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Vanessa Ives è un’icona moderna: una lettura in chiave cristiana

Vanessa Ives
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Attenzione: evitate la lettura se non volete imbattervi in spoiler su Penny Dreadful e Vanessa Ives

Uno dei personaggi più riusciti e iconici della storia recente delle serie tv è sicuramente quello di Vanessa Ives, la protagonista di Penny Dreadful interpretata da una sontuosa Eva Green. Intorno alla potentissima medium, che piano piano si rivela essere l’incarnazione della dea egizia Amunet e, più in generale, l’oggetto del desiderio del demonio stesso, si costruisce gran parte della storia che anima le tre stagioni della densissima serie tv presente sul catalogo italiano di Paramount+. Il personaggio di Vanessa Ives è estremamente complesso e cela, al suo interno, diversi livelli di lettura, come d’altro canto la serie stessa, che fanno riferimento anche a differenti passaggi del mito, della religione e della letteratura.

Tra le chiavi interpretative cui si può ricorrere per decodificare il personaggio interpretato da Eva Green ce n’è una che riporta, in particolare, alla tradizione cristiana, largamente presente in Penny Dreadful, e al martirio. In Vanessa, infatti, possiamo vedere una sorta di Santa dell’età contemporanea, una martire moderna che col suo sacrificio e col trionfo della fede riesce a salvare l’umanità intera. A questa lettura se ne sovrappongono poi altre che caratterizzano più in generale la serie tv, tra cui l’ampio contrasto tra modernità e tradizione che genera ombre e degenerazione. Da qui, dunque, possiamo trarre la dimensione di Vanessa Ives come martire moderna, forgiata nel male e nel peccato, ma forte della sua fede e soprattutto capace di attingere, proprio da quelle tenebre, la forza necessaria per consacrarsi a Dio e compiere, in suo nome, il proprio sacrificio. Una martire che, in nome della modernità in cui vive, deve anche sperimentare in prima persona le tenebre.

La doppia dimensione di Vanessa Ives

La protagonista di Penny Dreadful è caratterizzata, infatti, da una duplice dimensione, che emerge sin dalle prime puntate della serie. Inizialmente Vanessa Ives viene presentata come una formidabile medium, capace di transitare tra due mondi, quello della vita e della morte, esplorando quella dimensione di mezzo che condensa questa duplice realtà. Già da qui vediamo la scissione della personalità di Vanessa, la cui aura riesce a essere terrena e sovrannaturale allo stesso tempo. Andando avanti, però, la caratterizzazione del personaggio col volto di Eva Green si arricchisce ancora di più e scopriamo che Vanessa Ives è letteralmente una divinità incarnata: Amonet, la controparte femminile del dio Amon. Nella religione egizia, le due divinità venivano venerate insieme e nello specifico Amonet rappresentava il Caos primigenio da cui sarebbe originato il mondo, e trovava il suo compimento proprio nell’unione con Amon.

Traslando questa caratterizzazione alla tradizione cristiana, Vanessa Ives diventa la sposa di Lucifero, l’oggetto del desiderio del demonio per completare la sua esistenza. In quanto angelo caduto, il diavolo è mancante di qualcosa, ovvero la sua dimensione celeste, l’infinito di cui partecipava in Dio e che ha perso ribellandosi. Penny Dreadful pone come condizione di completezza del demonio la stessa Vanessa Ives, la sua sposa promessa, bagnata dalla fede e quindi partecipe anche di quella dimensione celestiale che il diavolo ha perduto e con cui finalmente sarebbe completo. Per tutte le tre stagioni della serie, vediamo quindi l’oscuro signore, sotto forma di Lucifero o di Dracula, reclamare la propria amata, per poter finalmente instaurare il proprio regno delle tenebre sulla Terra.

In Vanessa Ives, dunque, convivono queste due diverse anime. Quella mortale, consacrata al Signore e alla fede, e quella invece immortale, promessa al demonio e al peccato. La vita della donna è segnata dalla lotta continua tra queste due entità, un conflitto che ha visto emergere di volta in volta l’una o l’altra parte, dilaniando la psiche e l’animo della stessa Vanessa. La continua battaglia tra bene e male, che regola di fatto tutta la storia della cristianità, si combatte all’interno della stessa Vanessa Ives, partecipe di entrambe le forze.

