ATTENZIONE! L’articolo potrebbe contenere spoilers di Palm Royale.
Con una carriera straordinaria e un premio Oscar a coronarla, Laura Dern ci regala l’ennesima lezione di recitazione con la serie tv Palm Royale (che potete vedere sul catalogo Apple TV+ qui) Nata a Los Angeles il 10 febbraio 1967, Laura Elizabeth Dern ha sempre avuto l’arte della recitazione nel sangue. La sua infanzia, trascorsa tra set cinematografici e discussioni artistiche, è stata fortemente influenzata dalla carriera dei genitori, entrambi attori (con il padre condivide il set per la prima volta proprio in Palm Royale). Sin da piccola, Laura ha avuto piccole parti in film che spesso li vedevano coinvolti.
Un talento precoce, coltivato con gli studi e con tanta dedizione. Il suo vero debutto come attrice avviene nel 1980 con il film Foxes, accanto a Jodie Foster, ma è nel 1985 che ottiene un ruolo significativo nel film Mask. Da qui in poi, il futuro è piuttosto roseo. Nel 1986, l’attrice si fa conoscere davvero con Blue Velvet di David Lynch. Il suo personaggio, Sandy, dimostrava una complessità che andava oltre la tipica ragazza della porta accanto, esplorando temi di innocenza, desiderio e oscurità.
La collaborazione con Lynch diviene uno degli aspetti più rilevanti della sua carriera, consolidando una partnership che si estenderà fino a Wild at Heart e più tardi nella serie cult Twin Peaks. Una collaborazione decennale ma anche un’amicizia solida, per la quale la Dern si è sempre ritenuta particolarmente grata. Palm Royale è solo l’ultimo di una lunga lista di progetti quindi che comprendono film, serie tv e persino cartoni animati (insieme a questi altri 6 grandi attori ha doppiato un cartone animato famoso).
Nel 1993 è protagonista di un vero e proprio pilastro della cultura pop: Jurassic Park di Steven Spielberg.
Nel ruolo della dottoressa Ellie Sattler non solo si è fatta conoscere al grande pubblico ma ha anche dimostrato la capacità di affrontare ruoli in grandi produzioni, mantenendo una forte presenza scenica. La sua performance ha contribuito a rendere il personaggio un’icona femminile forte e indipendente nel genere della fantascienza e dell’avventura.
Attraverso Ellie Sattler, l’attrice ha contribuito a modellare una percezione più attenta e sensibile delle donne nei film di avventura e fantascienza. Il personaggio di Ellie è spesso citato come uno dei primi esempi di scienziate rappresentate in modo complesso e attivo nei blockbuster mainstream. Una figura che sarà presa a esempio nel genere anche per protagoniste femminili altrettanto note degli anni a venire.
Prima di parlare di Palm Royale non possiamo non menzionare un altro ruolo fondamentale della carriera di questa attrice straordinaria. L’ interpretazione nelle vesti di un’avvocato divorzista spietato ma affascinante ha mostrato nuove sfumature del suo talento, mescolando carisma e intensità emotiva. Nora Fanshaw si presenta, infatti, in scena con questa aura di controllo totale e una personalità affascinante che maschera la sua natura calcolatrice e tattica. Con il progredire della narrazione ci rendiamo conto che si tratta molto di più che di un semplice avvocato. Nora è una narratrice che riesce a plasmare la realtà a favore dei suoi clienti, utilizzando ogni dettaglio della loro vita personale come un pezzo di scacchi in una partita di strategie e manipolazioni.
Dopo anni di successi, la maturità artistica continua a crescere. E con Marriage Story arriva anche il suo primo Oscar come migliore attrice non protagonista.
Uno degli aspetti più straordinari del personaggio di Nora è la sua capacità di mantenere una calma impeccabile, pur esprimendo una ferocia sotto una parvenza di professionalità e charme. Questo equilibrio tra il visibile e l’invisibile, tra ciò che Nora mostra e ciò che realmente intende, è magistralmente interpretato da Laura Dern, la quale infonde nel personaggio una profondità che va oltre il testo della sceneggiatura.
l genio della Dern (vincitrice dell’Oscar nel 2020, qui trovate la lista completa) nel ruolo si manifesta pienamente nelle scene chiave del film. Come quelle nel tribunale. In una delle scene più potenti, Nora articola una critica contro le aspettative sociali rivolte alle madri e alle donne in generale, sottolineando come queste aspettative si trasformino in armi in contesti legali come il divorzio.
