Attenzione possibili spoiler su serie tv britanniche: Black Mirror e After Life.
La produzione di serie tv britanniche garantisce una certa qualità e originalità. Gli inglesi hanno dato prova di essere efficaci nel raccontare loro stessi, la loro storia e le loro tradizioni: è il caso di Merlin che racconta quello che è il più classico dei racconti anglosassoni, il ciclo di Re Artù, in una serie appassionante e dall’indubbia atmosfera. O anche di The Last Kingdom, serie a sfondo storico sui sette regni britannici e il loro incontro con i vichinghi, sulla scia del fascino che re Ragnar aveva già avuto su un nutrito stuolo di fan in Vikings. E ancora, nelle serie tv britanniche si raccontano gli inglesi attraverso una delle cose che li ha resi celebri anche al di là dei loro confini: il senso dell’umorismo. Un po’ cinico, un po’ tagliente, decisamente divertente, le serie tv che hanno sfruttato questa caratteristica, vengono spesso ricordate con un certo entusiasmo: è il caso di IT Crowd, sitcom che ci offre il particolarissimo panorama degli scantinati londinesi o Crashing e il suo canone d’affitto ridotto, offerto a chiunque sia capace di stare alle rigide regole dell’ospedale abbandonato di cui si diventa custodi.
Originali, divertenti, storiche, qualche volta immerse in un’atmosfera un po’ fumosa, spesso caratterizzate da moltissima umidità, le serie tv britanniche sono fra le più amate, ma quali sono le migliori attualmente disponibili su Netflix?
7 After Life
Ricky Gervais è spesso sinonimo di politically incorrect. L’umorismo nero, le frecciatine, il sarcasmo, le battute taglienti dette ad alta voce senza preoccuparsi di offendere qualcuno. La migliore idea che potesse avere era sfruttare questo senso dell’umorismo e farcene una serie. After Life racconta la vita di un neo vedovo, che sceglie di scappare dalla depressione smettendo di preoccuparsi delle conseguenze. La vita è troppo breve per non dire quello che si pensa e così Tony decide di togliere qualsiasi filtro e sovrastruttura, nella speranza di dare voce al proprio dolore. La cosa in un certo senso gli si ritorcerà contro perché a quel punto chiunque cercherà di tirare fuori il meglio da lui, standogli vicino e preoccupandosi per il suo vissuto. After Life, viene da sé, è tanto spassosa quanto profonda. La sensazione che lascia è quella di autenticità, di comprensione, di umanità, di vicinanza, il che rende Ricky Gervais ancora più sottile e acuto di quanto già non ci si aspettasse. La sua comicità feroce che nasconde riflessioni sensibili e profonde, è stata sicuramente capita da Netflix che ha disponibili in catalogo tutte e tre le stagioni che compongono la serie.
6 Taboo
Ambientata in una Londra vittoriana sporca e pericolosa, Taboo nasce da uno dei più famosi autori di serie tv britanniche Steven Knight. La storia racconta il metaforico braccio di ferro fra l’istituzione della Compagnia delle Indie Orientali e l’avventuriero dal passato controverso James Delaney. Quest’ultimo ha ereditato dal padre dei terreni presso la baia di Nootka, a due passi dal Canada, luogo di grande interesse commerciale per la Compagnia delle Indie, che quindi cercherà in ogni modo di espropriare Delaney della sua eredità. La storia ha una magnifica ambientazione, un tocco thriller quasi sovrannaturale e dei colpi di scena notevoli, ma al momento rimane ancora incompiuta. Il finale della prima stagione rimane aperto e per impegni del cast e degli sceneggiatori, sono ormai diversi anni che i fan restano in attesa di sapere chi la spunterà in questa sorta di Davide contro Golia. Aggiunta in tempi recentissimi al catalogo Netflix, questa serie tv britannica ha scalato velocemente la classifica dei contenuti più visti. Speriamo che questo sia da incentivo e che si riapra al più presto la produzione.
5 Skins
Skins si riferisce alle cartine sottili con le quali farsi le sigarette. L’atmosfera della serie è effettivamente fumosa, densa, ti si appiccica addosso come l’aria di certi locali underground. Skins è stata per certi versi quasi avanguardista nel lontano 2007, nel suo racconto poco romantico e per niente edulcorato degli adolescenti. Una specie di Euphoria ante litteram, racconta temi controversi: dall’abuso di droghe alle malattie mentali, passando per disturbi alimentari, sessualità e autismo. Skins racconta il mondo dei giovanissimi liceali di Bristol e per dare ancora di più il senso di autenticità a ciò che viene raccontato, lo fa attraverso attori esordienti e poco più che ventenni. Inoltre quando i protagonisti della stagione finiscono il liceo, il cast viene completamente rinnovato, raccontando le caratteristiche di una nuova generazione. Ogni due anni avremo la possibilità di affezionarci a personaggi differenti, ma soprattutto di farci un’idea chiara del disagio giovanile e di come avvengano le evoluzioni della società nel tempo. Netflix ha raccolto tutte e sette le stagioni sulla sua piattaforma e guardarle getterà una nuova luce su tutte le serie adolescenziali che abbiamo visto fin ora.
