Un personaggio memorabile che ha scritto una delle pagine più importanti della storia videoludica recente. Geralt di Rivia, animo e cuore di The Witcher, è uno di quei nomi generazioni che segnano l’esperienza di milioni di persone.
Prima coi romanzi, poi col videogame, ora con la serie tv Netflix. Una serie tv, tra le più ambiziose nella storia del network, che si sono poggiate fortemente sull’interpretazione carismatica di un appassionatissimo Henry Cavill, molto legato al personaggio di Geralt di Rivia e protagonista di una prestazione davvero convincente.
Un’interpretazione che ha coinvolto totalmente l’attore, tanto che regalò alcuni anni fa un aneddoto piuttosto divertente a riguardo: “Con capelli, trucco e costume addosso è cambiato anche il mio linguaggio del corpo. Mi muovevo diversamente, parlavo in modo diverso, l’intonazione era cambiata. Persino l’interazione con il mio cane è cambiata! Mi riconosceva ancora al 100%, ma ero io che lo trattavo diversamente“.
Entrare nel personaggio? Lo stai facendo nel modo giusto.
A un certo punto, però, qualcosa è cambiato: Henry Cavill ha lasciato The Witcher (non senza polemiche da parte del fandom, deluso dall’addio) e il testimone è passato a Liam Hemsworth. Compito non difficile, di più: la serie ha sofferto parecchio a partire dalla terza stagione, e l’addio del protagonista è un colpo durissimo. Non manca lo scetticismo da parte del pubblico più esperto, ma tutto lascia intendere che la scelta si stata molto oculata e ci sarà modo di affezionarsi nel tempo anche al nuovo interprete.
Geralt di Rivia è, d’altronde, un personaggio che merita un rispetto estremo da parte di chiunque lo prenda in eredità. Un protagonista magnetico con le stigmate dell’eroe classico, senza macchia e senza paura, dotato tuttavia di un animo moderno che non polarizza mai fino in fondo le prospettive e gli donano sfumature inedite e imprevedibili, capaci di sfaccettare un personaggio che avrebbe rischiato di scadere in stereotipi e luoghi comuni.
Difficile riassumerlo in poche parole, altrettanto difficile se la biografia si amplia ed entra nel dettaglio.
Dotato di poteri eccezionali come tutti i witcher presenti in questo straordinario mondo magico, Geralt di Rivia, uno dei più potenti in assoluto e al servizio dell’umanità con potenzialità che ne fanno un’icona, è segnato da un destino molto particolare. Il fato, infatti, lo connette da vicino a Ciri, una giovane principessa che rappresenta quanto di più distante possa esserci da lui: come si può intuire se si ha una qualche familiarità con la storia del genere, tra i due si instaurerà un rapporto difficile, complesso e conflittuale, cementificato nel tempo da un rapporto sui generis tra un padre e una figlia.
Altrettanto si può dire a proposito di Yennefer, personaggio dotato di un fascino irresistibile: la chimica tra i due è palpabile e il colpo di fulmine è pressoché inevitabile, ma l’evoluzione degli eventi rischierà sempre di non giocare a loro favore, finendo per renderli protagonisti di una storia piuttosto tormentata.
Dotato di una moralità definibile come “neutra” (e non è poco, in un contesto del genere), Geralt ha tutti i crismi del grande personaggio.