Come se non avessimo già abbastanza delusioni nella vita, ecco che arrivano puntuali quelle nuove serie tv inondate da hype strategico e trailer attraenti che alla fine dell’ultimo episodio ci lasciano poi con l’amaro in bocca. Qualcosa è andato storto, è innegabile. Ci si può riferire semplicemente alla trama o al modo in cui i piani narrativi vengono raccontati. Alla tipologia di formato oppure al cast o peggio a errori di montaggio o di regia. Anche l’incoerenza tra la storia e il genere di appartenenza può diventare un risultato non condivisibile. Così come l’idea che i messaggi trasmessi o le tematiche trattate risultino in conclusione troppo distanti dalla proposta iniziale del prodotto oppure esternati in modo poco efficace.
Se desiderate approfondire l’argomento date un’occhiata a queste nuove Serie Tv
Serie tv che sembrano davvero aver tradito le ambizioni del pubblico e le valutazioni della critica. Salvandosi sicuramente per qualche elemento positivo ma colpevoli di aver fatto prima del lancio ufficiale “molto rumore per nulla”. Come direbbe il buon vecchio Shakespare. Ma adesso entriamo nel cuore di questa breve riunione di condominio seriale! A questo proposito sono già tutti pronti a sganciare qualche simpatica critica alleggerita da sano humor con qualche intermezzo polemico da parte degli inquilini dell’attico. Probabilmente i più esigenti.
1) The Regime: siamo convinti che Stranamore si stia rivoltando nella tomba!
Dall’idea ambiziosa di voler mettere in atto una pungente e divertente satira politica sull’autocrazia e i suoi effetti, The Regime non ha fatto altro che risultare per certi versi banale, mentre per altri addirittura ridicola. I toni da commedia sono indubbiamente presenti come risultato di soluzioni esasperate, tra rilevatori umani di muffa e vapori di patate nelle varie stanze. Seppur attraenti e ben studiate sono sicuramente la scrittura e la fotografia, quest’ultima è circoscritta agli interni del palazzo, fatiscente per lo più.
Per il resto tuttavia possiamo definirla una tra le nuove serie tv che non sono riuscite a raggiungere gli obiettivi prefissati. È come se la pretesa di ideare una sorprendente parodia mista a una dark comedy dai toni umoristici e cupi, dovesse definire una vera rivoluzione degli ultimi tempi. Questo non è accaduto e sarebbe stato strano il contrario, considerato il formato da miniserie e il confronto con prodotti degni di inchini ogni volta che vengono nominati.
Nulla togliendo a Frears e Hobbs…
…Il maestro Kubrick, per i più uno dei pochi registi-scienziati, è riuscito a dare vita con Il dottor Stranamore a tutto quello che un’autentica satira politica di estrema qualità dovrebbe essere. Qualche citazione è indubbiamente presente in The Regime e questo non ha fatto altro che farla peccare di insubordinazione, per dirne una. Se avesse piuttosto puntato su un maggior numero di situazioni comiche, senza la mediazione di iperboli abbastanza scontate, equilibrandole ai passaggi di black humor e ai momenti tetri, sarebbe stata di gran lunga più apprezzabile. Inutile dire che rispettare i tratti di questo genere polisemico e inusuale è molto difficile, però alle volte è meglio fare qualche passo indietro invece di buttarsi senza paracadute.
Nella storia spiccano alcuni personaggi
Gli unici che alzano davvero il valore della narrazione di questa tra le nuove serie tv. Decisiva è la figura dell’ex caporale Herbert Zubak, che cercherà nel corso della storia di tornare ad avere un profilo più dignitoso di quello da bodyguard della cancelliera. Dal carattere burbero ma dall’animo fragile, lotterà ogni giorno con i sensi di colpa che ogni militare sente dentro di sé. Cercando pure di affinare le sue doti di manipolazione con lei, che diventerà il suo pensiero fisso prima dal punto di vista prima fisico e poi sentimentale. Ma adesso parliamo proprio di lei. Dell’immensa Kate Winslet che ha lasciato i panni di Rose, per ricoprire quelli di una tiranna mitomane, ipocondriaca, psicolabile e ipocrita senza rivali. In due parole Elena Vernham.
In questa tra le nuove Serie Tv rileviamo un’eccelsa interpretazione della cancelliera
Afflitta da innumerevoli paranoie, manie di persecuzione e tutti i difetti che una matriarca e una persona di potere non dovrebbe mai avere. È per merito suo se il racconto descritto rientra a tratti nel genere in cui lo si voleva incorniciare. Da lei partono infatti le espressioni verbali e corporali dai toni pungenti e ironici. E sempre con lei si intravede il dramma legato al cieco egoismo di chi vive in una posizione di privilegio. In una matrioska di performances Kate recita Elena e quest’ultima recita la sua parte con il popolo della cittadina immaginaria di Westagate. Parla di amore reciproco tra popolo e autorità , parla di benessere futuro per tutta la comunità e infine di pace. La prima promessa infranta in ogni situazione di questo tipo.
Il finale non a caso risulta lasciare una profonda e consapevole amarezza su quella che il più delle volte diventa la politica e il potere che la gestisce. Dopo aver portato in rovina il suo Paese con una guerra civile, aver comprato la pace con la vita dell’uomo che diceva di amare dopo un’eredità di fuochi di paglia, indovinate un po’? Eccola lì pronta a riaccogliere il marito mai rispettato prima in casa, intenta a fare i suoi tradizionali discorsi motivazionali al popolo che sta ancora annaspando nelle macerie. L’ipocrisia è quindi il cavallo di battaglia della cancelliera e di certo non pretendevamo un lieto fine.
Tuttavia un ultimo sincero messaggio di speranza non sarebbe stato inappropriato
Avrebbe sicuramente edulcorato la pillola, considerata la poca empatia stabilita con chi guardava e il loro disorientamento su quale filtro adoperare per la giusta interpretazione. L’unica degna di poter prendere tutti gli elogi della serie resta dunque la nostra Kate. In quanto le aspettative, appurata la particolarità del suo ruolo, le ha di gran lunga superate in maniera sorprendente.