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The Serial Traveller: la mia cronaca del matrimonio di Thomas Shelby

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Dopo aver visitato Westeros e la Parigi del IX secolo continuano le avventure del mio Interrail spazio-temporale con un importante salto avanti nel tempo. Per questo terzo episodio ci catapultiamo nell’Inghilterra del XX secolo per partecipare al matrimonio dell’anno: quello tra Thomas Shelby e Grace Burgess in Peaky Blinders.

“Noooo questa non ci voleva!” Questa è stata la mia reazione quando mi è giunta a casa la lettera di invito alle nozze di Thomas Shelby. “La partecipazione”, come diremmo dalle mie parti. Sì, perché il primo pensiero non può non andare all’enorme spesa che questo comporterà. Spesa che include un vestito adatto da comprare, dato che il mio guardaroba non include frange a tema Charleston. Viaggio, pernottamento, ma soprattutto LA BUSTA. Quanto si mette nella busta regalo per un tipo del genere? Mamma mia tutto questo è peggio di un matrimonio a Canosa di Puglia in pieno agosto.

Dissanguamento finanziario gratuito solo per scrivere un pezzo su quanto Tommy Shelby abbia messo la testa a posto ora che sta per sposare la sua forevah cotta. Comunque mi faccio subito forza. Metto i guanti, faccio una scorta di pane e olio per sopravvivere a una settimana di Fish and Chips e parto per un viaggio in Peaky Blinders.

Peaky Blinders

Birmingham, anno 1922. In città c’è una puzza di fogna mista a carbone bruciato tanto pesante da farmi riconsiderare i bagni delle peggiori stazioni ferroviarie. Ma i Peaky Blinders hanno fatto i big money e quindi il matrimonio si farà in campagna.

Comunque vado in chiesa e la seccatura data dall’essere al matrimonio più costoso del decennio passa subito grazie a un’intuizione che raggiunge il mio naso in un secondo. Questo matrimonio puzza di drama. Lo sento. Lo capisco fin da quando vedo i Peaky Blinders agitarsi alla vista della cavalleria dal lato della sposa. Partono le prime frecciatine e mi sale la tensione. La stessa poi mi scende quando vedo la Grace entrare in chiesa con un abito lilla. Se chiudo gli occhi posso sentire il grido di dolore di Enzo Miccio attraversare il tempo e lo spazio come Matthew McCounaghey in Interstellar.

La celebrazione comunque si conclude manco fosse una finale di Champions League. Con i Peaky Blinders che sembrano una tifoseria in esultanza in curva e il lato della sposa che a momenti chiama le pompe funebri. Già mi immagino i pranzi di Natale in famiglia. Come se non bastasse, tutto a un tratto rivaluto gli interminabili momenti ‘selfie col bastone’ della mia di famiglia quando vedo quanti sforzi siano necessari qui per scattare una foto ricordo.

Bambini che corrono, fratelli dello sposo che vincono il premio “invasato dell’anno”, Grace pare la sposa cadavere e Tommy Shelby invece Johnny Stecchino con una sigaretta al posto dello stecchino. Non mi stupirei se dicesse a un certo punto che il problema di Birmingham sono i troppi pedoni per strada. Secondo me, invece, lo sono le cugine che si menano per accaparrarsi il bouquet. Hanno cercato di convincere anche me a concorrere per prenderlo ma ho risposto come farebbe Martellone nel suo nuovo spettacolo.

Insomma, avete capito.

Peaky Blinders

Finalmente arriviamo alla tenuta di Thomas Shelby e ha inizio la festa. Finalmente, per lo meno ora si beve.

Ma capisco subito che mentre io cerco il vino gli invitati di questa festa hanno idee decisamente più selvagge delle mie. Mi si avvicina una tizia in cerca di una certa “Tokyo”. Non capisco. Poi dice “snow” e mi inizia a salire il dubbio. Poi capisco e d’un tratto mi chiedo se non abbia sbagliato traghetto, perché più che nelle campagne inglesi mi sembra di essere negli uffici di Wall Street insieme a Leonardo DiCaprio.

