In questo torrido agosto milanese, sdraiata immobile con il ventilatore al massimo, mi sono ritrovata a pensare alle mie estati di bambina, trascorse al mare con i nonni. Uno dei ricordi più belli che conservo di quello strano periodo che pur lontano nel tempo mi sembra così familiare da essere appena accaduto, sono i pomeriggi passati con i miei cugini davanti alla televisione, fingendo di fare i compiti mentre i poveri nonni ignari si dedicavano al loro pisolino pomeridiano. Quelle due ore ogni giorno rappresentavano per me un momento di libertà assoluta, in cui insieme ai miei fedeli compagni di avventura mettevamo Italia 1 e ci addentravamo nel magico mondo delle telenovelas, dei teen drama e dei crime che nessuno ci avrebbe mai permesso di vedere. E così, tra una puntata di Dawson’s Creek e qualche esercizio di matematica, in quei pomeriggi di trasgressione Paso Adelante è entrato nella mia vita, alimentando per circa due mesi quel sogno poi mai rincorso di diventare una ballerina.
Da allora sono passati quindici anni, durante i quali ho guardato centinaia di serie tv, senza mai dedicare un secondo pensiero a quella trasmissione spagnola che tra triangoli amorosi e coreografie vorticanti aveva catturato la mia totale attenzione di bambina in cerca di (limitatissima) trasgressione. Tuttavia, in questo pomeriggio di un’estate lontana, mi sono ritrovata a pensare con nostalgia alla gioia che mi portava guardare Paso Adelante, e spinta da un misto di noia e curiosità ho deciso di provare a riguardare la prima puntata senza alcuna aspettativa, consapevole di non ricordare assolutamente nulla. Un rewatch che mi ha sorpresa per diverse ragioni e di cui, nonostante la delusione finale, non mi pento affatto, perché per quaranta minuti mi ha riportata a uno dei momenti più felici della mia vita.
1) Dopo circa 30 secondi di musica classica e ordine, ecco che la scuola di danza viene invasa da un gruppo di tamarri vestiti stile Hip Hop degni dei peggiori stereotipi inizio anni Duemila. Stereotipi che, ora che ci rifletto, probabilmente ha contribuito a cementare la stessa Paso Adelante.
2) La sigla (uno degli elementi più memorabili della serie, come in questi casi) arriva in un momento totalmente casuale, nel mezzo di una scena, senza alcun preavviso. Il tutto è meraviglioso e senza nemmeno accorgermene eccomi a cantare a squarciagola UNO DOS TRES QUATROS neanche avessi ancora 6 anni e vivessi il sogno – per altro mai perseguito in alcun modo – di diventare ballerina.
3) Pensavo di non ricordare quasi niente di Paso Adelante e invece non ricordo proprio niente tranne la sigla e il fatto che Lola sia la classica pick me girl alla Serena Van Der Woodsen. Non aiuta il fatto che in circa quattro minuti vengono introdotti circa quarantacinque personaggi tra professori e studenti, tutti straordinariamente simili e con una profondità narrativa pari a zero.
4) Il povero Juan è entrato in scena da neanche due minuti ed è già stato insultato da tutto il corpo docente femminile e non. Di lui non avevo alcuna memoria, ma è già il mio nuovo personaggio preferito.
5) Al minuto nove sono completamente persa. Non sono state introdotte storyline di alcun tipo, ma continuano a comparire personaggi e la scena si sposta continuamente da una stanza all’altra, mentre interazioni brevi e senza senso tra sconosciuti non fanno che accrescere la mia confusione. Non so se sia una scelta voluta dalla regia di Paso Adelante, volta a sottolineare il caos della giornata dei provini (nel qual caso mi inchino, missione compiuta), in ogni caso la sensazione è pari a quella dell’ essere stata gettata in mezzo a un mare in tempesta senza saper nuotare.
6) Un’inquadratura su due quando ballano è storta. Mi sento come se avessi di nuovo 7 anni e stessi facendo una maratona di Step Up, Honey e Save the Last Dance. Non capisco niente delle coreografie, ma il tutto è così meravigliosamente anni Duemila che non ho niente da obiettare.
7) Lola ti prego basta. Sei nervosa, sei timida, sei speciale, sei diversa dagli altri. Abbiamo capito. Ora anche meno però.
8) Adela Ramos, la professoressa misteriosa che beve e nasconde un segreto (che però veniamo a conoscere alla sua seconda scena da sola, sono genuinamente sorpresa) finora sembra l’unico personaggio non bidimensionale di tutto Paso Adelante.
9) Ci sono due tizi che hanno intenzione di scambiarsi durante le audizioni, il tutto nonostante non si assomiglino se non vagamente. Non so come abbiano progettato il loro piano geniale per entrare nella scuola, ma così su due piedi mi sembra piuttosto debole. Forse dovrei smettere di farmi domande.
10) Lo so, mi sono già lamentata di Lola in quasi tutti i punti. Non è colpa mia se ogni volta che compare in scena se ne esce con una frase più irritante della precedente o trova il modo di sentirsi superiore a tutti gli altri.
11) Al minuto ventisette compare una black face inserita a caso, così, de botto, senza senso, e in qualche modo riescono a tirare dentro il discorso Robert De Niro. Sono perplessa.
12) ll viaggio nei meandri degli insulti e della depressione del povero Juan continua, perché viene anche cacciato di casa con tanto di serratura cambiata e quindi preso in giro dalla preside che finge di essere professionale salvo poi ridergli alle spalle. Giustizia per Juan, vittima inconsapevole di discriminazione sul posto di lavoro.
13) Una scena abbastanza lunga dell’episodio viene ambientata in un gay bar e celebra la cultura drag, evidenziando anche come i personaggi negativi di Paso Adelante siano omofobi e transfobici. Sebbene la sequenza nel locale non si possa definire moderna, per una serie andata in onda vent’anni fa è qualcosa di notevole, una piacevole sorpresa.
14) Le scene finali dell’episodio pilata di Paso Adelante sembrano il videoclip di una canzone d’amore triste in cui il povero protagonista viaggia devastato in una fredda notte di raccolta dell’umido, con tanto di momento in cui viene rapinato da un signore a cui chiede informazioni. Capolavoro.
15) La puntata viaggia veloce, in un turbinio di personaggi introdotti a malapena, di cui davvero pochi memorabili. Dopo quaranta minuti di fatto non è successo niente e non conosciamo meglio nessuno dei protagonisti, il che rende questo episodio pilota piuttosto debole, al punto che la voglia di proseguire è davvero poca.
Non posso negare di essere rimasta incredibilmente delusa da questo rewatch a distanza di anni di una serie che nei miei ricordi era simbolo di trash e trasgressione. La prima puntata di Paso Adelante introduce mille personaggi ma senza imbastire trame e cambia scene con una velocitò imbarazzante, senza però osare mai. In tutta la puntata non ho mai provato empatia per nessuno (se non per il povero Juan), non ho mai riso, sorriso o nemmeno visto qualcosa di apparentemente simile al sano trash che speravo di gustarmi. Riguardando il primo episodio di Paso Adelante mi sono annoiata a morte e ho quasi finito per rovinare uno dei più bei ricordi della mia infanzia, il tutto nonostante partissi senza alcuna aspettativa se non quella di provare a divertirmi un po’.
Nonostante tutto però, c’è una cosa che questo rewatch non ha cambiato e anzi, ha solo confermato: Lola Fernandez è il peggior personaggio della serie (e possibilmente della storia) e la sua sola comparsa sullo schermo continua a farmi venire l’orticaria.