Attenzione: evitate la lettura se non volete imbattervi in spoiler sul finale di The Big Bang Theory
“La serie coi nerd, rovinata quando sono arrivate le ragazze”, dirà qualcuno. Ma pure troppi, in realtà. Perché va sempre così, quando si tratta di una serie di grande successo. E ancora peggio se il grande successo si trasforma in un successo planetario: aumenta la platea, si diversifica il pubblico e diventa sempre più difficile accontentare tutti. All’inizio piace a uno zoccolo duro che s’affeziona, poi la storia cresce, gli spettatori aumentano e con essi le critiche. Feroci, talvolta. E pure fuori luogo, in buona parte dei casi. Ma il tempo, per fortuna, sa essere galantuomo con chi lo merita. E così sarà anche per The Big Bang Theory, col passare degli anni. Già due dalla fine, tantissimi se pensiamo di vedere spesso Sheldon Cooper aggirarsi a casa nostra, studiare attentamente ogni singolo dettaglio e individuare le coordinate ideale per sedersi nel miglior punto possibile dell’abitazione.
The Big Bang Theory è infatti ancora con noi, anche se è finita nel “lontano” 2019. Sorprende pensarci oggi, visto che la sit-com è vecchia, vecchissima. La più vecchia tra le sit-com contemporanee, un dinosauro che ha corso imperterrito per anni tra le strade ipertrafficate di una metropoli ultratecnologica. Un residuato bellico catapultato tra le rovine di una golden age seriale ormai conclusa da tempo, la degnissima erede di Friends convertita alle esigenze di un pubblico che, al di là delle apparenze e dalle aspettative non sempre appagate dai grandi network, ha ancora un gran bisogno di ridere. The Big Bang Theory, quella delle risate in studio e delle multicamera. The Big Bang Theory, la sitcom pura che non ha mai ceduto all’irresistibile fascino del drammone da infilare a tutti i costi. The Big Bang Theory, quella che fa ridere senza mai essere frivola fino in fondo. Profondissima, se si osserva con occhi un po’ più attenti.
The Big Bang Theory, quella che ha un certo punto ha buttato dentro le “ragazze”. E dio se ha fatto bene, alla faccia dei fan della primissima ora che tutto sommato non hanno capito granché di questa grande sit-com. Perché le ragazze erano sempre state là, anche quando Penny “combatteva” da sola contro la truppa di disadattati geniali che tanto abbiamo amato. Erano là, nel titolo e in quella teoria del Big Bang che troppi hanno sempre male interpretato. Perché qua non si parla di fisica o di scienza, ma di amore, sentimenti, umanità. E della detonazione ingestibile che si innesca quando due universi, apparentemente separati da un muro invalicabile, entrano a contatto e i sentimenti hanno la meglio sulle paure. Un’unica lingua, parlata da geni e profani, che nessuno potrà mai insegnare ma che tutti possono apprendere in un solo istante. Con uno sguardo rivolto alla vicina di casa. O a uno strampalato protagonista di un improbabilissimo appuntamento al buio.
Chiudiamo qui, anche se ci sarebbe moltissimo altro da dire. E partiamo coi voti, visto che siamo qui oggi per passare allo scanner tutti i principali protagonisti di The Big Bang Theory e stilare delle pagelle semiserie che rendano omaggio, in qualche modo, a una delle migliori sit-com nella storia delle serie tv. A partire dal voto da dedicare alla serie stessa, a cui dare un bell‘8.5. Non il 10 che avrebbe meritato a tratti e che per poco non si è ripreso con quel finale che ha messo a dura prova pure i cuori più duri, perché non abbiamo mai dimenticato la decima e l’undicesima stagione, purtroppo.
THE BIG BANG THEORY – LE PAGELLE
SHELDON COOPER
Difficile parlare di uno come lui. Quasi impossibile spiegarlo a chi non l’ha mai conosciuto. Un’esperienza davvero irripetibile, perché Sheldon ha alzato tremendamente l’asticella degli standard di unicità. Un personaggio straordinario, talmente incisivo da aver rubato la scena a piene mani a quello che sarebbe in teoria il vero protagonista di The Bang Theory, Leonard. Il personaggio meno empatico nella storia delle serie tv, ma anche uno tra i più empatici in assoluto. Il paradosso di un personaggio paradossale, cresciuto negli anni attraverso un percorso straordinario di evoluzione individuale con pochi eguali. Mai snaturato, anche e soprattutto nel momento in cui esce dallo spettro del potenziale stereotipo del nerd geniale per entrare nella sfera amorosa condivisa con Amy. Una storia d’amore intensa e mai banale, da vivere e rivivere passo dopo passo attraverso un sacrosanto rewatch. Ce lo meritiamo, se lo merita. E amiamolo follemente, anche nei momenti in cui è umanamente impossibile sopportarlo anche solo per un istante.
