Lalo Salamanca è un personaggio centrale delle ultime stagioni di Better Call Saul.
Interpretato con grandissimo carisma da Tony Dalton, è un narcotrafficante che gestisce gli affari della famiglia Salamanca negli Stati Uniti. Il suo arrivo, resosi necessario dalle precarie condizioni di famiglia del capo della famiglia, il temibile Hector Salamanca, crea scompiglio. Lalo Salamanca abbina infatti alla spietatezza tipica dei cartelli messicani un notevole acume. Un acume a tratti machiavellico, figlio di una grande intelligenza strategica e di una notevole determinazione. Dietro il volto gioviale di Lalo Salamanca, uomo affabile con chiunque gli stia in qualche modo simpatico, si nasconde un giocatore scaltro e ostinato nel difendere a tutti i costi gli interessi della sua famiglia.
Questo ne fa, indubbiamente, uno dei personaggi più affascinanti e suggestivi del già ricchissimo panorama narrativo dell’universo Breaking Bad. E lo rende, per molti versi, il rivale ideale di Gus Fring. Più di tutti, persino di Walter White che arriverà poi a sconfiggerlo con un’azione… esplosiva. Il dualismo tra i due personaggi caratterizza fortemente le ultime stagioni di Better Call Saul. E lo sublima nella figura di un villain che cattura le emozioni del pubblico, mai impassibile al suo cospetto. Per il protagonista Jimmy McGill e per la sua compagna Kim Wexler diventa invece un vero e proprio incubo. Capace di tutto e del suo contrario in ogni momento, è uno spettro terribile che aleggia intorno ai loro destini per lungo tempo, fino a portarli al clamoroso coinvolgimento involontario di Howard Hamlin.
L’apice, tuttavia, si ha nella resa dei conti finale con Gus Fring, spettacolare e a dir poco emozionante. E dire che tutto è nato da una battuta come tante altre in Breaking Bad. Senza di essa, non avremmo mai avuto Lalo Salamanca. E sarebbe stato un vero peccato, visto quello che ha dato alla serie.