Vanessa Ives
La splendida Eva Green in Penny Dreadful (640×360)

La fede di Vanessa Ives

Quando parliamo della complessità del personaggio di Vanessa Ives facciamo riferimento anche a questa duplice dimensione della sua anima e della sua esistenza. Nonostante sia continuamente il catalizzatore delle forze oscure, la sposa desiderata da Lucifero e da Dracula, Vanessa rimane, sempre, anche l’arma di Dio per combattere quell’oscurità che cercava continuamente di attrarla. Durante le tre stagioni di Penny Dreadful vediamo tantissimi rimandi alla pratica cristiana della donna, mal al di là delle dimostrazioni esterne, la fede di Vanessa Ives è proprio una condizione di esistenza, tant’è che anche quando se ne libera, almeno all’apparenza, questa continua ad ardere viva in lei.

Vanessa Ives può essere ricondotta tranquillamente alla tradizione dei martiri cristiani a causa della lotta che ha sempre dovuto sostenere con le forze oscure. È, però, una martire moderna, perché la minaccia per lei non viene da fuori, dai pagani, ma è interna alla stessa Vanessa, rappresentata dalle forze oscure che la raggiungono proprio a causa della sua peculiare condizione. Vanessa accoglie in pieno, in questo senso, la modernità, l’età dell’introspezione, che in Penny Dreadful è principalmente degenerazione, ossessione e buio, ma conserva, comunque, anche la sua fede, più riconducibile a un ambito tradizionale. La modernità del martirio di Vanessa Ives sta proprio in questa convivenza interna sia del male che della salvezza.

Sia la fede che il peccato, infatti, in Vanessa Ives non sono delle scelte, ma delle condizioni d’esistenza. Questo è un altro tratto che accomuna la protagonista della serie horror di Showtime ai martiri della cristianità: la ricezione della fede. Pensiamo a Giovanna D’Arco, raggiunte dalle voci celestiali, o a Santa Barbara, che ha saputo accogliere la fede nonostante l’istruzione pagana. Per loro, come per Vanessa, la fede è un dono diretto di Dio, cui non si può rinunciare, nemmeno dopo aver sperimentato il trionfo dell’oscurità, che mantenendo il richiamo ai martiri, corrisponde a forze esterne come la tortura e la violenza perpetrate dai pagani.

ll sacrificio

Arriviamo, così, al grande martirio di Vanessa Ives. Dopo tre stagioni, davanti alla minaccia più grande, la donna capisce che c’è solo un modo per liberare se stessa e il mondo dal male: il sacrificio. Poco prima, la protagonista di Penny Dreadful aveva sperimentato il trionfo del peccato, si era concessa a Dracula, accogliendo quell’oscurità che da anni la corteggiava. Qui, però, Vanessa non capitola, la sua fede non vacilla, ma resta forte e viene risvegliata dalla fiammella dell’amore, rappresentata da Ethan, non a caso un altro cristiano con cui la donna può consacrare la propria anima nell’amore di Dio.

Il finale di Penny Dreadful è pura poesia e ha un peso simbolico eccezionale. L’unico modo per liberare la Terra dalle creature della notte è rimuovere il catalizzatore dell’oscurità, è il sacrificio di Vanessa. Lei lo comprende e, con l’aiuto di Ethan si toglie la vita, compiendo il proprio martirio in nome di Dio. Prima del gesto, Vanessa purifica la propria anima con la recita del Padre Nostro, simbolo che la fede è ancora dentro di lei, nonostante abbia bruciato la croce, nonostante abbia ceduto a Dracula. Il martirio era l’unica via possibile, perché anche sconfiggendo Dracula un altro demone sarebbe giunto sulla Terra per reclamare la propria sposa e il male non sarebbe mai stato sconfitto.

Il destino di Vanessa Ives è di una potenza concettuale e simbolica impressionante. Questo è solo uno degli innumerevoli aspetti che condensano l’enorme complessità di Penny Dreadful, una serie dai mille risvolti e dalle mille implicazioni, che meriterebbe davvero uno studio approfondito in ogni sua minima parte. Uno dei passaggi più interessanti, però, è proprio questa consacrazione di Vanessa Ives come martire moderna, come oggetto del conflitto tra il bene e il male, come sintesi estrema della fede e del peccato e come trionfo del sacrificio in nome di Dio.