Non possiamo non dargli il “Chuck Norris dei numeri” – VOTO – 73/10
PENNY
Penny, Penny, Penny, grazie a Sheldon. Penny e basta, grazie a lei. Perché un cognome non serve, quando si può convertire l’ordinarietà della normalità in un sogno da vivere tutti insieme. È ovvio, ogni volta che ci trasferiamo da una casa all’altra speriamo di incontrare una dirimpettaia come lei per poi ritrovarci (nella migliore delle ipotesi) con una simpatica nonnina che ci rimpinza di dolci (sì, è successo), ma è anche vero che tutto sommato siamo stati un po’ tutti Leonard, per dodici anni. Ma Penny, la seconda madre di Sheldon (e pure la nonna, per molti versi) è molto più bella solita biondona svampita che sembra uscire dal peggiore dei cinepanettoni. È soprattutto, la porta d’accesso per il nostro gruppo di amici geniali verso una vita da vivere a 360 gradi. Alla scoperta dei segreti più reconditi dell’uomo e del mondo in cui viviamo, attraverso una ragazza che del cognome non se n’è mai fatto niente. E meno male.
OTTO! OTTO! OTTO! – VOTO – 8-8-8/10
LEONARD HOFSTADTER
Il protagonista di The Big Bang Theory non ha certo mai avuto il carisma per reggere la serie da solo, come ha fatto invece Sheldon Cooper in più di un momento. Ma ha una qualità a sua volta straordinaria: è una fantastica spalla. Leonard esalta il potenziale comico di Sheldon, ma anche quello di Penny e tutti gli altri, facendone il regista della squadra più che la punta di diamante. Compromesso ideale tra il Chandler di Friends e il Woody Allen di ogni suo film, Leonard è, curiosamente, il personaggio che è cambiato meno negli anni tra i protagonisti. E il fatto che il Leonard del finale di serie non sia poi così diverso da quello del pilot diventa un limite non da poco, in un contesto narrativo come questo. Ma gli perdoniamo un po’ tutto, nonostante ciò. Anche se aveva terminato le cose da dire con troppe stagioni d’anticipo.
Essere protagonisti significa talvolta non fare di tutto per esserlo – VOTO – 7/10
HOWARD WOLOWITZ
Normalmente, il sogno di fare l’astronauta finisce quando finiscono le scuole elementari. Ma Howard non lo sa, il Peter Pan che c’è in lui ha fatto anche cose buone e quindi succede che, a un certo punto, un trentenne dal fisico minuto che vive ancora con la madre e ha il look ideale per un serial killer di provincia, coroni il suo sogno: prima mandando nello spazio dei water progettati da lui, poi finendoci in prima persona. Sorprendente? Solo in parte: Howard è un personaggio dai mille volti (oltre che dalle mille voci), ed è stato bello veder crescere nel tempo quel viscido figuro umiliato da Penny e vederlo diventare un marito esemplare e un amorevole padre per due splendidi figli. Magia della narrazione? Fino a pagina due: talvolta basta crederci fino in fondo.
Non si vedeva un “idraulico” tanto speciale dai tempi di Super Mario – VOTO – 8/10
RAJESH KOOTHRAPPALI
Per via di un particolarissimo mutismo selettivo, era del tutto incapace di comunicare con le donne, se non dopo dover assunto dell’alcool: a un certo punto si è sbloccato e ha iniziato a farlo, e basterebbe questo per rimarcare le peculiarità più intriganti di un personaggio che purtroppo gli autori di The Big Bang Theory hanno dimenticato un po’ troppo spesso. Aveva il potenziale per affrontare un percorso simile a quello affrontato dagli altri e farlo con la medesima intensità, ma gli autori avevano bisogno di espedienti comici efficaci. E un unico single in un gruppo di persone sposate tra loro lo è indubbiamente. Tuttavia è un peccato, perché tutte le strade di Raj si sono sempre interrotte a metà. Ed è un peccato che se ne sia valorizzato esclusivamente il potenziale comico e non tutto il resto. Avrebbe meritato di meglio.
