Diventata in pochissimo tempo un successo, la serie tv su Pamela Anderson e Tommy Lee (da qui il titolo Pam & Tommy) ha conquistato il pubblico di tutto il mondo, lasciando aperta una riflessione che alimenta temi scottanti anche in questi anni.
Seppur la supermodella e attrice abbia negato il consenso alla serie tv, al contrario invece di Tommy Lee che si è interfacciato direttamente con il suo interprete (Sebastian Stane), la serie riesce a rendere giustizia a una vicenda che la giustizia non l’ha vista neanche da lontano.
Pam & Tommy – Una storia d’amore non convenzionale
Prima di arrivare al misfatto che tutti conosciamo, la serie si apre presentandoci la relazione tra Pamela Anderson e Tommy Lee. I due, infatti, dopo essersi conosciuti in un locale non riescono più a separarsi, e nonostante le loro differenze riescono ad avere un rapporto che per la maggior parte del tempo ci fa letteralmente sognare a occhi aperti.
Chiaramente non tutto è oro ciò che luccica, e se la storia tra i due non avesse subito intoppi non saremmo qui a parlarne. Pamela Anderson, così come Tommy Lee, ci portano a riflettere su diversi temi importanti e su un crimine per il quale non è mai stata fatta giustizia. Probabilmente anche per questo motivo la Anderson non ha voluto riaprire una vecchia ferita, dichiarando attraverso una fonte anonima che non avrebbe neanche mai guardato il trailer, figuriamoci la serie.
Il furto del sex tape e l’assenza di giustizia
Pam & Tommy è tutto tranne che una serie leggera, anche se all’apparenza può illuderci che lo sia. Chi l’ha vista con occhio critico, infatti, non ha passato dei bei momenti e per diverse puntate ha sofferto insieme alla protagonista, soprattutto quando ci si rende conto che quello che si sta vedendo è successo davvero a Pamela, ma anche a molte altre donne e uomini.
Il mezzo di divulgazione del sex tape, ai tempi, altro non era che un vergine internet, terreno sconosciuto per molte persone (per lo stesso divulgatore), ma ottimo mezzo di guadagno per chi ne conosceva già le potenzialità. Allora le truffe erano facili da tendere e non erano ancora condannabili in termini legali, ci è voluto tempo per fare passi avanti e ancora oggi non si è fatto abbastanza (pensiamo ai temi del revenge porn).
Proprio per questo motivo, la giustizia è un qualcosa che i protagonisti non hanno mai visto, dovendo rassegnarsi al fatto che il costruttore Rand, interpretato da Seth Rogen, ormai l’aveva diffuso online, rendendolo tristemente famoso in tutto il mondo.
Lo stesso Rand, incapace di destreggiarsi correttamente in quel mondo nascente alla fine è rimasto a mano vuote, forse solo con un pò di rimorso per ciò che aveva fatto.
Pam & Tommy, non solo Pamela ha sofferto
Nella serie è interessante il passaggio in cui Pamela afferma che per lei, essendo una donna, la divulgazione del video sia peggio rispetto a quanto potesse esserlo per Tommy. Viene infatti evidenziato come, essendo solita fare film che la ritraevano poco vestita, questo in qualche modo dovesse bastarle come consolazione a quell’atto brutale. “Non è la prima volta che ti vedono nuda”, “quante volte si è mostrata nuda?”. Queste sono solo alcune delle domande che venivano poste alla donna che, senza ottenere nulla se non ulteriore umiliazione, si era affidata ad avvocati incapaci.
Ancora una volta, una serie apparentemente leggera come questa, pone l’attenzione sul valore del consenso, che non va mai e poi mai dato per scontato.
Inoltre, risulta interessante il trattamento destinato a Tommy, come se lui (essendo un uomo) non avesse il diritto o alcun motivo per sentirsi turbato, affermazione che gli viene ripetuta dalla stessa Pamela che è incapace di cogliere che anche il marito ne stesse soffrendo.
La serie rende giustizia a Pamela?
La risposta forse è no. Lo scopo della serie, tralasciando i motivi di business economici che alla fine sono la base di qualsiasi produzione, è probabilmente la denuncia e la sensibilizzazione. Pamela alla fine non ha dato il consenso alla serie, e per questo motivo non possiamo ritenerla pienamente e socialmente accettabile.
Tuttavia, il lato riflessivo della serie, che pone l’attenzione sulla pericolosità di internet, sul ruolo della donna e dell’uomo, sulla superficialità di chi ancora si ferma all’aspetto fisico, risulta davvero molto interessante.
E se vi state chiedendo come sia stato possibile realizzare la serie senza il consenso della diretta interessata, la risposta è molto semplice. Proprio come successo nel film (assolutamente non necessario e di cattivo gusto) dedicato a Yara Gambirasio (qui trovi la recensione), quando si parla di un fatto di cronaca, il consenso non è più necessario, purtroppo. Pam & Tommy, infatti, è tratta da un articolo dell’edizione americana di Rolling Stone del 2014, di conseguenza è bastato contattare l’autore del pezzo.
Pam & Tommy, quando lui resta lo stesso di allora
Se Pamela si è rifiutata più volte di collaborare alla serie, lo stesso non si può dire di Tommy Lee, che ha parlato spesso con il suo interprete Sebastian Stan.
Una fonte vicina all’attore avrebbe riferito “Ha la stessa mentalità di allora e pensa che qualsiasi pubblicità rappresenti comunque una buona pubblicità“.
La fonte ha anche aggiunto che, dopo il movimento #MeToo, “Pamela è in qualche modo ancora l’eccezione alla regola. Sì, sono brevi clip, ma per me l’aspetto più assurdo è che Pam e Tommy non si limita a raccontare la storia, ma ricrea proprio precisi momenti della vicenda“.