con un pronostico personale che potrete arricchire con un vostro commento.
- Cosa succederà tra il Professore e la Sierra?
- Li faranno sco***e. Così, de botto. Senza senso – 40%
- Il Professore fuggirà grazie all’intervento eroico di Franco – 40%
- Marsiglia si teletrasporterà e salverà il Professore. Oppure entrerà nel locale con l’elicottero e salverà il Professore – 20%
- Un uomo e una donna scalzi devono necessariamente sco***e?
- Sì – 40%
- Ma certo, che domande sono? – 60%
- Arturito avrà una storyline accettabile nella prossima stagione?
- No – 100%
- La banda riuscirà a introdurre un delfino nella Banca di Spagna per dare continuità alla deposizione di Raquel?
- No, ma uno squalo sì – 40%
- Sì, abbiamo visto cose più assurde di questa – 60%
- Palermo limonerà duro con il Professore?
- Di brutto – 40%
- No, ma Franco potrebbe interagire in questo senso – 60%
- Che c***o se ne fanno gli australiani di 900 confezioni a casa di carta… igienica?
- Boh – 100 %
Antonio Casu
Un ringraziamento particolare a Emanuele Di Eugenio per la splendida immagine di copertina e la meravigliosa trasposizione di Arturito ne Il Quarto Stato di Pellizza da Volpedo