Attenzione: l’articolo contiene spoiler sull’ultima stagione di Peaky Blinders.
Con la sesta stagione di Peaky Blinders si conclude (quasi, visto che ci sarà anche un film) una delle serie tv britanniche di più alta qualità degli ultimi anni. Basata molto vagamente su una reale banda di giovani criminali dallo stesso nome, attiva a Birmingham tra il 1890 e il 1910, Peaky Blinders ci ha fatto conoscere una famiglia complicata e sfaccettata, sempre in bilico tra legalità e illegalità, e armata di furbizia e cinismo. Al centro delle vicende, abbiamo trovato un protagonista scritto in maniera esemplare e interpretato in maniera altrettanto efficace da Cillian Murphy: Tommy Shelby. L’ultima tappa di questo viaggio è sembrata una sorta di prova generale per il film in uscita prossimamente, un episodio della durata che supera l’ora e che, più di ogni altra puntata della serie, ci porta nei meandri della mente di Tommy.
Ma cosa succede nel dettaglio? Come si chiudono le fila di una storia così intensa? E quali letture possiamo dare ai momenti più onirici dell’episodio?
Proviamo ad analizzare il finale di Peaky Blinders e fare il punto della situazione.
Nel corso di questa stagione, Tommy Shelby si è spesso trovato solo, molto più di quanto non fosse successo in passato: anche quando era circondato dai propri fratelli, si ha sempre avuto la sensazione che Tommy fosse su una lunghezza d’onda leggermente diversa. Ora, all’inizio di questo finale, la solitudine del protagonista viene accentuata dalla rottura con Lizzie: dopo l’ennesimo tradimento del marito, avvenuto proprio poco dopo la morte della figlia Ruby, la donna fa le valigie e se ne va.
Tommy ha spesso dovuto salutare persone, volente o nolente, e a molte ha dovuto dire un addio definitivo davanti al giudice estremo che è la morte. Ma, in questo caso, l’ennesimo saluto ha un senso diverso: più si avvicina la resa dei conti, più sembra giusto che Thomas la affronti da solo. Perché è la sua battaglia, la sua conclusione. Nella profezia enunciata da Polly tempo prima, infatti, è sempre stato chiaro che l’ultimo scontro sarebbe stato tra Tommy e Michael. Solo loro.
Come ogni duello di capitale importanza che si rispetti, però, deve aspettare. Nella prima parte dell’episodio sono altre le faccende a essere sbrigate: Tommy decanta a gran voce davanti alla spia Billy che si troverà al Garrison per festeggiare l’anniversario di matrimonio, mentre i suoi compagni staranno invece svuotando la sua residenza, lanciando così un’esca per compiere la propria vendetta.
Diversi conti vengono chiusi.
La villa di Thomas, ormai deserta, è lo scenario dell’omicidio di Billy – scoperto come collaboratore di Nelson – da parte di Duke, che aveva provato a incitare Finn a farlo al posto suo, ma senza esito. Tra Duke e Finn si accendono le scintille della rivalità, rinnovando le gerarchie e la corsa al potere dei Peaky Blinders. Nello stesso momento, Arthur si trova al Garrison, dove attende l’arrivo del Capitano Swing, la colpevole della morte di Polly, che andrà incontro alla sua fine.
Tra queste manovre e regolamenti dei conti, orchestrati alla perfezione dai Peaky Blinders che sono sempre un passo avanti rispetto al nemico, è degno di nota il momento in cui Arthur scopre della malattia di Tommy e si confronta col fratello. Per questa rivelazione, che manterrà come un segreto, sarà per lui impossibile partecipare alla cena di addio di Tommy, prima della partenza di quest’ultimo.
Nel corso di questa cena, è emblematico il momento in cui Tommy sussurra qualcosa all’orecchio di Duke, probabilmente delle istruzioni sulla gestione degli affari che dovranno avvenire dopo il suo addio. La scena sembra in tutto e per tutto un passaggio di consegne: Thomas Shelby sta porgendo il testimone a colui che considera il suo erede. Questo potrebbe sorprendere, visto che i due si sono incontrati da poco, ma Thomas ha senz’altro notato diverse somiglianze tra lui e Duke che hanno reso subito solido il loro legame. L’atto del sussurrare a Duke è quasi più importante del sapere cosa effettivamente abbia detto Tommy: il capo dei Peaky Blinders ha condiviso qualcosa di esclusivo con Duke, ponendolo su un piano diverso rispetto a tutti gli altri.
Si gettano le basi di nuovi conflitti.