Questo monologo serve a rafforzare la posizione della sua cliente ma getta anche luce sulle ipocrisie all’interno delle battaglie legali per l’affidamento dei figli. Un esempio magistrale su questo tema è il film La battaglia dei Roses. Nora utilizza il suo acume legale non solo per servire al meglio i suoi clienti ma anche per sfidare le norme, mostrando una comprensione sofisticata delle dinamiche di genere che influenzano le decisioni giudiziarie.
Nemmeno la televisione è rimasta impassibile di fronte all’eleganza magnetica di Laura Dern.
Dopo lo straordinario successo di pubblico e critica ottenuto con Big Little Lies, l’attrice è tornata protagonista in Palm Royale.
Nella comedy targata Apple TV+ (qui trovate la recensione dei primi ter episodi), la Dern affianca un cast stellare tra costumi variopinti e lussuosi resort. La storia, liberamente ispirata al romanzo Mr. & Mrs. American Pie., è ambientata nella Florida degli Anni Sessanta e racconta la scalata al successo dell’estrosa Maxine Simmons. Reginetta di bellezza e moglie trofeo, Maxine ha un solo segno nel cassetto: farsi accettare dalle ereditiere di Palm Beach.
Nel mondo di lustrini, piume e opulenza di Palm Royale, Maxine incarna perfettamente lo stereotipo della casalinga americana. La sua esistenza è un’eterna aspirazione a una vita che non le appartiene di diritto. Le sue ambizioni riguardano serate di gala e segreti a bordo piscina. Entrare a far parte dell’élite di Palm Beach è il motore che muove tutta la storia dello show. Un sogno che la nostra protagonista vuole raggiungere a ogni costo.
Per Linda si tratta piuttosto di un incubo. Speculare al desiderio di ribalta di Maxine, troviamo infatti il personaggio interpretato da Laura Dern. Linda fa la sua comparsa nel primo episodio quasi come un angelo custode. Alla guida di un piccolo gruppo di femministe che certo sembrano rappresentare una nota stonata nel mondo perfetto di Palm Royale. A prima vista anche Linda sembra ricoprire un ruolo molto specifico, un altro personaggio da manuale ma non è per nulla così.
Linda ha scelto questa vita rinunciando ai soldi, agli agi e, sopra ogni altra cosa, al suo nome. Spogliatasi delle veste firmate come San Francesco ma con i capelli cotonati, Penelope Rollins si allontana dal mondo del Palm Beach per diventare Linda. I suoi legami con quell’universo sono ancora forti ma il suo animo sensibile e indipendente non riesce a conciliarsi con l’egoismo che pervade il resort e i suoi abitanti. Nella quarta puntata (qui trovate la nostra recensione) la rivelazione sul matrimonio mai andato in porto tra lei e Douglas aggiunge ancora più carne al fuoco.
Tra le bambole truccate e imparruccate, Linda simboleggia l’unica donna reale di Palm Royale.
Nella trama dello show, il suo ruolo si distingue dalla folla indistinta di mogli perfette e impeccabili. Linda è una boccata d’aria fresca. Laura Dern diventa la voce di tutte quelle donne che, nella vita vera, hanno sgomitato e lottato per quella libertà di cui oggi possiamo godere certamente molto più che negli anni Sessanta. L’attrice ha più volte espresso la gioia del poter portare in scena un personaggio tanto forte e simbolico. Non che Maxine non sia, a modo suo, un esempio di emancipazione notevole. Ma se nel suo caso il desiderio di far parte del mondo luccicante di Palm Royale rappresenta anche il vincolo che la tiene ancorata a certe convenzioni. Lo stesso non si può certo dire di Linda. Nel secondo caso è lei stessa a recidere (quasi) tutti i legami, trovando da sola la propria strada.