Non faccio in tempo a esprimere il mio disappunto che la mia attenzione è catturata da una scarica di imprecazioni in arrivo dalle cucine. Il nonno di Gordon Ramsey che insulta il commis chef? No. Lo sposo che rimette in riga tutta la brigata familiare. Sembra mia madre che mi fa scuola prima del pranzo di Natale per convincermi a non intavolare discorsi politici con zio Tonino e zia Filomena. Tommy ricorda ai fratelli che questa non è una spedizione chissà dove, quindi la benzina deve restare nei serbatoi delle auto nel parcheggio, e via tutti a tavola per le 78 portate in arrivo.

Peaky Blinders

Posso sentire nell’aria e nei corridoi che l’odore di drama diventa sempre più forte. Non vedo l’ora che arrivi il discorso del testimone dello sposo. Lui sì che mi sembra un’attrazione interessante, tipo Marissa Cooper ai party di Newport Beach.

La mia intuizione infatti si rivela subito corretta. Vedo un intreccio promettente tra lui e una sorta di Yoko Ono bionda che già mi fa sorridere. Mi verso dello champagne in un bicchiere e assisto a uno dei migliori discorsi da matrimonio dai tempi di Ivano e Jessica in Viaggi di Nozze. Da questo momento in poi non si inizia a capire praticamente più niente.

Sposo e testimone si rincorrono tra loro in giardino. La zia dello sposo flirta con uomini random nei corridoi. C’è un certo Johnny Dog che porta in giro un cavallo e parla come se avesse uno straccio in bocca. Se non altro compensano la noia mortale che ispirano i parenti impomatati della sposa. E pensare che gli irlandesi avevano ben altra fama dalle mie parti.

Fatto sta che il testosterone di questa festa viene fuori in tutta la sua potenza con corse di cavalli e match in cui invitati a caso se le suonano di santa ragione. La sposa secondo me non ha fatto in tempo a dire “sì lo voglio” che sta già pensando a come scappare in Messico. Se non fosse che la sindrome della crocerossina da cui è chiaramente affetta si abbina a un marito con cui anch’io farei 25 figli.

Insomma, questi Peaky Blinders fanno feste che sembrano essere a tema “drama crescente”. Sembra davvero di essere a Orange County nei primi anni del 2000.

Mi prendo una pausa dalla tensione facendomi una chiacchierata con Ada, la sorella dello sposo. Lei mi sembra una sveglia, solo che dopo la butta un po’ troppo sul politico. Invento una scusa per andarmene prima che le mie tendenze vengano ribaltate solo per non rischiare di finire a uscire con lei il sabato sera.

Ma per fortuna il tenore delle feste dei Peaky Blinders viene in mio soccorso. Si sente uno sparo provenire dal seminterrato e colgo la palla al balzo per sganciarmi dalla conversazione. Ada mi ha tenuta bloccata così a lungo che nel frangente si è fatta una certa ora. Tutti gli invitati maschi sono fuori a fare le olimpiadi suburbane delle risse da pub inglese. I peggiori bar di Caracas possono accompagnare solo. Le donne hanno finito tutto il vino e lo champagne disponibili. E anche gli uomini accettabili a cui si poteva fare un pensierino.

Non c’è torta, no pasticcini, né bomboniera. E tra un casino e l’altro mi rendo conto che anche il pranzo di per sé stato abbastanza scarso. Piatti in condivisione e nessuna portata di pesce. Alquanto poraccio per il matrimonio di un ricco “imprenditore”.

Lo sapevo che doveva accettare il consiglio della prozia transilvana e partecipare al Mio Grosso Grasso Matrimonio Gipsy, se non altro ci si sarebbe impegnati di più sulla questione cibo. Che, diciamolo, è l’unica che conta in un matrimonio.

Io segno tutto e tengo a mente. Siamo ormai alla fine della festa, è tardi, il vino è finito e io ho talmente fame che devo prendere un taxi per andarmi a cercare un kebabbaro. Non mi resta che una cosa da fare per compensare una tale cerchia di seccature: togliere 50 sterline dalla busta e dare a Zia Polly, responsabile dei regali, quanto resta. Come si fa con gli sposi hanno avuto il braccino corto sul pranzo.

Salgo dunque in macchina con un carico di fame e rancore e penso che la devo smettere di partecipare a matrimoni disfunzionali. Prima le Nozze Rosse (che avevo raccontato qui), poi un grottesco party a tema Russia e Gipsy in festa. Il prossimo matrimonio cui mi invitano spero lo festeggino a Los Pollos Hermanos, mi dicono che fanno del pollo fritto da paura e che il proprietario sia un maniaco dell’ordine.

Speriamo bene!

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