Tutto sommato le euristiche sono inevitabili. In qualche modo bisogna provare a capirlo il mondo, a renderlo più semplice o quantomeno a dare un senso all’inevitabile. Ci proviamo tutti, ma Michael Stone ci ha provato di più e più intensamente. Ha categorizzato ciò che di natura è inclassificabile dando un ordine a quello che prima poteva essere identificato solo come caos comportamentale.
Lo psichiatra forense non ha fatto altro che classificare le azioni devianti in vari gruppi e sottogruppi, così da riuscire a creare una scala della malvagità.
Abbiamo già adottato questo strumento per provare a decifrare serie tv come Lost, Vikings, Breaking Bad e molte altre. Non potevamo non proseguire con Peaky Blinders.
In Peaky Blinders l’omicidio sembra essere uno dei tanti e dettagliati temi di sfondo, ma non ha mai un’unica motivazione. Se dovessimo provare ad utilizzare la scala della malvagità in questa serie, il risultato sarebbe più o meno questo…
1. Polly Gray
Livello 12
‘Persone che uccidono quando si sentono con le spalle al muro.’
Non si era mai sentita così minacciata prima. Aveva subito il trauma più grande e intenso che una madre può subire, le avevano tolto tutto ciò che per lei era importante. Dopo aver perso i suoi figli, l’unica cosa che poteva farle avere di nuovo paura del mondo e di chi lo abita sarebbe stata la giustizia. Così è stato, anche se si tratta di una giustizia fallace, troppo avvezza alla corruzione e al degrado. Ma forse solo così le avrebbe potuto far paura.
Quando uccide l’ispettore Campbell non sta salvando nessuno direttamente, se non lei. Si sta prendendo la sua vendetta, per tutto ciò che era e che non può più essere, per quello che le è stato tolto. Eppure non protegge solo lei, mette un’ipoteca sugli affari dei Peaky Blinders e rinasce nella morte del suo aguzzino. Smette di sentirsi con le spalle al muro, non poteva finire altrimenti se non con la fierezza di una donna che ormai ha raggiunto il suo personalissimo equilibrio.