Attenzione: evita la lettura se non vuoi imbatterti in spoiler della serie di cui è protagonista Arthur Shelby, Peaky Blinders
E se fosse Arthur Shelby la vera anima dei Peaky Blinders? Sappiamo che, chi è fan della serie potrebbe avere qualcosa da ridire. Sicuramente Tommy, che poi è il protagonista indiscusso, ha quel carattere potente e prorompente che lo rende un ottimo capobranco, per la sua famiglia e per i suoi fan. Ma se guadiamo nel profondo di Peaky Blinders, se andiamo a scandagliare la vera essenza della famiglia Shelby, notiamo che c’è un motivo per cui Tommy è lì, c’è sempre qualcuno che ha permesso che il Re diventasse tale. Tommy Shelby è il Re dei Peaky Blinders, è colui che li guida, colui che ha sempre l’ultima parola su ogni tipo di decisione, colui che li porta alla gloria. Ma per diventare Re, occorre qualcuno che ti sostenga. Arthur Shelby, primogenito dei fratelli Shelby, è l’uomo che più di tutti ha contribuito a far diventare Tommy quello che è davvero: un leader. Arthur, l’uomo che lotta costantemente col bene e col male, è il vero motivo per cui i Peaky Blinders esistono. È un uomo fragile, un uomo tormentato che ha, però, un grande orgoglio: la sua famiglia. Ovunque lui vada, qualunque cosa provi a fare, chiunque si metta sul suo cammino, i Peaky Blinders sono la sua casa, dove può essere davvero se stesso.
Arthur Shelby è il fratello maggiore, quello che avrebbe dovuto prendere le redini della famiglia, quello che avrebbe dovuto vegliare sui suoi fratelli più piccoli e far sì che divenissero uomini d’affari. Ma Arthur Shelby ha un grande merito: può non aver fatto tutte queste cose, ma ha al contempo permesso che le ottenesse Tommy, il suo pupillo e prediletto Tommy. L’orgoglio di Arthur è un orgoglio particolare: dimostra talmente tanto amore nei confronti della sua famiglia, da fare un passo indietro e lasciare il posto di leader al fratello minore. L’uomo complesso, attanagliato dai demoni, che combatte costantemente tra la redenzione e il potere ha la forza di farsi da parte, il coraggio di ammettere di non essere in grado di guidare i Peaky Blinders, la tenacia di lasciare il suo posto a Tommy, in cui ha sempre creduto più di tutti. La sua continua lotta personale, che lo porta a percorrere varie strade nel tentativo di redimersi, è il perfetto specchio della sua intera famiglia: i Peaky Blinders, infatti, oscillano continuamente tra legalità e ricchezza, tra orgoglio e follia, tra amore e odio. E chi incarna di più tutti i valori della sua famiglia, in questo senso, è proprio Arthur.
Può inizialmente sembrare il più instabile, e forse lo è (soprattutto in alcuni momenti in cui è più palese la sua fragilità). Ma la sua instabilità è colmata da un senso di appartenenza talmente forte da far stare in piedi tutta la baracca, arrivando perfino ad annullare sé stesso. Il suo amore per Tommy lo porta a capire che è davvero in grado di fare tutto quello che vuole, è l’unico che lo conosce nel profondo (che lo conosce davvero, che ne conosce la natura) ed è l’unico che da subito ha capito chi avrebbe potuto essere e quanto lontano sarebbe potuto arrivare. Arthur Shelby sapeva già chi sarebbero stati i Peaky Blinders e ha fatto sì che tutto ciò accadesse. La sua fragilità, che sembra caratterizzarlo dalla prima puntata e che non lo abbandonerà mai davvero, si tramuta spesso in energia pura e gli permette di rendersi davvero conto di chi è nel profondo. Più volte, nel corso delle sei stagioni, abbiamo visto Arthur Shelby combattere contro i suoi demoni, cercando di distaccarsi dalla sua famiglia. Fra tutti ricordiamo Linda che, seppur in buona fede, cerca di snaturarlo e di renderlo un estraneo ai Peaky Blinders. Arthur non lo comprende subito ma la verità è che i Peaky Blinders sono la sua unica natura, sono l’unica fonte di sfogo, è l’unico posto dove può davvero liberare le sue turbe.