L’indiano meno indiano di sempre – VOTO – 7/10
AMY FARRAH-FOWLER
All’inizio sembrava essere una sorta di Sheldon al femminile, ma dopo una primissima impressione abbiamo capito subito di aver a che fare con un personaggio completamente diverso: al pari del futuro marito, una donna che ha saputo scoprire l’amore e l’amicizia a modo suo, evolvendosi senza mai snaturarsi, ma con un’impronta completamente diversa e personale. La donna ideale per un uomo che non aveva una donna ideale, e manco l’idea di avere una donna. Dolce e sensibile, ma anche ferma e decisa nel diventare un riferimento imprescindibile per l’amore della sua vita e per un gruppo di amici che aveva un gran bisogno di una come lei. Straordinaria, dall’inizio alla fine.
Orgoglio senza pregiudizi – VOTO 8/10
BERNADETTE ROSTENKOWSKI
Non sempre una grande madre sente la vocazione di esserlo, e lei è un ottimo esempio in questo senso. Con quella vocina un po’ così, mai avremmo pensato di scoprire nel tempo una vera leonessa, ma lei l’ha fatto nel miglior modo possibile. Tirando fuori con gli anni il meglio di Howard, un uomo col quale serve una grandissima dose di pazienza. Quasi quanta ne serve ad Amy con Sheldon.
Non fate mai l’errore di mettervi contro di lei – VOTO 8/10
STUART BLOOM
In un mondo narrativo in cui la parola chiave è sempre e comunque “evoluzione“, Stuart compie il percorso inverso manco fosse contromano in autostrada. Dell’uomo sicuro di sé e affascinante dei primi episodi, arrivato a un passo dal conquistare Penny, non resta neanche l’ombra. Si disintegra col tempo, regalandoci alcuni tra i momenti più comici di The Big Bang Theory. Ma nella stagione finale, per fortuna, sa ritrovarsi.
Ostinatamente fantozziano – VOTO 7.5/10
MARY COOPER
In The Big Bang Theory aveva una caratterizzazione forte ma un po’ troppo stereotipata, mentre in Young Sheldon scopriamo una donna con peculiarità più specifiche, in cui gli elementi tipici della donna texana fanno da sfondo a un percorso particolare e spesso drammatico. Senza di lei, Sheldon Cooper non sarebbe mai stato Sheldon Cooper.
Tale madre, tale figlio eh? – VOTO 8/10
DEBBIE WOLOWITZ
Ogni tanto chiudiamo gli occhi e sentiamo in lontananza le sue urla. La madre di Howard è indimenticabile, e ancora piangiamo se ripensiamo al momento in cui abbiamo scoperto di averla perduta per sempre.
HOOWAAARDD!!! – VOTO 8.5/10
BEVERLY HOFSTADTER
Cosa sarebbe successo se Sheldon fosse stato una donna tra i 50 e i 60 anni e avesse avuto dei figli? Probabilmente sarebbe stato molto simile alla madre di Leonard, ma anche no. Perché le apparenze ingannano, finché si parla di lui. Se si parla di lei, invece, no.
Uno dei villain più inquietanti nella storia delle serie tv – VOTO 7/10
I GENITORI DI RAJ
Tutto sommato non abbiamo mai scoperto granché di loro, ma ogni volta che sono comparsi in scena attraverso una videochiamata, hanno sempre lasciato il segno.
Gli indiani più indiani nella storia delle serie tv – VOTO 7/10
WILL WHEATON
Esiste solo una cosa al mondo più difficile dell’essere amico di Sheldon Cooper: essere la sua nemesi. Will le ha provate entrambe, e i risultati sono sempre stati estremamente comici.
WILL WHEATOOONNN!!! – VOTO 7/10
BERT
Un uomo che ci ha sempre messo parecchio a disagio, ma tutto sommato gli abbiamo sempre voluto bene. E in qualche modo anche Sheldon l’ha fatto, nonostante sia laureato in geologia.
Pure un grande musicista, ma anche no – VOTO 7/10