4 Black Mirror
Fra tutte le serie tv britanniche, Black Mirror è una di quelle più impattanti. La serie si propone come antologica, ma c’è un leitmotiv di fondo: l’invadenza della tecnologia. Ogni episodio è capace di raccontare quanto il continuo progresso tecnologico risulti corrosivo per l’animo umano, che al contrario lo scambia quasi per una forma di lusso. Gli episodi mostrano la sconcertante società che vive lasciandosi sopraffare, inconsapevolmente, ogni giorno di più: dai social per esempio, nell’iconico episodio in cui Bryce Dallas Howard vive in un mondo in cui chiunque può votare la vita degli altri, permettendogli o negandogli dei privilegi di conseguenza. Da un’evoluzione tecnologica tale da permettere di non affrontare il dolore, dando la possibilità di ricevere a casa una copia fedele (ma non uguale) di una persona cara deceduta di recente, o ancora dando la possibilità di sparire letteralmente dalla vita di qualcuno, che potrà solo subire inerme questa crudele forma di ghosting. Una manciata di puntate che sembrano perfette per il binge watching, ma sulle quali dovrete ben presto ricredervi, perché il più delle volte avranno l’effetto di un pugno alla bocca dello stomaco. Da vedere, soprattutto alla luce del fatto che il futuro raccontato non sembra poi così lontano né improbabile.
3 Sex Education
Al contrario di Skins, il registro usato per raccontare gli adolescenti inglesi in Sex Education è molto più leggero, ma va detto che i temi trattati non lo sono. Ancora una volta la libertà sessuale e d’espressione, la diversità, l’inclusione sono al centro di una narrazione fresca e divertente che però non perde di plausibilità e profondità. Il racconto corale degli studenti del liceo Moordale equivale a una boccata di aria fresca e infatti con Sex Education si ride spesso. Si ride soprattutto nello scoprire che quello che segretamente ci imbarazza, può essere sdoganato con una buona dose di auto ironia. Si ride perché non c’è spazio per l’odio, nessuno è sbagliato, nessuno può venire giudicato, nemmeno la più eccentrica delle personalità. Sex Education ci insegna ad ascoltarci, considerando le nostre esigenze e i nostri tempi, ma sottolinea anche l’importanza di difendere il diritto di essere ascoltati. Netflix raccoglie tutte e tre le stagioni attualmente disponibili e ne promette una quarta quanto prima, nell’attesa della quale possiamo solo riflettere su quanta strada sia stata fatta, negli ultimi anni, a proposito della rappresentazione dell’adolescenza sul piccolo schermo.
2 The Crown
Un cast che può vantare alcuni dei nomi più famosi fra gli attori inglesi, The Crown ci permette di dare una sbirciatina dietro alle blindatissime porte di Buckingham Palace. La famiglia reale inglese è sempre stata un fulcro di curiosità e attenzioni anche per chi suddito non è, e questa serie ripropone una ricostruzione storica piuttosto accurata di quelli che sono i principali avvenimenti che hanno segnato la famiglia. Racconta con un taglio biografico sui generis la lunghissima storia della regina Elisabetta II dal 1947 ai giorni nostri e fra i nomi che si susseguono nella sua interpretazione, rimane particolarmente apprezzata quella di Olivia Colman. La serie è stata acclamata da subito e si è portata a casa un’infinità di riconoscimenti. Se siete amanti delle serie tv britanniche nessuna saprà raccontare la storia degli inglesi come The Crown, forte del fatto che solo la realtà può concedersi dei lussi che alla fantasia vengono preclusi.
1 Peaky Blinders
Se amate le serie tv britanniche il primo posto di questa classifica non può di certo stupirvi. La serie vede di nuovo l’Inghilterra come un luogo cattivo, sporco e pericoloso e questa volta ci si ritrova intrappolati proprio nel suo lato più cupo. I fratelli Shelby impareranno a sopravvivere per le strade di Birmingham, grazie soprattutto all’ingegno del secondogenito, Thomas, che può vantare un certo fiuto per gli affari, se così si possono definire. Ma Peaky Blinders non è solo una serie fatta benissimo, ma si è delineata negli anni come un vero e proprio fenomeno di costume. La serie non viene ricordata solo per gli intricati piani di Tommy, ma anche per il whisky, i tagli di capelli, i cappelli, i completi eleganti, l’accento inconfondibile, la colonna sonora memorabile e per quell’irrefrenabile voglia di accendersi una sigaretta anche in chi non ha mai fumato in tutta la vita. La sesta e ultima stagione andrà in onda su Netflix a giugno (in Italia) e vedrà la conclusione del percorso già molto tormentato della famiglia Shelby, mentre sullo sfondo scorrono alcuni dei più importanti avvenimenti storici e sociali che hanno caratterizzato la storia dell’Inghilterra del primo dopoguerra, dagli attentati dell’IRA, all’ascesa del partito fascista. Imperdibile.