Jim Moriarty è un cattivo geniale, uno dei migliori antagonisti mai concepiti.
Jim Moriarty è l’altra faccia della medaglia di Sherlock Holmes – così simili, così diversi – e se quest’ultimo si è inventato la professione di consulente investigativo, Moriarty è l’unico consulente criminale. Arrogante, egomaniaco, psicopatico, intelligentissimo inizia a uccidere in tenera età e da lì la sua strada verso il trono del crimine è spianata. Con un senso della misura e dell’umorismo tutti suoi, Jim è sadico e cinico, oltre che ossessionato da Holmes. Molto bravo a manipolare le persone, lo scontro con Sherlock è uno scontro ad armi pari.
Un rapporto simbiotico, complesso. Per molti versi illeggibile. E capace di essere a sua volta archetipo delle grandi rivalità letterarie tra personaggi affini. L’eroe e la sua nemesi. L’anti-eroe, valicando i confini del tempo e dello spazio narrativo. Jim Moriarty si fa così perfetto contraltare di Sherlock Holmes, trovando innumerevoli espressioni d’altissimo livello nella storia cinematografica e televisiva.
Interpretato, nel tempo, da attori del calibro di Laurence Olivier, John Huston, Anthony Higgins, Natalie Dormer e Jared Harris, Jim Moriarty è oggi associato a un attore, su tutti: Andrew Scott.
Il grande interprete irlandese è infatti la maschera ideale del personaggio nella serie tv Sherlock Holmes, dove rivisita il personaggio in chiave contemporanea con straordinario eclettismo e un magnetismo che valica i confini del tempo. L’uno la nemesi dell’altro, le interazioni tra Benedict Cumberbatch (Sherlock) ed Andrew Scott offrono una dimensione alternativa al loro rapporto. Fedele al canone storico, ma allo stesso tempo soggetto a interpretazioni. I due, allora, trovano crescenti elementi d’unione, sviluppando un legame che arriva addirittura a essere simbiotico. Nemmeno la morte fermerà quello che è una delle principali rivalità della letteratura contemporanea. Come in tv e in Sherlock, dove gli ingressi in scena di Moriarty lasciano sempre il segno.