Nel cuore del Salento, precisamente a San Michele in provincia di Brindisi, c’è un trentatreenne che ha deciso di rimescolare le carte della sua vita partecipando a MasterChef Italia 14: Claudio Ciraci. Si tratta di un’anima rock in bilico tra tradizione e cambiamento, che si racconta a MasterChef con disarmante sincerità: “Da ragazzino pensavo solo a divertirmi”, ammette con un sorriso, “Il diploma? Un atterraggio di fortuna, sapendo che l’officina di famiglia mi aspettava”.
Si definisce un “fortunato lamentone”, una contraddizione vivente che lui stesso riconosce con autoironia. Emotivo fino al midollo, ipersensibile per sua stessa ammissione, gestisce l’ansia come un vecchio compagno di viaggio: fastidioso ma familiare.
A vent’anni, seguendo il copione familiare, rileva con lo zio l’autorimessa paterna. Oggi è al timone del centro revisioni, un lavoro che descrive con candida franchezza: “La gente viene da noi per obbligo, non per piacere”, riflette, sognando ad occhi aperti un ristorante “dove i clienti pagherebbero per essere felici”.
La metamorfosi di Claudio è sorprendente: il ragazzo gioviale che gestisce il centro revisioni si trasforma in un perfezionista meticoloso quando entra in cucina. Una passione, confessa con disarmante onestà, nata guardando MasterChef e affinata tra i fornelli della nonna, il cui ricordo ancora oggi gli fa tremare la voce.
Otto anni di autodidatta tra pentole e fornelli, conditi con altre passioni – dal punk-rock (è un ex musicista) allo sport, fino alla caccia – hanno forgiato il suo stile culinario: radici pugliesi solide ma con lo sguardo rivolto all’innovazione.
L’iscrizione a MasterChef, orchestrata da sorella e fidanzata, rappresenta per lui “quello scossone” necessario per dare una svolta alla sua vita. La sua cucina, come la sua personalità, è un intreccio di tradizione pugliese e desiderio di sperimentazione, proprio come quel ragazzo che tra un tagliando e l’altro sogna di trasformare la sua passione in una nuova vita.