Le sigle delle serie tv sono sempre più importanti: si tratta di un elemento fondamentale, sempre più al centro della narrazione, oltre che utili per la caratterizzazione delle opere stesse; la scelta di una sigla, come per quanto riguarda le colonne sonore più in generale, è un aspetto che va curato nei minimi dettagli, perché in grado di conferire un valore aggiunto alla serie, estendendo la narrazione oltre i tempi della storia, oppure semplicemente facendo da contorno a un tema specifico. Noi di Hall of Series abbiamo deciso di realizzare una nuova rubrica che si occupa di analizzare più da vicino le grandi sigle delle serie tv, analizzandone testi, tonalità e riferimenti storici, collegandoli alle serie in questione. Oggi vi proponiamo un’analisi della sigla di una delle serie tv più amate dell’era recente: Peaky Blinders. La colonna sonora della serie ideata da Steven Knight è un vero e proprio gioiellino, ma lo è ancora di più il suo cavallo di battaglia, ovvero un brano cult di Nick Cave e The Bad Seeds, l’indimenticabile Red Right Hand, brano immediatamente riconducibile alla famiglia Shelby e alla banda più nota di Birmingham.
Il seguente articolo contiene diversi riferimenti e SPOILER su Peaky Blinders.
The Red Right Hand, la mano del destino
I testi di Nick Cave sono famosi per un motivo in particolare: il senso esoterico che invocano. Motivo che si sposa alla perfezione con lo spirito di Peaky Blinders, una serie che fin dai primi momenti mette in chiaro il rapporto dei suoi protagonisti con la spiritualità, più che con la religione in sé e, soprattutto, con il fato, per via dell’appartenenza della famiglia Shelby a una dinastia gipsy. Red Right Hand, infatti, sembra rivolgersi proprio a Thomas Shelby, il protagonista di Peaky Blinders. Il brano di Nick Cave racconta di un uomo misterioso, sicuramente di origine ultraterrena, un uomo in grado di risolvere qualunque necessità umana, qualunque problema; il brano recita:
You don’t have no money?
He’ll get you some
You don’t have no car?
He’ll get you one
You don’t have no self-respect
You feel like an insect
Well don’t you worry buddy
‘Cause here he comes
Queste caratteristiche attribuite al protagonista del brano di Nick Cave, considerando anche la sua tendenza a rivolgersi alla sfera religiosa in generale, fa venire in mente un riferimento ambiguo, di doppia lettura: l’uomo in questione, caratterizzato fisicamente da una “mano destra rossa”, potrebbe essere Satana, il diavolo tentatore sempre pronto a corrompere lo spirito degli uomini e delle donne che abitano il mondo reale; la seconda lettura, tuttavia, riconduce all’estremo opposto; l’altra teoria che parrebbe spiegare il brano del cantautore australiano, proviene dalla tradizione poetica britannica, e più in particolare dal poeta John Milton e dalla sua opera Paradise Lost, in cui Dio, raccontato come una figura benevola ma ferma e pronta a punire i peccatori severamente, agirebbe nei confronti di questi proprio con la sua “mano rossa destra”, la stessa citata nel brano di punta della colonna sonora di Peaky Blinders.
Il cantautore australiano, nella sua discografia, cita a più riprese John Milton, il cui poema definisce la mano rossa come un vero e proprio strumento di penitenza, nei confronti dei peccatori tentati dal diavolo. L’uomo del brano di Cave potrebbe essere dunque entrambe le cose: il Diavolo tentatore, pronto a comprare l’animo umano in cambio di favori, ma anche lo stesso Dio, intento a punire lo stesso peccatore con la sua simbolica mano rossa. Thomas Shelby, in tutto ciò, risponde perfettamente a tale identikit, per via del suo carattere complesso e controverso: il protagonista di Peaky Blinders costruisce un impero partendo dai bassifondi di Birmingham, spingendosi oltre i propri limiti di stagione in stagione e, soprattutto, senza mai guardare in faccia nessuno, nemmeno la sua stessa famiglia. In realtà, l’uomo nero dalla mano rossa potrebbe essere sia l’alter ego di Thomas Shelby, che il suo stesso “punitore”, ossia l’anima oscura della serie che tormenta il protagonista, corrompendolo e promettendogli il potere, elemento che lo stesso personaggio insegue costantemente, obbligandolo però a rinunciare agli affetti di cui si circonda, a partire dalla sua famiglia, che lo stesso Thomas tradisce a più riprese, fino ad arrivare ai suoi affetti più cari. Che Thomas Shelby sia un uomo tormentato è sempre stato evidente, fin dai primi momenti di Peaky Blinders, ma il percorso che questi affronta durante la serie, visto analizzando il testo di Nick Cave, risulta ancora più significativo. Tuttavia, l’uomo descritto nel brano indossa un lungo manto nero, elemento che fa pensare che questi possa essere proprio il capo dei Peaky Blinders, destinato, per via di una maledizione, a vagare per i sobborghi di Birmingham a bordo del suo cavallo, seminando discordia nella vita di tutti, a partire dai suoi cari.
I rintocchi di Birmingham
La sigla di Peaky Blinders, a differenza di molte altre, non si ritaglia un momento per sé, bensì entra a gamba tesa nella narrazione, con il suo fatidico rintocco che introduce il brano, seguendo le prime immagini di ogni episodio e intavolando un ritmo sempre più incalzante che culmina con la fatidica “Red Right Hand”, violentemente “urlata in faccia” allo spettatore. Peaky Blinders, tuttavia, non rinuncia a mostrare la città di Birmingham nella più classica delle sigle ripetute, preferendo mostrarne un lato, un angolo differente ad ogni episodio, alternandosi con differenti location quando opportuno (a seconda dell’ambientazione della puntata), ma dando così un senso di maggiore continuità all’intento di mostrare la città allo spettatore. Birmingham, come accade in tante serie, è un vero e proprio personaggio aggiunto al cast di Peaky Blinders: è una giungla di cemento, un inferno terrestre in cui si muovono i più spietati demoni umani. Il brano di Cave calza a pennello le tonalità della Birmingham narrata da Steven Knight; questi parla di una città cupa, caratterizzata da un’atmosfera sinistra, un posto in cui i segreti giacciono tra i fuochi di confine (“where secrets lie in the border fires”), in riferimento alle fiamme e alle nubi che ricoprono le strade tra le fabbriche della città inglese. Il brano mette in guardia lo spettatore e chiunque voglia avvicinarsi a quei luoghi, definiti come un vero e proprio ghetto: una volta dentro, non si può più tornare indietro.
Red Right Hand è il brano perfetto per raccontare le tonalità di Peaky Blinders, ed è perfetto per creare una connessione immediata tra i due grandi protagonisti della serie ideata da Steven Knight: Thomas Shelby e la città di Birmingham. La banda capeggiata dagli Shelby diventa, nel giro di pochi episodi, padre e padrone della città, diffondendo nelle sue strade una sorta di maledizione dovuta, probabilmente, alle origini gitane della famiglia; gli Shelby sono maledetti, e in particolare lo è Thomas che, come suggerisce il testo di Nick Cave, sembrerebbe aver fatto un patto con il diavolo, un patto che non solo lo obbliga a vagare perpetuamente presso le cupe strade di Birmingham, ma gli fa assumere le sembianze dello stesso Satana che, come lui, è un abile seduttore da cui stare alla larga. Il brano di Cave è un vero e proprio cult dell’autore, e le note particolari, accompagnate dalla sua voce forte e unica, lo rendono il perfetto tema di una delle serie più intriganti, seducenti e misteriose degli ultimi anni.