Arthur Shelby trova sempre il modo di essere orgoglioso di ciò che è lui e di ciò che è la sua famiglia. Che sia a Birmingham o in territorio nemico; molti sono i momenti in cui Arthur da spettacolo rivendicando le sue origini. Lì per lì può sembrare superficiale ma è in realtà uno sfoggio di orgoglio palese che rende Arthur il più passionale dei tre fratelli protagonisti. Le sue radici sono ciò che lo definiscono, nel bene e nel male. Per quanto lui provi a seguire delle vie diverse, convinto che non sia quella la vita a lui destinata, alla fine torna sui suoi passi e si rende sempre conto di quanto i Peaky Blinders facciano parte della sua identità. Nonostante i suoi tentativi di distaccamento, è l’unico che paradossalmente non si vergogna mai, in nessuna occasione, di ciò che è e del potere che ha. Ed è anche l’unico, ahi lui, che non ha alternative: il suo passato, il suo presente e il suo futuro sono i Peaky Blinders.
L’orgoglio di Arthur Shelby è un orgoglio malsano, rude e prepotente. Arthur Shelby è talmente orgoglioso della sua famiglia e del ruolo che ha in essa che tende a mettere tutto questo davanti a qualsiasi cosa, persino davanti alla sua sanità mentale. Sappiamo infatti quanto Arthur sia fragile e complesso, soprattutto dal punto di vista emozionale. Traumatizzato, esattamente come i suoi fratelli, da una guerra terrificante, porta i segni di una sconfitta unicamente personale. Le sue cicatrici sono visibili ma quelle che fanno più male sono profonde e hanno poco sfogo in un mondo in cui un uomo può essere solo virile. Ma Arthur Shelby è travagliato, ha dei demoni insiti in lui che lo deviano nel profondo e che combattono per affiorare. Ma nonostante questo, è sempre pronto a zittirli, per il bene dei Peaky Blinders che hanno bisogno di un Arthur selvaggio, indomito e sicuro di sé. I Peaky Blinders, per Arthur Shelby, sono la priorità, vanno oltre qualsiasi questione personale, oltre qualunque trauma. Qual è il limite? Non esiste un limite per Arthurr Shelby. Lo vediamo spesso vacillare fino ad avvicinarsi a quel limite impalpabile, lo vediamo più volte mettere in discussione tutto. Ma il destino ha per lui altri piani, sempre. Come se fosse scontato che Arthur Shelby non può morire, perché senza di lui i Peaky Blinders stessi non avrebbero senso di esistere.
Arthur Shelby e i Peaky Blinders sono due entità indissolubili l’uno dall’altra. Il primogenito degli Shelby fa quello che deve fare per mantenere la sua famiglia unita e, in qualità di fratello maggiore, fa un passo indietro per favorire Tommy ma allo stesso tempo tiene sotto controllo tutto, senza smettere mai di cercare un equilibrio personale. Un equilibrio che non troverà mai e che, a un certo punto, smette persino di rincorrere. Perché l’orgoglio, la passione e la fierezza sono troppo più grandi. Le soddisfazioni che riesce a prendersi ottenendo potere superano di gran lunga ogni sua turba mentale. Perciò no, nessuno sente la famiglia come Arthur Shelby, nessuno ha il suo calore, la sua energia e soprattutto nessuno ha la sua forza di volontà. Nemmeno Tommy, nemmeno Polly. Arthur Shelby è quel principe indemoniato che fa dei suoi impulsi una risorsa, che lotta come un animale contro se stesso e contro gli altri e che non si stanca mai di gridare al mondo chi è, con fierezza e a testa alta. Arthur Shelby è quel fratello che tutti vorrebbero, che sacrifica se stesso per il bene di qualcun altro, purché lo scopo sia il bene della sua comunità, dei fottuti Peaky Blinders.