Non solo Arthur è assente all’ultima cena di Thomas: manca anche Finn che, dopo aver cercato di sparare a Duke nell’occasione dell’omicidio di Billy, è stato bandito dalla famiglia. Ma Finn non se n’è andato in silenzio, bensì ha giurato una vendetta che potrebbe avere luogo in un ipotetico futuro, una vendetta che richiama la rivalità tra Michael e Tommy. D’altro canto, Duke potrebbe essere anche bersaglio di Charlie, l’altro figlio di Tommy, che se n’è andato insieme alla madre, ma che, crescendo, potrebbe provare delle gelosie nei confronti di Duke che sembra predestinato al comando, e anche per via del legame speciale tra lui e Tommy.
Ma gli eventuali scontri di Duke con gli altri membri della sua famiglia devono aspettare, prima c’è il duello tra Tommy e Michael. Il momento più atteso arriva quando Thomas Shelby vola in Canada, accompagnato da Johnny Dogs. Michael lo attende con un ordigno esplosivo da piazzare nella sua auto, ma Tommy è sempre un passo avanti e si aspetta una manovra simile: fa controllare tutto a Johnny Dogs, che trova la bomba e la sposta nell’auto della scorta di Michael. L’esplosione della bomba crea i presupposti per un duello diretto tra i due avversari. E così Thomas e Michael si trovano faccia a faccia, sotto il segno della profezia di zia Polly.
Thomas uccide Michael a sangue freddo, ponendo fine alla rivalità col cugino. Una vittoria che però non sa di conclusione. Infatti, si sarebbe potuto pensare che lo scontro tra i due avrebbe sigillato il finale di Peaky Blinders, ma non è stato così. Prima del vero e proprio atto finale, Thomas si confronta con Alfie e ci viene svelato il vero piano di Shelby: l’accordo dell’oppio andrà a buon fine, ma sull’asse gitano-ebraica. Camden Town spetterà ai Peaky Blinders, mentre Alfie controllerà la zona di Boston.
Tommy Shelby muore solo o vive solo.
L’atto finale riguarda solo ed esclusivamente Thomas Shelby. Cronologicamente, ci troviamo un mese dopo gli eventi appena ripercorsi. Vediamo Tommy disteso a terra, un’immagine che sembra preannunciare morte. L’uomo viene svegliato dal gracchiare di un corvo, un animale che potrebbe rappresentare il presagio di ciò che avverrà. O che potrebbe avvenire. Di sicuro, nelle ultime sequenze dell’episodio, vi è un simbolismo molto marcato, che riprende quella linea tra superstizione e magia che si era fatta molto spessa in quest’ultima stagione.
Alzatosi, Tommy sale su un carro dove presumibilmente sta vivendo aspettando la fine dei suoi giorni. Ma per qualche ragione decide – o sembra decidere – di farla finita, complice il lancio di una moneta a cui probabilmente Tommy ha chiesto una risposta definitiva.
Il carro richiama il monumento funerario di Polly e di Ruby, un chiaro collegamento con le radici gitane della famiglia Shelby e che trasporta il protagonista nella sua dimensione più intima, quasi primordiale. Piano piano, Tommy si spoglia di tutti i suoi averi, dall’orologio da taschino alle catenine varie. Non c’è fretta. La scena assume dei contorni quasi sacri. Mai come in questo momento il confine tra vita e morte è parso così sottile e labile in Peaky Blinders.
Lo sguardo di Tommy si posa su una serie di fotografie dei suoi cari, chi vivi e chi morti. Uno sguardo che soppesa la possibilità di unirsi agli uni o agli altri. Tommy accende un’altra sigaretta e poi prende la pistola, puntandosela alla testa e lasciando allo spettatore il compito di supporre cosa accadrà di lì a poco: vita o morte?
L’onirico intervento di Ruby.
I confini tra vero e non vero, tra realtà e magia si assottigliano definitivamente quando Thomas sente la voce di sua figlia Ruby, che poi compare davanti a lui in una visione determinante per la sua salvezza. Ruby comunica al padre che non è vero che si trova in pericolo di vita, la malattia è una falsità: lo sprona dunque a proseguire nel mondo dei vivi per completare la sua missione sulla Terra. Thomas è sconvolto, ma afferra un brandello di giornale in cui casualmente vede una foto di Mosley e Diana, con accanto il dottore che gli ha diagnosticato la malattia: adesso è tutto chiaro, si è trattato di un piano architettato alle sue spalle.
Tommy allora si precipita dal dottore e tutti si aspettano vendetta. Ma Thomas Shelby non è più quello di un tempo: alla fine, non spara a colui che gli ha mentito su una cosa così importante. Un dettaglio non da poco, perché il Tommy delle prime stagioni non avrebbe esitato un secondo a premere il grilletto.
Tommy si allontana, e il carro va in fiamme. Il fuoco può essere interpretato come un simbolo di rinascita, qualcosa che incendia il passato per lasciare spazio al futuro. Il protagonista sale su un cavallo bianco e se ne va. Più vivo che mai.