Chi l’avrebbe mai detto che lanciare controller e imprecazioni colorite giocando a Call of Duty potesse trasformarsi in un impero digitale? Eppure, Gianmarco “Blur” Tocco ce l’ha fatta, conquistando un posto nella top 5 mondiale degli streamer più seguiti su Twitch. E non stiamo parlando di numeri da poco: oltre 1,2 milioni di follower e la bellezza di 50.000+ abbonati paganti. Mica male per un ragazzo romano partito dalle serie YouTube.
La storia di Blur è irriverente, anticonformista e tremendamente autentica. Tutto è iniziato nel 2013 con StallionsTV, canale YouTube fondato insieme all’amico Cristiano “ZanoXVII” Spadaccini, dove il format “Il King delle Bestemmie” ha fatto storia. Immaginate la scena: Blur, concentratissimo su Call of Duty, che esplode in reazioni epiche quando qualche “camper” decide di nascondersi invece di affrontarlo a viso aperto. Un fenomeno virale che oggi potrebbe far storcere il naso ai più politically correct, ma che ha contribuito a costruire il suo personaggio.
Ma non è stato solo questo. Chi si ricorda il tormentone “GINO” che ha invaso Instagram nel Capodanno 2017/2018? Ecco, anche quella è stata una sua trovata. E poi le “Verità Imbarazzanti”, che hanno scatenato drama memorabili con altri YouTuber come CiccioGamer, tenendo incollati agli schermi migliaia di spettatori.
Il passaggio a Twitch è stato naturale. Sul canale Tumblurr, Blur ha saputo reinventarsi: dai videogiochi alle sessioni di Just Chatting, dove la sua verve romana e le battute taglienti hanno costruito una community fedelissima. Certo, qualche scivolone c’è stato – parliamo di ben quattro ban dalla piattaforma – ma hey, chi non cade non impara a rialzarsi, no?
Il suo successo si inserisce in un momento d’oro per Twitch, che nel 2023 ha visto numeri da capogiro, con creator come Kai Cenat che infrangono record su record. E parlando di record, non possiamo non citare il nostro Marco “Cedduzzo” Puntoriere, che tiene la telecamera accesa da più di mille giorni consecutivi – una maratona che farebbe impallidire Forrest Gump.
Il sistema degli abbonamenti (da 3,99€ al mese) ha trasformato lo streaming in un business serio, con creator che si dividono i proventi con la piattaforma. Un modello che ha attirato molti talenti italiani tra il 2019 e il 2020, creando un vero e proprio ecosistema dell’intrattenimento digitale. E in tal senso, la storia di Blur dimostra come, nell’era dei social, anche le strade più improbabili possano portare al successo. Dal lancio di controller alle vette di Twitch, passando per bestemmie e tormentoni.