Non fidatevi delle apparenze: Mike Ehrmantraut è un personaggio che non si può catalogare, in confine perenne tra il bene e il male.
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Il sicario spietato abbraccia idealmente il nonno amorevole, così come l’uomo della legge incrocia lo sguardo con quello della malavita. Criptico, illeggibile e pragmatico: quando c’è un problema da risolvere con discrezione, chiamate lui. Un personaggio magnetico, a dir poco: interpretato da Jonathan Banks, è comparso a partire dalla seconda stagione di Breaking Bad, dove fu creato per coprire parte dello screentime lasciato scoperto da Saul Goodman, ed è stato poi uno dei principali personaggi di Better Call Saul. Lo spin-off di Breaking Bad, incentrato sulla figura di Saul Goodman, ha esplorato a fondo la figura di Mike Ehrmantraut, rivelandone motivazioni e peculiarità caratteriali ed emotive.
Un percorso straordinario, il suo. Dopo aver fatto il poliziotto per una vita, viene allontanato a seguito della tragica morte di suo figlio, poliziotto a sua volta corrotto. Il senso di colpa, combinato con una rivalutazione delle sue priorità, lo porta a prendere una decisione piuttosto simile a quella presa da Walter White. In nome di un facile guadagno, destinato a sostenere economicamente la sua amata nipotina, decide di lavorare per il narcotraffico. In precedenza, si era mantenuto per un breve periodo con lavori poco remunerativi. Così, infatti, lo conosciamo in Better Call Saul: il futuro sicario, infatti, gestiva l’area parcheggi del tribunale, non senza frustrazioni.
Il successivo incontro con Gus Fring, legato anche alla figura di Saul Goodman, col quale è evidente un rapporto di affetto e odio dai caratteri molto sfumati, cambierà la sua vita. I guadagni facili metteranno a posto il suo conto in banca, ma il suo spirito sarà sempre tormentato. Del vecchio poliziotto è rimasta solo l’ombra: di fronte a sé ha una vita da vivere senza mezze misure.