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Federico Buffa racconta: Thomas Shelby

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Siamo in un pub di Birmingham, è il 1919, una donna canta e un uomo tendenzialmente ubriaco la ascolta in silenzio. La guerra è finita, ma le cicatrici di tutti quelli che sono stati al fronte sono segni indelebili nell’anima. La donna è di una bellezza disarmante: semplice, ma allo stesso tempo emana un tumulto di emozioni. Si tratta indiscutibilmente di una femme fatale, una di quelle personalità che mentre ti guardano sugli occhi ti scrutano l’anima, te la filtrano, fino ad arrivare negli anfratti più reconditi. L’uomo è un sopravvissuto, uno di quelli che sono tornati da quella maledetta guerra, ma che hanno lasciano il cuore nelle fossa di una trincea. La serie tv, lo avrete capito, è Peaky Blinders.

“But I warn you, I’ll break your heart”. La donna, Grace, parla chiaro. “Io canterò per voi, ma vi avverto, vi spezzerò il cuore”. L’uomo fa un cenno con la testa, che si muove lentamente a destra e a sinistra, quasi orchestrata dai fili invisibili del demiurgo chiamato Whisky: “Already broken”. “È già rotto, il mio cuore è già spezzato”, ho visto troppo sangue, ho perso troppi amici e l’essere sopravvissuto sembra il castigo peggiore. Non basta una canzone, per far soffrire un uomo che non ha più il muscolo cardiaco. Non bastano le dolci parole che usciranno dalla bocca carnosa di quella donna per spezzare il cuore del gangster più famoso di Birmingham.

Qui, per voi, uno speciale natalizio su Peaky Blinders: Federico Buffa racconta Thomas Shelby.

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Lasciamo il pub in un angolo, teniamolo lì per dopo. Facciamo un salto indietro nel tempo, perché per capire il presente e il futuro bisogna assolutamente conoscere il passato. Parlavamo della guerra, della Grande Guerra, il primo conflitto mondiale. Una epidemia di violenza che ha sconvolto il mondo intero.

Thomas era lì, per volere della corona inglese, e nel campo di battaglia si è subito distinto.

Uno stratega che scavava fossati e cunicoli per far in modo che i suoi commilitoni potessero fuggire da quei campi di morte. Al suo fianco c’era Tex Avery, che a molti di voi non dirà nulla, ma che è il creatore di Bugs Bunny. Ecco, il buon Tex è rimasto talmente impressionato dalle abilità nello scavare del futuro gangster, che in una intervista dichiarò apertamente di essersi ispirato a Shelby per disegnare la personalità del più famoso coniglio dei cartoni animati. Ma questa, è un’altra storia.

La nostra, di storia, ci porta a Birmingham. Tommy è tornato e ora è a capo di una gang di criminali chiamati Peaky Blinders. Come mai? La storia è particolare. Il nome deriva dai loro cappelli, che nascondono delle lame da rasoio per ferire a morte i nemici. Tutti i membri sono dotati di un tallllleeeeento incredibile nell’usare quest’arma, specialmente il burbero fratello di Thomas, Arthur Shelby (qui parliamo di lui). La gang, guidata dalla mente del leader, cresce e inizia a prendere possesso della città. Tutti conoscono Tommy, tutti lo temono. C’è solo un problema: Shelby non dorme, non riesce. Ogni notte gli incubi della guerra vengono a bussare alla sua porta e ogni notte l’uomo beve e fuma oppio per riuscire a cacciarli via. La sua è una vita difficile.

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Thomas Shelby, una vita di amore e violenza

Il nostro protagonista è un uomo solo al comando, e come tutti i più grandi uomini soli, non può permettersi di farsi vedere fragile. Nulla lo scalfisce, nulla lo tocca, ha un cuore di ghiaccio. La verità è che Tommy è un Kintsugi. Questo termine nasce in Giappone e si usa per indicare una tecnica particolarissima: quella del ricomporre un vaso rotto attraverso delle resine miste a polvere di oro. Thomas è proprio questo, un uomo che è andato il mille pezzi, ma è tornato più splendente di prima. C’è solo una crepa da cui però filtra ancora la luce: è quella del suo cuore. E quella luce è Grace, la ragazza che sta cantando nel pub. Lui ovviamente è l’uomo seduto, che la ascolta. La vita è strana, la vita toglie sempre più di quel che dovrebbe. Non bastano i suoi compagni morti in trincea, non basta il sangue che scorre tra i vicoli di Birmingham.

Tommy con la morte ha un rapporto strano, così come lo ha con gli equini, che considera come fedeli compagni dell’uomo. Una volta ha detto: “In Francia, mi sono abituato a vedere uomini morire, ma non mi sono mai abituato a vedere morire i cavalli”. Questa è la verità, come la verità è che saranno proprio i leggiadri quadrupedi che lo porteranno alla fortuna. Inizia con l’organizzare gare truccate e da quel momento non si ferma più. Prima si prende Birmingham, poi Londra, poi il Parlamento Inglese. Pensate che una volta, uscendo da Westminster, ha salutato una dolce bambina della famiglia reale. Tommy l’ha guardata e gli ha detto: “Un giorno diventerai Regina”. La bambina era proprio Elisabetta II, l’attuale regnante inglese. Thomas, anche in quel caso ci aveva visto lungo, ma questa, ovviamente, è un’altra storia.

I Peaky Blinders, il sangue e la morte

Per Tommy però ci sono anche dei problemi. Certo, andando in ordine sparso, possiamo dire che il nostro eroe ha ottenuto tutto ciò che voleva. Ha conquistato Birmingham facendo fuori Billy Kimber. Ha combattuto con quel fenomeno di Alfie Solomons, forse il miglior antagonista e allo stesso tempo amico del boss (ne parliamo qui). Ha sconfitto la mafia italoamericana e Luca Ciangretta. Thomas in cinque stagioni ha umiliato polizia della corona, servizi segreti e qualsiasi organo di controllo. Un fantasma senza anima che domina il Regno Unito. Senza anima però, perché l’ultimo flebile sussurro di vita gli viene strappato via quando la ragazza del pub, poi diventata moglie, viene assassinata.

La luce fa il suo giro, si sposta dal cuore di Shelby e si spegne definitivamente, sipario. Ora è davvero un uomo senza spirito, non ha più motivo di lottare perché non ha più nulla. Da quel momento in poi Thomas è una lastra fredda di granito, niente lo scalfisce più davvero. Solo un uomo riesce a intaccarlo, l’ultimo nemico, Oswald Mosley. Il politico fascista riesce a destare il nostro gangster dal torpore, lo spinge di nuovo a combattere. Un nemico è il miglior modo per riscattarsi, ma stavolta il nemico è tremendamente tallllleeeentuoso e fino alla prossima stagione non sapremo come finirà questo scontro. Una cosa è certa, Thomas è ancora vivo. Nonostante la morte di suo fratello, nonostante la morte di sua moglie, nonostante i tradimenti, i fallimenti e gli incubi che lo tengono sveglio, Tommy è ancora lì a lottare, è di nuovo lì a lottare. Perché la verità è che non puoi spezzare il cuore a un uomo che lo ha già spezzato.

“Already broken my dear, already broken”.

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