Il disastro di Chernobyl ha segnato per decenni le generazioni a venire e continua ancora oggi a condizionare la percezione comune di disastro nucleare. Nella miniserie HBO Chernobyl, un tema portante è quello delle bugie, della ricerca della verità e dell’identificazione dei responsabili di quella terribile vicenda. Anatolij Djatlov è, ad esempio, considerato da molti uno dei colpevoli di quel disastro e nel prodotto televisivo questa tesi viene sostenuta dallo scienziato Legasov in persona, nei nastri registrati che lascia prima di suicidarsi. L’ingegnere capo della centrale viene infatti mostrato nella serie come un uomo irresponsabile, non conscio dei problemi strutturali della centrale e soprattutto terrorizzato dall’idea che il disastro possa essere attribuito alle sue azioni.
Il vero Anatolij Djatlov nacque nel 1931 a Atamanovo, villaggio ad 80 km a nord-est di Krasnojarsk, in Russia (ai tempi Unione Sovietica). Nel 1959, si laureò in ingegneria presso l’Istituto d’ingegneria fisica di Mosca e dopo la laurea lavorò presso un impianto di costruzione navale, a Komsomol’sk–na–Amure, come installatore di reattori in sottomarini. Nel 1973 si trasferì nella neonata cittadina di Pryp”jat’, in Ucraina, per lavorare alla costruzione della nuova centrale nucleare di Chernobyl. La sua esperienza ultra-decennale con i reattori nucleari della marina sovietica lo rese uno dei dirigenti di più alto livello all’interno della centrale. Una volta entrata in funzione rimase in carica come vicedirettore tecnico, incaricato dei reattori 3 e 4.
Il 26 aprile 1986 Djatlov, in qualità di vicedirettore tecnico della centrale, supervisionò e diresse il test del reattore 4, che portò a quello che rimane il più grave incidente della storia in una centrale nucleare. Nel 1987 venne processato e giudicato colpevole “per cattiva gestione su imprese potenzialmente esplosive”; venne condannato a dieci anni di lavori forzati, ma fu amnistiato nel 1990. In seguito Djatlov scrisse un libro in cui sosteneva che la cattiva progettazione impiantistica, anziché il personale della centrale, fu il principale responsabile dell’incidente. Durante l’incidente, Djatlov assorbì una dose di radiazione pari a 390 rem (3,9 Sv). Morì a Kiev per insufficienza cardiaca nel 1995.
Come accennato, nella serie Anatolij Djatlov (interpretato da Paul Ritter) era a comando del test del reattore 4 nel momento in cui avviene l’esplosione. Gli uomini che erano sotto le sue direttive mostrano la propria preoccupazione in merito all’incidente ma nonostante ciò e il timore che il nocciolo sia effettivamente esploso e abbia causato un incendio provocando conseguenze inimmaginabili, Djatlov li ignora e ordina di pompare acqua nel reattore. Lo stesso Djatlov si affaccia a una finestra della centrale e nota della grafite sul terreno, materiale del nocciolo, intuendo che questo sia effettivamente esploso, ma decide di ignorare la cosa. La gravità di queste azioni è inimmaginabile, soprattutto considerando le conseguenze.
La tristezza della vicenda, ben comunicata dalla serie, è che nessuno ha realmente pagato per tutta la catena di eventi innescata dal tremendo mix di errori umani e difetti di progettazione. Lo stesso Anatolij Djatlov, come detto poco sopra, non scontò quasi per niente la sua già in partenza discutibile condanna, nonostante fosse emerso che, da un punto di vista pratico, fosse uno dei soggetti (se non il soggetto) da biasimare maggiormente per la gestione degli eventi immediatamente successivi all’incidente. Non sempre giustizia viene fatta.