Don Massimo Sartori

Dove vive: Spoleto
Altezza: 1,81
Interpretato da: Raoul Bova
Curiosità: Ha sostituito l'iconico Don Matteo
Citazioni:

"Per colpa mia è morto un bambino"

Descrizione
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Con il difficile compito di raccogliere l’eredità dell’amatissimo Don Matteo, interpretato per oltre vent’anni da Terence Hill, Don Massimo Sartori (Raoul Bova) ha fatto il suo ingresso nella tredicesima stagione della celebre fiction Rai, portando con sé un’aria di rinnovamento pur mantenendo intatto lo spirito della serie.

Don Massimo è un sacerdote dal passato misterioso e complesso, che si rivela gradualmente nel corso delle puntate. Ex militare delle forze speciali, ha vissuto esperienze traumatiche che lo hanno portato a una profonda crisi esistenziale, culminata nella vocazione sacerdotale. Questa sua storia precedente gli ha lasciato non solo cicatrici emotive ma anche competenze uniche che spesso si rivelano preziose nelle indagini.

A differenza del suo predecessore, che si muoveva in bicicletta per le strade di Spoleto, Don Massimo sfreccia su una motocicletta, simbolo di un approccio più moderno e dinamico al ruolo di parroco-investigatore. Il suo carattere è più tormentato e introspettivo rispetto all’ottimismo quasi candido di Don Matteo, ma non per questo meno empatico o efficace nel suo ministero.

La sua capacità di ascoltare e comprendere le persone deriva non tanto da un’innata saggezza quanto da un percorso personale di sofferenza e redenzione. Questo background gli permette di entrare in sintonia particolare con chi sta attraversando momenti di crisi o si trova ad affrontare scelte difficili.

Fisicamente prestante e dalla presenza carismatica, Don Massimo nasconde sotto la tonaca nera una personalità complessa: è un uomo di profonda fede ma anche di azione, capace di alternare momenti di intensa spiritualità a situazioni che richiedono prontezza e coraggio fisico. Il suo approccio alle indagini è più metodico e analitico, frutto della sua formazione militare, ma non meno efficace nel raggiungere la verità.

Nonostante le iniziali resistenze di alcuni personaggi storici della serie e di parte del pubblico, Don Massimo si è gradualmente guadagnato il suo posto nella comunità di Spoleto, costruendo relazioni autentiche e portando una nuova prospettiva al formato consolidato della serie. La sua presenza ha permesso di esplorare tematiche più contemporanee e complesse, pur mantenendo quel mix di giallo, commedia e messaggi positivi che ha sempre caratterizzato “Don Matteo”.

Il personaggio rappresenta così un’evoluzione più che una rottura con il passato, dimostrando come anche le serie più longeve possano rinnovarsi mantenendo la propria identità.