Cinico e autoritario. Egocentrico e narcisista. A tratti rivoltante, ma ha anche dei difetti. Nonostante ciò, è impossibile odiare incondizionatamente Berlino, il personaggio più originale e affascinante de La Casa de Papel. Un uomo dai mille volti, imprevedibile e fondamentale dal primo all’ultimo momento. Un uomo che non passerà mai inosservato, a prescindere dai punti di vista.
Prima di entrare a far parte della banda del Professore e di diventare ufficialmente Berlino, era Andrés de Fonollosa. Un ladro abile, sempre alle prese con la ricerca del colpo perfetto, con un modo di fare affascinante, elegante e a tratti inquietante al tempo stesso. Il professore lo inserisce al comando della rapina. È un esperto rapinatore con un marcato senso dell’onore e possiede una forte personalità che spesso gli consente di mantenere il sangue freddo nelle situazioni difficili. Ventisette rapine: gioiellerie, case d’asta e furgoni derubati.
Alla fine della parte 2, poiché scopre di essere un malato terminale, Berlino decide di sacrificarsi e di farsi uccidere dalle forze speciali, non prima di aver ordinato a Helsinki di far saltare il tunnel di fuga, permettendo così ai compagni di scappare. Riappare in vari flashback dalla parte 3 in poi, nei quali si scopre che il colpo alla Banca di Spagna è stato progettato da lui insieme a Palermo e lasciato in eredità al Professore cinque anni prima del colpo alla Banco de España. Nella parte 5 veniamo inoltre a sapere che aveva un figlio, Rafael, con il quale mise a segno vari colpi, come quello di scambiare oggetti in oro con perfette copie in ottone in un palazzo di Copenaghen, al quale parteciparono anche sua moglie Tatiana, Marsiglia e Bogotà. Berlino è il fratello maggiore del Professore.