Le donne sbagliate,
di scelte impossibili e abitudini insolite.
Quanto è semplice accorgersi del cambiamento del mondo quando a guidarlo sono queste donne. Delle donne tradizionalmente sbagliate, lontane da canoni privi di qualsiasi libertà. Il loro è un dominio costruito con il tempo, con dedizione e con la volontà di vedersi riflesse nella realtà della loro epoca. Le donne di Peaky Blinders sono la storia parallela e fondamentale del successo della trama.
E in effetti non poteva essere altrimenti: la rivoluzione inizia dalle minoranze e dall’insolito. La rivolta femminile in Peaky Blinders non fa eccezione, o meglio, sono loro l’eccezione che dà vita a una magnifica realtà. Un contesto che somiglia in maniera quasi sorprendente a quello che ipotizzava Virginia Woolf:
[…] a woman must have money and a room of her own if she is to write a fiction.
Loro la storia l’hanno scritta parola per parola, senza tralasciare nulla, neanche le loro debolezze. Non avrebbe avuto senso tenere nascosto il buio se nel buio hanno sempre vissuto. Il segreto è sempre stato quello di accettare la realtà e muoversi lentamente dietro le quinte per cambiare lo spettacolo improvvisamente.
Hanno guadagnato denaro e fiducia negli anni, costruendosi quella stanza che gli ha permesso di continuare a scrivere la loro magnifica e straordinaria storia. Nonostante le loro innumerevoli differenze, si ritrovano a combattere dalla stessa parte, con le stesse armi.
Sono l’esito innegabile del loro passato, delle loro paure e delle scelte di qualcun altro. Peaky Blinders è la scena perfetta per recitare questa parte, una bellissima rappresentazione di un mondo sbagliato, quasi come loro, di un’epoca che ha evidentemente troppo in ballo. Eppure c’è un equilibrio perfetto tra trama e racconto, i personaggi hanno trovato tutti il giusto autore che ormai narra le loro storie in maniera quasi cieca.
C’è una costante nel viaggio di ogni personaggio femminile, la rivalsa. Nei confronti di un uomo o della società. Sono diffidenti per lungo tempo, fino al momento in cui riconoscono la fiducia nei pensieri e nelle azioni di chi è in piedi di fronte a loro. È quello che si è creato tra le donne Shelby, appartenenti a una famiglia che ha fama e potere anche grazie alla loro rivoluzione.
Non può andare diversamente, una volta iniziata la battaglia ci si può solo adeguare. Thomas ne è consapevole; nonostante l’unico destinatario della sua devozione sia se stesso, conosce l’importanza di questa rivoluzione. Parallelamente al suo viaggio di conquista, Lizzie, Polly, Linda e Esme intraprendono quello che sarà il percorso della libertà e dell’indipendenza. La camminata simbolo della vittoria sul passato e su quello che verrà.
Allo stesso modo non si può dimenticare il contributo di Ada Shelby all’economia della nuova società. Da sempre ribelle alla ribellione, lontana dalla famiglia Shelby sebbene sia all’inizio vittima del loro potere e dei loro ideali. Non riesce mai a trovare la giusta distanza dalla famiglia a cui appartiene, ma contemporaneamente ne diventa un soldato fondamentale.
Come d’altronde tutte le donne con cui Thomas Shelby viene a contatto. Grace, il grande amore, ma anche May e Jesse Eden. Colpevoli di avere un effetto sostanziale su di lui, contribuendo alla grande opera di cambiamento della società già insita in quegli anni.
Difficile riconoscere un leader in questo vero e proprio movimento femminista. Forse Ada con il suo coraggio e la sua devozione alla causa, o Polly che tiene unita la famiglia manifestando sempre se stessa in tutto. In maniera straordinaria espone le sue debolezze e le sue perdite, sottolineando la sua umanità fragile ma combattiva. Eppure questa leadership sembra essere distribuita tra tutte, ne tocca un po’ anche a chi in apparenza sembrava devota solo a Dio e a chi è sempre stata schiacciata dal suo status.
Quello di Peaky Blinders è un tempo di rivolte e di rivoluzioni, in cui anche la più piccola parte di un sistema diventa fondamentale per un perfetto equilibrio dinamico. Da sempre considerate di secondo piano, le minoranze emergono e cambiano le carte in tavola rimanendo comunque fedeli a se stesse.