A Bagheria, dove il sole siciliano incontra il mare, si aggira un trentenne che ha fatto dell’eleganza il suo manifesto. Gianni Marino, riconoscibile a MasterChef dai suoi impeccabili completi e dal capello sempre in ordine, è un personaggio che sembra uscito da un film di Tornatore, con la peculiare abitudine di parlare di sé in terza persona e dispensare aforismi come confetti a un matrimonio.
Al centro del suo universo brilla una stella particolare: nonna Franceschina, ottantaquattro primavere e una vitalità contagiosa. “Insieme siamo due spiriti liberi”, racconta mentre descrive le loro avventure, come quella volta che decisero di conquistare la Spagna, nonno e nipote in giro per il mondo.
La sua quotidianità è un mosaico di piccole gioie: il mare cristallino della sua terra, le risate con gli amici, e naturalmente, i suoi amati doppiopetti colorati. Da otto anni, il negozio di elettronica dove lavora è diventato il suo palcoscenico personale, dove tra una vendita e l’altra invita i clienti alle sue leggendarie “Domeniche Italiane”, cene di quartiere dove si trasforma in autentico showman.
“La cucina è la mia seconda passione, dopo lo shopping”, ammette con un sorriso sornione. Un amore culinario nato tra i fornelli di nonna Franceschina, custode dei segreti della tradizione calabro-siciliana. La sua è una cucina che affonda le radici nella tradizione, ma non teme qualche audace volo pindarico verso l’innovazione.
La sua candidatura a MasterChef nasce dalla voglia di confrontarsi con altri appassionati, ma anche da quello spirito competitivo che lo contraddistingue: “Se qualcosa non mi riesce”, confessa, “non chiudo occhio finché non la padroneggio”.
E come ogni filosofo che si rispetti, Gianni ha la sua teoria sulla cucina: “Il segreto è la fame”, sentenzia con la sicurezza di chi ha scoperto una verità universale. “Con fame e buon gusto, puoi fare meraviglie. Perché”, aggiunge con un tocco di saggezza popolare, “cucinare bene è difficile, ma lo è anche cucinare male”.